Cos'è il Long COVID?

Cosa posso fare?

Dove posso trovare aiuto?

Long COVID

Blog

Stories

Team Altea

Consiglio di esperti

Partner

Chi siamo

Elenco

Raccomandazioni (UFSP)

Factsheet (mediX)

Formazione continua

Personale specializzato

Community

Qui le persone raccontano la propria storia personale e condividono le loro esperienze con il Long COVID. 

Noemi Khediry, una giovane madre affetta da Long COVID, si trova quotidianamente a cercare un equilibrio tra il riposo necessario e l'assistenza alla famiglia. Lo scarso supporto da parte del sistema sanitario rende questo compito ancora più difficile.

Long COVID: un'incessante ricerca di comprensione e sostegno

La malattia di Noemi Khediry &egrave; iniziata nel gennaio 2022 con un decorso di COVID-19 piuttosto lieve. Sembrava essersi ripresa rapidamente dai sintomi acuti causati dall'infezione SARS-CoV-2. Solo poche settimane dopo, nel marzo 2022, ebbe un crollo totale. Dapprima avvert&igrave; un leggero capogiro che dur&ograve; una settimana. Un controllo in ospedale per&ograve; non diede alcun risultato.&nbsp;
Aiutando il marito a servire nel suo ristorante del marito, le vertigini si fecero sempre pi&ugrave; forti. Nel corso della serata, si sono manifestarono mal di testa e nausea, tali che Noemi si dovette sdraiare. Ma le vertigini si erano aggravate al punto che, anche da sdraiata, tutto le girava e non era pi&ugrave; in grado di alzarsi. Si sentiva estremamente indifesa e spaventata, non riuscendo a capire cosa le stesse accadendo n&eacute; da dove provenissero queste vertigini estreme, ed era preoccupata per quello che sarebbe potuto succedere dopo. Dopo che tutti i clienti se ne furono andati, Noemi ancora non riusciva ad alzarsi e fu cos&igrave; portata al pronto soccorso e ricoverata per 12 giorni.
&nbsp;
Il difficile percorso verso la diagnosi
Era costantemente a letto, con forti mal di testa, mancava di appetito e vertigini persistenti. Noemi necessitava di un ausilio per la deambulazione e perfino con un supporto riusciva a fare solo pochi passi per raggiungere il bagno. In posizione eretta, le vertigini erano quasi insopportabili e continuavano anche da sdraiata. Dopo una serie di esami in ospedale e diversi sospetti preoccupanti, dalla meningite ai coaguli di sangue nel cervello, le fu diagnosticato un burn-out.&nbsp; L'incertezza durante gli esami e i vari sospetti costituivano un pesante fardello aggiuntivo. In seguito alla diagnosi di burn-out, sono furono prescritti un trattamento psichiatrico e una fisioterapia.
La richiesta di riabilitazione venne respinta dall'assicurazione sanitaria, per cui Noemi fu dimessa dopo 12 giorni di ricovero senza alcun miglioramento dei sintomi. Noemi era sconvolta per non aver ricevuto alcun aiuto dall'ospedale e non sapeva cosa fare dopo. Era a malapena in grado di badare a s&eacute; stessa, per non parlare dei suoi figli, mentre suo marito doveva lavorare durante il giorno. Le fu concesso un sostegno attraverso lo Spitex, che arriv&ograve; solo circa 2-3 settimane dopo le sue dimissioni dall'ospedale, e nel frattempo Noemi era stata lasciata a s&eacute; stessa durante il giorno, potendo contare solo sul sostegno della sua famiglia.
Solo il fisioterapista si rese conto che Noemi non era affetta da burn-out, ma probabilmente da Long COVID. Il suo medico di famiglia la indirizz&ograve; quindi al consulto per il Long COVID, ma dovette aspettare mezzo anno per un appuntamento. Nel frattempo, la fisioterapista di Noemi stava gi&agrave; regolando la sua terapia sotto la propria responsabilit&agrave;. Solo nel febbraio 2023 venne finalmente ricoverata e ricevette la diagnosi definitiva: Long COVID.
&nbsp;
Noemi prova numerose terapie
Nel corso della malattia di Long COVID sono emersi diversi sintomi, tra i pi&ugrave; comuni la difficolt&agrave; di espressione, il deficit cognitivo, le vertigini persistenti, il mal di testa, gli acufeni, i cedimenti muscolari alle gambe, il costante sovraccarico sensoriale, nonch&eacute; l'intolleranza all'esercizio fisico e la stanchezza. Data la mancanza di supporto a fronte dell&rsquo;assenza di miglioramento dei sintomi, si &egrave; permanentemente in una spirale negativa.
Alle vertigini, che durano tutto il giorno, si accompagna il timore di cadere. Lo stesso vale per il mal di testa, che spesso sfocia nella nausea. Non dormire mai abbastanza e riuscire quindi a far poco data la stanchezza. Il sovraccarico sensoriale, che a volte rende insopportabile anche una semplice conversazione o il viaggio verso la fisioterapia.
Prima dell&rsquo;appuntamento per un consulto specifico sul Long COVID, Noemi era stata costretta a provare di sua iniziativa numerosi trattamenti, dalla fisioterapia alla terapia craniosacrale, dalla medicina tradizionale cinese (MTC) all'agopuntura, fino alla terapia occupazionale, agli integratori alimentari di ogni tipo e a vari farmaci per il suo mal di testa cronico.
<blockquote>
"Ti senti perso, nessuno ti aiuta. Devi cercare costantemente aiuto da sola, soprattutto per chi soffre di Long COVID, &egrave; estremamente faticoso".
</blockquote>
Tra i vari tentativi di terapia, alcuni hanno portato talvolta ad un leggero miglioramento, altriad un crollo. Con l&rsquo;introduzione di un nuovo farmaco per il dolore, ha avuto un crollo che l'ha costretta a letto per una settimana. Un blocco del ganglio stellato nell'estate del 2023 ha causato a Noemi un incidente cos&igrave; grave che ancora oggi, a due mesi dall'intervento, non si &egrave; ripresa. Attualmente riesce a stare in piedi al massimo due ore al giorno.
Negli ultimi mesi, Noemi ha dovuto affrontare molti incidenti di questo tipo, dovuti all&rsquo;introduzione di nuove terapie o ad infezioni presumibilmente minori. Al momento riesce a malapena a stare in piedi, e passala maggior parte del tempo sdraiata. A solo poco pi&ugrave; di trent&rsquo;anni, Noemi, ha spesso bisogno di aiuto per quasi tutto, per settimane e settimane. Mantenere l'ottimismo, nonostante queste battute d'arresto, &egrave; una grande sfida. I minimi miglioramenti faticosamente ottenuti vengono spazzati via da un incidente in pochissimo tempo, riportandola al punto di partenza.
Con la forza appena sufficiente per farlo, da malati di COVID siete costretti a provare sempre di vostra iniziativa nuovi trattamenti e a finanziarli da soli, dato che l'assicurazione sanitaria non copre molti trattamenti. Ci si sente dunque abbandonati dal sistema sanitario, pur vivendo in un Paese ricco come la Svizzera.
Alla fine, Noemi &egrave; riuscita a sentirsi in buone mani alla clinica Long COVID, dove i suoi problemi sembravano almeno essere compresi. Ancora oggi, quando si pone delle domande, si rivolge al consultorio, che le d&agrave; sostegno. Tuttavia, questo sostegno &egrave; arrivato molto tardi e da allora la sua situazione di salute non &egrave; ancora migliorata in modo significativo.
&nbsp;
<img src="https://adm.altea-network.com/assets/590474a9-79fc-4ac0-af9f-8ef1425a2997?width=768&amp;height=1024" alt="7c9241b6 Aef7 49fe 95ba 550d0aa73b08" />
Con il sostegno dei figli e del compagno, Noemi rimane ottimista.
&nbsp;
Senza l'enorme sostegno del marito, Noemi difficilmente sarebbe in grado di affrontare la vita quotidiana. In una famiglia con due bambini (di 9 e 5 anni), &egrave; difficile trovare la pace e la tranquillit&agrave;,cos&igrave; essenziali per chi soffre di Long COVID. Eppure, sia il marito che i figli sostengono Noemi ogni volta che possono, dimostrandole comprensione e senza rimproverarla mai.
Lei gli &egrave; infinitamente grata per questo sostegno, ma allo stesso tempo si sente in colpa per non riuscire domestiche a dedicarsi alle tante piccole attivit&agrave; quotidiane, ad occuparsi di tutte le faccende, a lavorare, e per essere cos&igrave; dipendente dall'ambiente circostante. Da quando si &egrave; ammalata, Noemi non pu&ograve; praticamente pi&ugrave; guidare l'auto, perch&eacute; richiede troppe energie. Essere cos&igrave; dipendente dagli altri deprime molto Noemi, che non vuole essere un peso per nessuno. Accettare questa impotenza &egrave; estremamente difficile per una donna abituata ad essere indipendente.
Noemi &egrave; anche molto grata per il sostegno che riceve dalla sua famiglia, che si occupa dei bambini in momenti particolarmente difficili. Soprattutto, sa quanto sia pesante vedere qualcuno che si ama soffrire. Il marito ha sofferto particolarmente nel vedere la moglie in queste condizioni.
Come persone colpite per&ograve;, ci si sente spesso soli. Tende a mancare la comprensione e l'immedesimazione e troppo spesso le richieste di aiuto vengono rifiutate. Nell&rsquo;ultimo anno e mezzo, Noemi ha dovuto rendersi conto che l'interesse altrui diminuisce rapidamente quando non si &egrave; pi&ugrave; assidui partecipi della vita sociale.
Per molte persone &egrave; difficile affrontare la situazione e trovare la pazienza necessaria. Altri semplicemente non sono disposti a trascorrere il loro tempo libero con una persona il cui livello di energia &egrave; spesso insufficiente per uscire di casa o per avere conversazioni pi&ugrave; lunghe. Queste perdite nella qualit&agrave; della vita sono immensamente tristi e inducono a domandarsi se le cose miglioreranno mai.
Anche l'onere finanziario dell'impossibilit&agrave; di lavorare, che dura ormai da un anno e mezzo, pesa molto su Noemi. Il fatto che alcuni dubitino ancora delle lamentele dei malati di Long COVID &egrave; inspiegabile per Noemi.
<blockquote>
"Chiunque stia cos&igrave; male &egrave; disposto a investire qualsiasi cosa per un miglioramento".
</blockquote>
Un soggiorno di riabilitazione programmato tramite il consulto per Long COVID le &egrave; stato nuovamente rifiutato dalla compagnia di assicurazione sanitaria. Questa decisione conferma la preoccupante esperienza di Noemi con il sistema sanitario e dimostra la sua solitudine in quanto paziente Long COVID. A Noemi &egrave; stato consigliato di ricorrere a pi&ugrave; terapie ambulatoriali, che ora sta seguendo, invece della riabilitazione, in cuisperava di trovare finalmente un ambiente pi&ugrave; comprensivo. Noemi ormai non si aspetta pi&ugrave; di poter tornare alla condizione in cui si trovava prima di sviluppare il COVID-19.
In seguito, Noemi vorrebbe provare la terapia IHHT, nella speranza di trarre benefici da questa terapia. Purtroppo, questo rappresenta una nuova sfida per lei, dato l&rsquo;elevato costo della terapia non coperto dall'assicurazione sanitaria.
Spera di poter riprendere un giorno la sua normale vita quotidiana, contando su condizioni di salute stabili. &Egrave; sempre stata molto attiva: oltre al suo lavoro di animatrice di corsi di informatica e ai suoi doveri di madre di due bambini, faceva molto sport, ad esempio in palestra o in bicicletta. Questi hobby e il suo lavoro, che le piacevano molto, le sono stati tolti dalla malattia.
Comprendere e affrontare questa discrepanza, per cui da un momento all'altro si passa dall'essere una giovane donna attiva e in salute al necessitare cos&igrave; tanto aiuto, &egrave; una sfida enorme. Il processo &egrave; reso ancora pi&ugrave; difficile dalla grande incertezza di sapere se le cose miglioreranno prima o poi.
&nbsp;
<img src="https://adm.altea-network.com/assets/e199f7b2-8e2c-4a1a-809c-87f24a9848d9?width=768&amp;height=1024" alt="B988b352 D9f5 4524 Baa9 8b7699f99837" />
Prima del Long COVID, Noemi era una ciclista entusiasta.
&nbsp;
Nonostante le frequenti battute d'arresto, le insicurezze finanziarie e di salute, Noemi mantiene la speranza. Per lei &egrave; importante usare la sua esperienza per mostrare l'impatto sostanziale che il Long COVID ha sulla vita delle persone colpite, quanto sia grave la malattia e quanto sia importante prendere sul serio le persone colpite e sostenerle.
Anche se a volte sembra difficile distinguere i piccoli miglioramenti dal semplice abituarsi alla condizione, Noemi rimane ottimista. &Egrave; convinta che le sue condizioni miglioreranno. La comprensione dei figli e del marito per la situazione le &egrave; di grande aiuto. &Egrave; estremamente grata per il sostegno del suo compagno e per il fatto che il loro matrimonio ha resistito a questa fase difficile per pi&ugrave; di un anno e mezzo. L'ultima parola di Noemi per gli altri malati &egrave;:
<blockquote>
"Anche se &egrave; molto difficile, cosa che capisco molto bene visto che sto affrontando anch'io l'intera vicenda - ci vuole tempo, ma si migliora! Anche se si tratta solo di piccoli passi, dobbiamo aggrapparci a quelli, poi alla fine andr&agrave; ancora meglio".
</blockquote>
&nbsp;

Invece di concentrarsi su ciò che non riesce più a fare a causa del Long COVID, la psicologa Isabella P. si focalizza sempre su ciò che le dà gioia ogni giorno, e affronta la malattia con il sostegno del marito e un'incrollabile positività.

Invece di concentrarsi su ciò che non riesce più a fare a causa del Long COVID, la psicologa Isabella P. Si focalizza sempre su ciò che le dà gioia ogni giorno, e affronta la malattia con il sostegno del marito e un'incrollabile positività.

Dovete cercare cose che vi diano piacere

"Amo il mio lavoro e vorrei tanto tornare a farlo. &Egrave; importante capire quanto soffrano le persone affette da Long COVID non potendo pi&ugrave; svolgere il loro lavoro". Isabella P. &egrave; una psicologa con il cuore e con l'anima. Una parte importante della sua vita sono stati infatti il suo lavoro di diagnostica psicologica clinica nel suo studio, nel Villaggio dei Bambini e in una scuola di formazione per adulti. Tuttavia, dal novembre 2021 in seguito all'infezione da Corona, Isabella non pu&ograve; pi&ugrave; svolgere la sua amata professione.
Isabella ha contratto la SARS-CoV-2 solo 3 settimane dopo la terza vaccinazione. I suoi medici sospettano che la doppia sollecitazione del sistema immunitario, indotta dalla vaccinazione e poi infezione, possa aver contribuito a far s&igrave; che Isabella sviluppasse effetti a lungo termine. Fin dall'inizio ha accusato forti palpitazioni (palpitazioni cardiache), che ancora oggi non si sono attenuate. Dopo l'infezione acuta, la psicologa &egrave; rimasta a lungo in isolamento, non sentendosi ancora bene a distanza di settimane.
&nbsp;
I persistenti problemi cardiovascolari e l'iniziale sovraccarico di lavoro hanno portato all'incidente.
&nbsp;
La vigilia di Natale si &egrave; recata al pronto soccorso a causa di palpitazioni persistenti e problemi circolatori. Gli esami cardiaci effettuati non hanno mostrato anomalie ed &egrave; stata formulata una diagnosi provvisoria di Long COVID.
Sebbene le sue condizioni non fossero migliorate, nel gennaio 2022 Isabella ha tentato di riprendere il suo lavoro. Fino ad allora non aveva mai sentito parlare di pacing. Seguendo il motto "per tornare attivi, bisogna continuare a sfidare se stessi", si &egrave; sovraccaricata in modo permanente e ne ha subito le conseguenze. Ben presto non &egrave; pi&ugrave; riuscita ad insegnare in piedi e le vertigini sono diventate pi&ugrave; frequenti, verificandosi anche quando correva per brevi distanze.
Isabella inizi&ograve; la terapia dell'ipossia-iperossia a intervalli (IHHT), che consiste nel respirare attraverso una maschera alternativamente aria povera di ossigeno e aria arricchita di ossigeno, e le furono somministrati vari integratori nutrizionali, tra cui un'infusione di vitamina C. Tuttavia, le sue condizioni non migliorarono. Infine, all'inizio di febbraio, ebbe un collasso al ritorno dalla visita dal medico internista, che normalmente percorreva senza problemi, che l'ha costretta a letto per 6 settimane.
&nbsp;
<img src="https://adm.altea-network.com/assets/42d761fc-1f83-4bae-8cd6-7e670d647b50?width=2000&amp;height=1108" alt="H&auml;sli Small" />
Lavorare a maglia e all'uncinetto sono due dei nuovi hobby di Isabella.
&nbsp;
Nell'aprile del 2022, Isabella &egrave; finita per caso in un centro termale, anzich&eacute; in un centro di riabilitazione come previsto. Qui i medici e le infermiere si sono subito resi conto che Isabella, in quanto malata di Long COVID, aveva bisogno soprattutto di riposo. Mentre all'inizio soffriva di 2-3 collassi al giorno, i trattamenti passivi e calmanti hanno portato a un tale miglioramento che, nel giro di 3 settimane, finalmente non ha pi&ugrave; avuto collassi circolatori ed &egrave; stata in grado di camminare di nuovo con i bastoni.
Anche dopo la guarigione, Isabella si &egrave; attenuta rigorosamente al suo piano di recupero e ha imparato a gestire correttamente le sue risorse con l'aiuto del pacing. Alla fine dell'anno, era in grado di correre senza bastoni e si sentiva abbastanza in forma per pianificare il suo ritorno al lavoro. Nel gennaio 2023 si reca nuovamente in un centro di riabilitazione per prepararsi.
Tuttavia, la permanenza nel centro di riabilitazione &egrave; stata disastrosa: le distanze da percorrere erano cos&igrave; lunghe che, dopo 3 giorni, la psicologa &egrave; tornata sulla sedia a rotelle a causa del sovraccarico. Da allora, la sua vita &egrave; stata nuovamente segnata da stanchezza, debolezza muscolare e problemi circolatori. Riesce a muoversi in casa e a fare circa 2.000 passi al giorno, ma le distanze continue di oltre 50 m, ad esempio raggiungere il supermercato, sono difficilmente percorribili senza una sedia a rotelle.
<blockquote>
"Il ritmo &egrave; pi&ugrave; difficile nei giorni in cui ci si sente meglio".
</blockquote>
Ci&ograve; che l'aiuta maggiormente &egrave; il controllo del ritmo e delle pulsazioni. Anche le piccole attivit&agrave; della vita quotidiana possono causare un crollo, e Isabella deve sempre assicurarsi di mantenere il polso sotto gli 80 battiti al minuto. &Egrave; ancora pi&ugrave; grata per l'enorme sostegno che riceve dal marito, il quale non solo la solleva dalle incombenze quotidiane, ma si assicura sempre che si riposi.
Anche la terapia del freddo pu&ograve; dare un piccolo impulso all'attivit&agrave;: dopo un trattamento nella camera fredda, Isabella pu&ograve; sentirsi di nuovo in forma per alcuni giorni. Tuttavia, questo non comporta un miglioramento a lungo termine. L'impotenza generale di chi cura e di chi &egrave; colpito fa s&igrave; che, si debba spesso chiedere sempre pi&ugrave; aiuto, e altrettanto spesso si riceve la stessa risposta: non ci sono ancora nuovi approcci terapeutici.
A causa della sua malattia, Isabella &egrave; molto suscettibile alle infezioni, le contrae rapidamente, e ogni infezione la fa arretrare di settimane. Nel frattempo, ha dovuto spesso lottare con la paura del contatto. "La paura delle infezioni non deve sfuggire di mano e portare all'isolamento". I suoi amici pi&ugrave; stretti ora sanno di poterle far visita solo quando si sentono in salute, e agli eventi pubblici in locali chiusi Isabella indossa sempre una mascherina per proteggersi.
&nbsp;
<img src="https://adm.altea-network.com/assets/f78be491-d833-4358-9d0f-17f8387dc5fd?width=3906&amp;height=2175" alt="Story32 Milan" />
Dalla finestra, Isabella ama osservare un aquilone rosso. Soprattutto nelle giornate storte, la aiuta guardarlo mentre si liscia le piume in pace.
&nbsp;
In qualit&agrave; di psicologa, Isabella consiglia agli altri malati di concedersi qualche volta un po' di commiserazione. Dover stravolgere la propria vita a causa di Long COVID non &egrave; giusto. Ma bisogna anche superare queste fasi buie e imparare a notare di nuovo le piccole gioie della vita. Quando il suo umore &egrave; particolarmente negativo, il marito di Isabella le offre il necessario cambiamento di scenario e la motiva a uscire di casa.
&Egrave; importante anche prendere sul serio la sindrome di Pacing, &nbsp;iniziare ad accettare presto l'aiuto altrui e a non vergognarsi della malattia. Le persone dovrebbero trovare degli hobby compatibili con il loro attuale livello di energia. Per esempio, Isabella ha sostituito i suoi vecchi hobby come il ballo in linea, il gioco del biliardo, la mountain bike e l'escursionismo con altri che corrispondono al suo nuovo stato attuale: lavorare a maglia, fare l'uncinetto, guardare un aquilone rosso o giocare ai giochi da tavolo Escape Room, finch&eacute; lo stato cognitivo della giornata lo consente.
Questi cambiamenti sistematici nella vita di tutti i giorni sono importanti quanto trovare nel proprio ambiente persone che ci rafforzano e su cui possiamo contare. Per Isabella, &egrave; il marito a darle questo sostegno. La gratitudine per il suo aiuto le ricorda, nei giorni bui, che vuole essere forte non solo per se stessa, ma anche per lui, e che vale la pena raccogliere ogni giorno nuovo coraggio per affrontare il Long COVID.

Né la sclerosi multipla né il Long COVID possono impedire a Natascha Brüstle (34 anni) di godersi la vita. Nonostante la malattia, questa giovane donna amante del divertimento emana un coraggio e una soddisfazione indescrivibili.

Con fiducia e gratitudine contro il Long COVID e la sclerosi multipla

Era l'autunno del 2012 quando Natascha Br&uuml;stle not&ograve; per la prima volta degli strani sintomi: sentiva spesso le gambe intorpidite e le girava rapidamente la testa. Il suo medico di famiglia non era stato in grado di valutare direttamente i sintomi descritti; fusolo nel febbraio 2013, quando Natascha ebbe un attacco improvviso durante una visita dal suo medico, che egli matur&ograve; un sospetto concreto, che venne poi confermato al pronto soccorso neurologico. Due giorni dopo, la diagnosi fu chiara: sclerosi multipla (SM). Per la studentessa insegnante, che stava per sostenere l'esame di Stato, croll&ograve; il mondo.
Il percorso di cura della sclerosi multipla
Gli anni successivi furono segnati dalla ricerca di una terapia adeguata. La classica terapia di prima linea con glatiramer acetato (Copaxone&reg;) non ebbe quasi alcun effetto, poich&eacute; la SM di Natascha era particolarmente grave. Dopo una serie di battute d'arresto dovute all'intolleranza ai farmaci, nel gennaio 2019 Natascha ha finalmente trovato una terapia adeguata con ocrelizumab (Ocrevus&reg;). Il farmaco riduce l'attivit&agrave; della SM al punto tale da non avere pi&ugrave; ricadute.
<img src="https://adm.altea-network.com/assets/c7bf0a43-a68d-42aa-a549-9962aeff4d30?width=419&amp;height=607" alt="Kreuz" />
La fede d&agrave; a Natascha molta fiducia.
A causa del suo sistema immunitario soppresso dai farmaci, Natascha &egrave; stata vaccinata contro il Corona virus fin dall'inizio (3 volte) e ha ricevuto l'ultima vaccinazione nel dicembre 2021. Ha tollerato bene le vaccinazioni e ha potuto portare avanti il suo trattamento della SM senza interruzioni fino al febbraio 2022.
Nel marzo 2022 per&ograve;, Natasha viene infettata dalla SARS-CoV-2. Inizialmente accusa una tosse irritante e persistente, ma dopo settimane senza ripresa le viene diagnosticata una bronchite. Una tomografia computerizzata (TC) effettuata nel giugno 2022 ha poi dimostrato che si trattava di una diagnosi errata: il polmone era molto pi&ugrave; danneggiato che in una normale bronchite. Avendo contratto in realt&agrave; una grave polmonite, si mise in malattia per 8 settimane. Ad agosto inizi&ograve; il reinserimento, essendo le sue condizioni di salute generalmente buone. Tuttavia, i suoi polmoni continuavano a causarle notevoli problemi, e purtroppo non sempre riceveva dal medico il sostegno sperato. Infatti, non le venivano consigliati n&eacute; esercizi di respirazione n&eacute; farmaci per aumentare la funzionalit&agrave; polmonare. Data la grave compromissione dei polmoni, l'imminente infusione di Ocrevus&reg; nell'agosto 2022 fu rinviata.
<img src="https://adm.altea-network.com/assets/b3ce0af2-4991-45bc-9660-24b03efe23a0?width=1512&amp;height=2016" alt="Microsoft Teams Image (8)" />
Nel 2017 Natasha si &egrave; procurata un cavallo, che da allora l'ha accompagnata in ogni momento.
Da quando &egrave; stata colpita da Long COVID, Natascha risulta pi&ugrave; suscettibile ad altre infezioni.
Nel settembre 2022, Natascha not&ograve; sintomi simili a quelli gi&agrave; sperimentati qualche mese prima durante il COVID-19. Dopo qualche giorno, un test conferm&ograve; infatti una nuova infezione da SARS-CoV-2. L'infezione acuta era chiaramente visibile anche dalla TAC, eseguita allora per valutare la compromissione dei polmoni a causa della prima infezione. Anche in questo caso, Natasha ha lottato duramente contro i sintomi dell'infezione acuta. Nei mesi successivi emerse che il suo sistema immunitario e soprattutto i suoi polmoni erano notevolmente indeboliti. Ad oggi, &egrave; ancora molto suscettibile ai raffreddori, che di solito si accompagnano ad una forte tosse irritante placabile solo con un trattamento a base del potente farmaco codeina. Un vantaggio della tosse: attraverso un allenamento addominale involontario, ha perso 20 kg in pochissimo tempo, la dieta pi&ugrave; efficace di sempre, commenta Natascha.
Nonostante le infezioni ricorrenti, Natascha &egrave; riuscita a rispettare l'appuntamento per la prossima infusione di Ocrevus&reg; prevista per gennaio 2023. Una risonanza magnetica effettuata in aprile non ha evidenziato cambiamenti nella sclerosi multipla, nonostante l&rsquo;interruzione della terapia per met&agrave; anno.
<blockquote>
&nbsp;"Il mio cavallo non &egrave; solo un sostegno emotivo per me, ma allena anche il mio equilibrio".
</blockquote>
A causa della sua precedente malattia, Natasha conosceva gi&agrave; alcuni dei sintomi comuni al Long COVID. Per esempio, la sua stanchezza non era pi&ugrave; pronunciata di prima. &nbsp;Dopo tutto, aveva imparato gi&agrave; negli anni precedenti ad ascoltare bene il suo corpo e a concedersi molto riposo. Vorrebbe incoraggiare altri malati a non perdere mai la gioia di vivere. Questo include anche fare solo ci&ograve; che si ha voglia di fare, senza orientarsi troppo in base alle aspettative degli altri. Non bisogna mai perdere l'ottimismo, nonostante la fatica e le estenuanti battaglie con le compagnie di assicurazione. Per Natascha &egrave; naturale guardare alla propria situazione con una sana dose di autoironia: Bisogna prendere tutto nella vita con una risata!
Nonostante lo stress e le fatiche della SM e del Long COVID, Natascha non ha mai perso il coraggio. La sua fede e soprattutto il suo cavallo le hanno sempre dato forza. Quest'ultimo non solo le conferisce stabilit&agrave; psicologica, ma l'equitazione allena anche l'equilibrio, contrastando cos&igrave; le menomazioni causate dalla SM. Per Natascha, anche il suo lavoro di infermiera specializzata in cure per persone con disabilit&agrave; &egrave; appagante. Quando si possono aiutare altre persone, si riceve molto in cambio". &Egrave; grata per ciascun giorno in cui le sue gambe, il suo corpo e il suo cervello funzionano come dovrebbero e pu&ograve; godere della bellezza della natura, della pace e della tranquillit&agrave;, del giardinaggio e della gioia di trascorrere ore con il suo cavallo.

Per un anno il pediatra Michael Dacher ha lottato contro le difficoltà cognitive e la debolezza causate dal Long COVID. In futuro, il medico festeggerà come il suo secondo compleanno il giorno in cui si è svegliato per la prima volta con la "mente lucida".

Il pediatra Dr Michael Dacher ha lottato per un anno contro le difficoltà cognitive e debolezza fisica causate dal Long COVID. Alla fine, una buona gestione e la pazienza lo hanno portato alla guarigione.

Quando il Long COVID costringe un medico, padre e marito a prendersi una pausa

Essere presente per gli altri come medico, padre e marito, offrire sostegno e risolvere i problemi: tutto questo era naturale e centrale per il dottor Michael Dacher prima dell'infezione da corona. Il pediatra era abituato a dare il 100% per far funzionare il suo studio e la sua famiglia. La sensazione di essere al limite delle proprie risorse non era estranea: ciascuno sviluppa i propri metodi per ricaricarsi continuamente, ad esempio in vacanza con la famiglia. Tuttavia, se questi metodi improvvisamente non bastano pi&ugrave; a ricaricare le batterie, la gestione diventa ancora pi&ugrave; difficile. Il dottor Dacher si &egrave; trovato ad affrontare questa situazione nella primavera del 2022. Dopo essersi appena ripreso da una grave malattia nell'autunno precedente, &egrave; stato infettato dalla Sars-CoV-2. Dopo alcuni giorni di sintomi influenzali, le sue prestazioni non erano tornate come prima. Le sue condizioni fisiche erano migliorate, ma quelle cognitive erano rimaste limite e perci&ograve; non conciliabili con una vita quotidiana impegnativa: La cosiddetta "nebbia cerebrale" rendeva impossibile al medico concentrarsi per un'intera giornata lavorativa, gestire lo studio ed essere presente per la sua famiglia la sera e nei fine settimana come prima.
<img src="https://adm.altea-network.com/assets/f1ea391c-8f77-4832-9994-553116472be7?width=3584&amp;height=3584" alt="Foto 26.02.22, 14 38 38" />
Le passeggiate con la famiglia e il cane aiutavano il dottor Dacher a schiarirsi le idee. (Foto: privato)
Solo poche settimane dopo l'infezione acuta, il medico si rese conto che i suoi disturbi dovevano essere correlati al Covid-19. Poich&eacute; era chiaro che il suo studio e la sua famiglia avevano urgentemente bisogno di lui, ha cercato e trovato aiuto presso il suo medico di famiglia e lo psichiatra, che gli hanno dato consigli medici e amichevoli, assicurandosi che le sue aspettative sulla sua progressiva guarigione rimanessero realistiche. Il pediatra ha ricevuto chiari segnali dal suo corpo su ci&ograve; che funzionava e no, e attenersi a tali segnali &egrave; stato un processo di apprendimento. Oltre al Long COVID, la sfida pi&ugrave; grande &egrave; stata la comunicazione. Spiegare all'&eacute;quipe dello studio perch&eacute; improvvisamente non si pu&ograve; pi&ugrave; essere presenti allo stesso modo, che i vecchi confini non valgono pi&ugrave; e che bisogna ammortizzare molto il lavoro per un periodo di tempo indefinito. Il medico libero professionista ha dovuto improvvisamente darsi delle priorit&agrave; e delegare le preoccupazioni amministrative, gli stipendi da pagare e i compiti di routine nello studio. Comunicare questa situazione &egrave; stato difficile, dice: "&Egrave; come fare uno sprint durante un allenamento di atletica ed essere trattenuti da un elastico". In altre parole, in termini di pensiero: &egrave; come dover muovere un cucchiaio nel miele".
<blockquote>
Pensare: &egrave; come dover muovere un cucchiaio nel miele.
</blockquote>
Ci&ograve; che ha aiutato il dottor Michael Dacher &egrave; stata la massima trasparenza nella comunicazione con il suo team e la sua famiglia. Si &egrave; sempre spiegato, con il supporto di prove scientifiche quando possibile. Spesso gli era pi&ugrave; facile dare un nome medico ai disturbi: ad esempio, l'encefalopatia post-virale (compromissione cerebrale di solito temporanea, immuno-mediata dal virus), responsabile dell'incapacit&agrave; di concentrazione. L&rsquo;esistenza di ipotesi che potessero spiegare i suoi lunghi sintomi COVID gli aveva reso pi&ugrave; facile credere nella sua guarigione, anche se i tempi erano difficili da stimare.
L'8 agosto 2022, per la prima volta dopo l'infezione, si &egrave; svegliato con la mente lucida: "In futuro festegger&ograve; questo giorno come il mio secondo compleanno". Sebbene ci siano stati ancora dei giorni difficili, da quel momento in poi le cose sono andate sempre meglio, riferisce il medico. Ha aumentato gradualmente il suo carico di lavoro e ha potuto finalmente ringraziare il suo team e la sua famiglia per il loro forte sostegno.
<img src="https://adm.altea-network.com/assets/0e1acc1c-cd1f-4450-a9f7-77abad21c870?width=5013&amp;height=4492" alt="Foto 02.12.22, 21 57 26" />
Dopo il Long COVID, il medico ha potuto dedicarsi nuovamente ai suoi hobby, tra cui l'astrofotografia. (Immagine: privato)
Dalla sua molteplice prospettiva di datore di lavoro, medico praticante e paziente, il dottor Dacher d&agrave; consigli ad altri malati su ci&ograve; che gli &egrave; stato utile per la sua guarigione:
<ul>
<li>Prendere seriamente i segnali del corpo e accettare i propri limiti</li>
<li>Tecniche di rilassamento, che possono variare molto tra loro: ad esempio, training autogeno e yoga.</li>
<li>Integrare momenti di consapevolezza e riflessione su ci&ograve; che porta al progresso.</li>
<li>Fare sport solo in base alla propria capacit&agrave; di gestire lo stress.</li>
<li>Non usare consapevolmente la testa per cambiare: Nel caso del Dr. Dacher, ad esempio, guardare tutorial su YouTube sulla riparazione dell'auto ha contribuito al rallentamento cognitivo e alla calma.</li>
<li>Comunicazione: spiegate a chi vi circonda perch&eacute; non siete in grado di svolgere le vostre mansioni in quel momento o coinvolgete persone che possano assumersi tale incarico.</li>
</ul>
&nbsp;
Oggi il dottor Michael Dacher si sente di nuovo molto meglio, dice. Ha potuto riprendere i suoi hobby: Oltre a giocare a pallavolo nel club, il medico si dedica all'astrofotografia. Lo affascina poter osservare dal suo giardino e con mezzi semplici galassie distanti trenta o cento milioni di anni luce. "Per me, mette in prospettiva le nostre fatiche quotidiane", spiega. Da quando ha iniziato il suo percorso con il Long COVID, il Dr. Dacher guarda alla sua salute e alla felicit&agrave; quotidiana della sua famiglia da una prospettiva diversa: "Si percepisce davvero quanto sia piacevole essere in salute solo quando ti &egrave; stata quasi tolta".

Alma Baltic soffre delle conseguenze di un'infezione da COVID-19 dal dicembre 2020. La debolezza muscolare e le difficoltà cognitive hanno portato ad un gran numero di incidenti da allora. La madre di tre figli sta attraversando questa crisi con un ottimismo esemplare.

Il Long COVID ha causato molti incidenti ad Alma Baltic. Tuttavia, la 53enne rimane sempre fiduciosa.

"Forza mentale": la paziente colpita da Long Covid, Alma Baltic, incarna profondamente questa parola chiave. Mentre racconta la sua storia, l'interlocutore ammira inevitabilmente la sua compostezza nel raccontare la sua esperienza sugli effetti a lungo termine dell&rsquo;infezione da da Corona Virus. La 53enne descrive la sua vita prima della prima infezione da COVID-19: l'infermiera, madre di tre figli, &egrave; sempre stata attiva sia a livello privato che professionale. Nonostante la sfortuna che ha dovuto superare da giovane, Alma Baltic ha sempre affrontato tutte le sfide in modo positivo. Ha plasmato la sua vita con gioia nel lavoro, nello sport e nel canto. Durante l'intervista, ha tradotto un proverbio dal serbo: "Prendi tutto ci&ograve; che di positivo la vita ti offre oggi".
&nbsp;
<img src="https://adm.altea-network.com/assets/58d0bf46-5270-4dfc-8234-40fb2a5c1426?width=2674&amp;height=3668" alt="Bild2 Bearbeitet" />
Alma Baltic ha condotto una vita attiva, godendosi il lavoro, lo sport e il canto. (Immagine: privato)
Nel dicembre 2020 ha dovuto rallentare: un'infezione da Corona virus l'ha costretta in un letto d'ospedale con mal di testa, febbre, debolezza muscolare e difficolt&agrave; cognitive. Alma Baltic si era ripresa solo lentamente dai disturbi acuti: nella primavera del 2021 le sue condizioni erano un po' migliorate, ma solo per periodi di poche ore. La debolezza muscolare di tipo convulsivo e le difficolt&agrave; cognitive persistevano in modo pronunciato. Grazie ad una buona assistenza ambulatoriale da parte dei medici e dei terapisti, era riuscita a fare piccoli progressi. Poco prima della Pasqua del 2021, era arrivata al punto di sentirsi di nuovo abbastanza in forma, , per fare la prima breve corsa con la sua e-bike. A posteriori, fu probabilmente a causa di uno svenimento che l'infermiera ebbe una grave caduta durante questa corsa e dovette essere ricoverata in ospedale con lesioni gravi.
<blockquote>
La caduta con l'e-bike ha peggiorato la situazione
</blockquote>
Dopo l'incidente, Alma Baltic ha iniziato una terapia di riabilitazione. Tuttavia, in seguito alle dimissioni, la 53enne non era ancora in grado di camminare normalmente - fortunatamente, a casa ha ricevuto il sostegno dei figli, che l'hanno aiutata ad affrontare la vita quotidiana. Tra innumerevoli visite mediche e approcci terapeutici, l'infermiera si &egrave; fatta strada a piccoli passi. Tuttavia, non &egrave; mai riuscita a superare completamente le difficolt&agrave; cognitive e, in particolare, i regolari attacchi di debolezza. Questo ha portato ad una serie di ulteriori incidenti che hanno aggravato le condizioni preesistenti causate dal Long COVID. Dopo un'altra caduta nell'ottobre 2021, Alma Baltic ha riportato lesioni che ne hanno limitato gravemente la mobilit&agrave;.
Nel frattempo, la persona affetta da Long COVID ha dovuto fare i conti con un intero anno di malattia. Non sono stati solamente il Long COVID e le conseguenze degli incidenti a costituire un enorme fardello, riferisce Alma Baltic: il collegamento tra i sintomi del Long COVID e gli incidenti &egrave; stato spesso difficile da comprendere per l'ambiente medico e privato - una sfida particolare quando concerne la comunicazione. Quando il suo dolore veniva attribuito a motivi psicosomatici, l'infermiera non si sentiva presa sul serio e lasciata sola.
<blockquote>
Numerosi incidenti dovuti ai sintomi di Long COVID
</blockquote>
Nella primavera del 2022 &egrave; seguito un intervento chirurgico ortopedico. Grazie al successo della riabilitazione e alle buone cure mediche, Alma Baltic ha trovato nuovamente la forza per osare finalmente a fare un grande passo verso la sua vita precedente. Nell'estate del 2022, ha tentato di tornare al suo lavoro. Tuttavia, le conseguenze del Long COVID e degli incidenti le hanno causato grandi difficolt&agrave;. Sebbene, in qualit&agrave; di infermiera, fosse abituata un tempo a lavorare in condizioni di tempistiche strette e significativo sforzo fisico, ssent&igrave; di non riuscire pi&ugrave; a sopportare un tale stress e fatica fisica. I ripetuti attacchi di debolezza hanno portato anche a incidenti e infortuni sul lavoro. Alma Baltic si era ormai quasi abituata al dolore permanente, alla maratona infinita di visite mediche e alle trattative con le compagnie di assicurazione, che le facevano perdere energia.
Il ritorno permanente alla professione di infermiera non &egrave; stato possibile per Alma Baltic a causa dei sintomi del Long COVID. Di conseguenza, ha perso il lavoro, afferma. Si &egrave; sentita molto sola in questa situazione e avrebbe voluto un maggiore sostegno da parte del suo datore di lavoro.
&nbsp;
<img src="https://adm.altea-network.com/assets/5077ab0d-646e-4990-893f-9200f7dcc372?width=2034&amp;height=2835" alt="Bild3 Bearbeitet" />
Alma Baltic ha trovato gratificazione e gioia nella sua professione di infermiera. (Immagine: privato)
Con il forte sostegno dei figli, la 53enne sta cercando un modo per tornare a gestire la sua vita quotidiana in modo indipendente. Vorrebbe un lavoro part-time in un settore meno impegnativo dal punto di vista fisico, perch&eacute; il lavoro &egrave; sempre stato naturale e molto importante per lei, dice. Nonostante tutti i contrattempi, &egrave; convinta che ce la far&agrave;: "Ci&ograve; che non mi uccide, mi rende pi&ugrave; forte!&rdquo; Il suo entusiasmo per il fitness, il nuoto e le attivit&agrave; sociali, che non ha mai abbandonato nemmeno nelle fasi pi&ugrave; difficili e che prova ogni volta che la sua condizione lo permette, aiuta Alma Baltic a fare progressi costanti. La sua perseveranza pu&ograve; essere d&rsquo;esempio e d&rsquo;incoraggiamento per molti altri malati di Long COVID.

Con un deciso ottimismo durante il Long COVID

Per superare il dolore, Nicola Renfer ha iniziato a scrivere poesie, trovando così una nuova passione a cui dedicarsi.   

Nicola Renfer sa cosa vuol dire provare dolore. Fin dall&rsquo;infanzia soffre di episodi di emicrania. Assumendo antidolorifici quasi ogni giorno e facendo abbastanza pause, per molto tempo &egrave; riuscita a convivere con il problema relativamente bene, spiega. La situazione &egrave; cambiata nell&rsquo;inverno del 2022, dopo aver vissuto un decorso lieve dell&rsquo;infezione da COVID-19. Nicola racconta di un grande peggioramento dei mal di testa, a cui si &egrave; aggiunta un&rsquo;ipersensibilit&agrave; al dolore (allodinia) nonch&eacute; un <a href="http://altea-network.com/it/vademecum/throat-nose-ears/#tinnitus" target="_self">tinnito</a> sul lato destro della testa. Renfer riferisce inoltre di un&rsquo;improvvisa misofonia, un&rsquo;estrema sensibilit&agrave; a determinati rumori nella vita di tutti i giorni. Suo figlio che morde una mela. Le battute sulla tastiera nella reception di uno studio medico. Nicola Renfer &egrave; tormentata da tutti i suoni duri e intermittenti e da molti altri stimoli.
Il dolore intenso dopo il COVID
Mentre la sua famiglia si &egrave; ripresa rapidamente dal decorso acuto della malattia, Nicola Renfer non si &egrave; mai liberata dei disturbi. Il COVID-19 ha amplificato a dismisura i dolori preesistenti, un cambiamento che persiste ancora oggi.&nbsp;&nbsp;.
<blockquote>
&laquo;Il Covid ha sfruttato i miei punti deboli.&raquo;
</blockquote>
Poco dopo aver superato l&rsquo;infezione, Nicola &egrave; tornata a lavorare come al solito come insegnante di italiano e storia di grado secondario II. Ma gi&agrave; dopo pochi giorni si &egrave; accorta che non poteva andare pi&ugrave; avanti cos&igrave;. Ci &egrave; voluto un po&rsquo; prima che riuscisse ad accettare il fatto di non essere pi&ugrave; in grado di gestire la quotidianit&agrave; a cui era abituata. Mentre in passato gli antidolorifici ad azione pi&ugrave; intensa le consentivano di condurre una vita apparentemente normale e di fare il suo lavoro, dopo il COVID-19 non sono pi&ugrave; riusciti a contrastare il dolore onnipresente.
Il rientro al lavoro sempre pi&ugrave; lontano
La quarantaduenne continuava a sperare di poter tornare presto al lavoro, ma i continui attacchi di emicrania e la maggiore sensibilit&agrave; agli stimoli non glielo permettevano. Dopo un&rsquo;estenuante maratona medica che ha portato Renfer da specialista a specialista, cresceva la paura che il dolore potesse rimanere una conseguenza a lungo termine.
<blockquote>
&laquo;La poesia viene recepita in modo diverso dal lettore. Va pi&ugrave; in profondit&agrave; delle normali parole&raquo;.
</blockquote>
Ci&ograve; significava dire addio alla vita sociale, allo sport e al lavoro. E la ricerca di una nuova attivit&agrave;, che potesse coesistere con il dolore. E Nicola Renfer l&rsquo;ha scoperta, questa attivit&agrave;, che non solo convive con il dolore, ma &egrave; sostenuta da esso. &laquo;Dal dolore alla passione&raquo;: cos&igrave; Renfer descrive il significato della poesia.
&laquo;Nel dolore pi&ugrave; intenso le parole arrivano da sole&raquo;
Nicola Renfer sempre amato le lingue. Ma solo dopo il consiglio del suo medico di fiducia, che l&rsquo;accompagna nella lotta contro il dolore, ha iniziato a scrivere poesie. La poesia l&rsquo;aiuta a diversi livelli: quando il dolore &egrave; pi&ugrave; forte, le parole arrivano spontaneamente e la aiutano a superare la crisi, spiega. Inoltre, le poesie le offrono un modo meraviglioso per comunicare: &laquo;La poesia viene recepita in modo diverso dal lettore. Va pi&ugrave; in profondit&agrave; delle normali parole&raquo;.
<img src="https://adm.altea-network.com/assets/32aed8b9-de8f-4742-aefb-bde8da52e2cd?width=1280&amp;height=853" alt="Schreiben (mit Quelle)" />
Nicola Renfer ora scrive poesie. (Foto: Mimmo Muscio, Birsforum Medien GmbH)
Questo modo di farsi capire ha un ruolo molto particolare nella vita di Nicola Renfer. Spiegare all&rsquo;ambiente personale cosa le causa questo dolore onnipresente e invisibile &egrave; una sfida. Famiglia e amici vivono il cambiamento della madre, della moglie, della figlia, dell&rsquo;amica e della collega e devono quindi conviverci. Non &egrave; stato facile per nessuna delle persone coinvolte, ma la famiglia &egrave; diventata ancora pi&ugrave; unita.
Vivere nonostante i sensi di colpa
Nicola Renfer ha trovato nella poesia la forza per affrontare il dolore e anche il coraggio di svolgere questa attivit&agrave; nonostante l&rsquo;attestato di malattia. Il suo consiglio per le altre persone affette: &laquo;Esprimete le vostre emozioni! Io non posso lavorare e partecipare alla vita di tutti i giorni, ma posso scrivere, e questo non &egrave; vietato&raquo;. Nonostante la malattia, bisogna avere il coraggio di riprendere gradualmente a vivere: altrimenti non si va pi&ugrave; avanti. Anche il nostro colloquio mette visibilmente a dura prova Nicola Renfer: ogni tanto deve chiudere gli occhi per qualche secondo per affrontare i numerosi stimoli. &laquo;Ognuno sviluppa i propri metodi&raquo;, spiega.
<img src="https://adm.altea-network.com/assets/a92bf7f1-985b-4e2c-ab92-c2f7ebd02a6a?width=1726&amp;height=1142" alt="Bild 2 (update N R17.03.23)" />
Poesia: Worte wie Treibgut (Foto: privata)
Oggi Nicola Renfer riesce a convivere con il dolore grazie alla poesia. Inoltre, per trattare l&rsquo;emicrania, riceve regolarmente una terapia con gli anticorpi. La speranza &egrave; di riuscire almeno ad attenuare un po&rsquo; i picchi di dolore pi&ugrave; elevati.
AGGIORNAMENTO aprile 2023: A Nicola Renfer &egrave; stata diagnosticata la ME e la PEM dopo che i sintomi erano parzialmente peggiorati. Questo la aiuta a spiegare e comprendere la sofferenza anche prima dell'infezione da COVID, riferisce.
Una dose di coraggio per le persone affette
Non potendo tornare al suo lavoro di insegnante, Renfer spera di poter fare della scrittura la sua attivit&agrave; principale. Da un lato desidera incoraggiare le altre persone affette da Long COVID in qualit&agrave; di ambasciatrice della salute, dall&rsquo;altro vuole dedicarsi alla poesia.
Delle letture, un account sui social media e, a lungo termine, una raccolta di poesie personale sono i progetti che Renfer vorrebbe condurre in futuro a seconda delle sue condizioni di salute.
&laquo;Dal punto dolente al punto di svolta&raquo; &egrave; una frase che descrive bene come il dolore che l&rsquo;ha tormentata per tanto tempo le ha improvvisamente fornito le basi per dare inizio alla sua nuova attivit&agrave;.
Chi desidera scambiare quattro chiacchiere con la signora Renfer sul tema della &laquo;Gestione del Long COVID con la poesia&raquo; pu&ograve; contattarla <a href="mailto:wortflocken@breitband.ch">via e-mail</a>.
<img src="https://adm.altea-network.com/assets/c70f87cf-5405-43c8-ba64-344513972058?width=601&amp;height=244" alt="Bild 3 Teil Von Spinnend Bleibts Spannend" />
Parte della poesia &ldquo;Spinnend bleibt&rsquo;s spannend&rdquo;
&nbsp;

«Dal punto dolente al punto di svolta»: superare il dolore con la poesia

Roman Schöggl, architetto e sportivo 32enne, è stato messo fuori gioco per quasi un anno dal Long COVID e ha lottato per tornare al 100%.

Quando a marzo 2022 Roman Sch&ouml;ggl ha contratto il COVID-19 in forma acuta, si aspettava una normale infezione: dopo cinque giorni con sintomi di raffreddore e nove giorni di quarantena, per lui era naturale continuare il suo programma abituale. Che per Roman significava: 40&nbsp;chilometri di bicicletta da corsa con la sua amica Natalie e poco dopo escursioni invernali sugli sci. Ma ancora prima di aver raggiunto i primi metri di dislivello, l&rsquo;infezione, ritenuta superata, gli ha mandato all&rsquo;aria i piani: Roman ha dovuto staccare gli sci e tornare a casa a causa di un forte affanno.
&laquo;Dopo il secondo crollo sono arrivati i giorni pi&ugrave; duri della mia vita&raquo;
Tre&nbsp;settimane dopo il risultato positivo del test PCR si &egrave; recato dal medico di famiglia. Dopo 750&nbsp;metri a piedi per recarsi in ambulatorio, il trentaduenne &egrave; collassato ed &egrave; stato portato in ospedale. Alla TAC non &egrave; stato riscontrato nulla, ad eccezione di un broncospasmo periferico (un restringimento convulsivo del ramo bronchiale).
<img src="https://adm.altea-network.com/assets/48593d1f-491f-48dc-9049-04549a6ae1fc?width=4032&amp;height=3024" alt="2022.05.30 Reha Beginn" />
Bild Reha Beginn ODER Reha &Uuml;bungen: A giugno&nbsp;2022 Roman Sch&ouml;ggl ha potuto iniziare una terapia di riabilitazione ambulatoriale a Innsbruck. (Foto: privata)
Racconta di una grave <a href="https://altea-network.com/it/vademecum/breathing/" target="_self">insufficienza respiratoria</a>, respiro corto e <a href="https://altea-network.com/it/vademecum/weakness" target="_self">debolezza</a>, che lo hanno costretto a riposare fino a quando pian piano ha iniziato a pensare di essere di nuovo in forma per un appuntamento insieme a suo padre. Quando ha avuto un altro collasso, &egrave; stato ricoverato in clinica in terapia intensiva. Fatta eccezione per la terapia sintomatica e moderatamente efficace dell&rsquo;insufficienza respiratoria acuta, non &egrave; stato possibile aiutarlo a lungo termine. Roman ha trascorso i mesi successivi a casa sua. Stare al telefono, parlare, camminare: qualsiasi sforzo gli era impossibile. Dopo questo secondo collasso sono iniziati i giorni pi&ugrave; duri della sua vita, racconta Roman.
Roman &egrave; stato sostenuto da persone di riferimento a lui vicine 
In quel periodo la sua amica Natalie e il suo amico Lukas si prendevano cura di lui in modo toccante. &laquo;Non ce l&rsquo;avrei fatta senza i due&raquo;, racconta Roman. Natalie si &egrave; presa un congedo non retribuito per stare con lui. Si &egrave; occupata della corrispondenza con il mondo esterno, ha fatto ricerche e letto molte cose sul Long COVID. Con il suo aiuto Roman lottava ogni giorno per riconquistare la fiducia e si ripeteva senza sosta &laquo;prima o poi va via, ci vuole solo un po&rsquo; di tempo&raquo;. I due hanno inoltre trovato sulla piattaforma Altea sia informazioni che motivazione: le esperienze positive di altri pazienti hanno incoraggiato Roman nei momenti difficili, racconta.
<blockquote>
&laquo;Il primo viaggio da solo in auto fino alla clinica di riabilitazione &egrave; stato un momento indimenticabile!&raquo;
</blockquote>
Con un cambio di alimentazione, integratori alimentari, terapia respiratoria, il <a href="https://altea-network.com/it/vademecum/mental-health/#wim-hof" target="_self">metodo Wim Hof</a> e un <a href="https://altea-network.com/it/vademecum/fatigue/#pacing" target="_self">pacing</a> strutturato, Roman ha lottato contro quelle giornate in cui persino guardare una partita di calcio alla TV era troppo stancante. Ha proseguito questo programma anche quando, a giugno, ha potuto iniziare una terapia di riabilitazione ambulatoriale. &laquo;La prima volta che sono riuscito a recarmi da solo in auto fino alla clinica di riabilitazione a due chilometri e mezzo di distanza &egrave; stato un passo enorme&raquo;, racconta sorridendo pensando all&rsquo;SMS che ha inviato alla sua ragazza: &laquo;Tutto bene, sono arrivato&raquo;. Nella clinica di riabilitazione gli &egrave; stato utile seguire un allenamento strutturato della muscolatura respiratoria: da una capacit&agrave; muscolare iniziale del 30% &egrave; riuscito a raggiungere quasi il 95%. &laquo;Ora riesco a trattenere l&rsquo;aria pi&ugrave; a lungo che mai, anche per quattro minuti&raquo;, racconta l&rsquo;architetto.
Sostegno per la salute fisica e psichica in clinica di riabilitazione
L&igrave; ha trovato anche un supporto per superare le <a href="https://altea-network.com/it/vademecum/mental-health/" target="_self">conseguenze mentali</a> di questi crolli. Insieme agli psicologi, Roman &egrave; riuscito a rielaborare l&rsquo;accaduto: un giovane in salute, che lavora, si esibisce a teatro, ama uscire, &egrave; attivo in associazioni e solo sei mesi prima aveva disputato un Ironman in 12&nbsp;ore e 26&nbsp;minuti, che da un momento all&rsquo;altro viene strappato alla vita. &laquo;L&rsquo;Ironman &egrave; nulla a confronto&raquo;, afferma.
&nbsp;
<img src="https://adm.altea-network.com/assets/af9d8053-4069-4094-b8ce-4c94f87bb8a4?width=2393&amp;height=2393" alt="2021.09.19 Ironman Klagenfurt" />
Bild Ironman Klagenfurt: Roman Sch&ouml;ggl al traguardo dell&rsquo;Ironman a Klagenfurt, completato in 12:26 ore 6&nbsp;mesi prima di ammalarsi di Long COVID. (Foto: privata)
Il Long COVID ha dominato la sua vita per quasi sette mesi: nel 2022 Roman ha dovuto trascorrere 250&nbsp;giorni in malattia. Nonostante gli piacesse il suo lavoro di architetto, dopo la malattia il 32enne ha deciso di ricominciare da capo: attualmente insegna alle scuole secondarie. Lavorare con i giovani, poter comunicare qualcosa e ricominciare da zero: ne aveva bisogno dopo il Long COVID.
Pronto per il futuro con una bella lista di cose da fare dopo la malattia
Durante la terapia di riabilitazione si era prefissato sette obiettivi per il periodo successivo al Long COVID, quattro dei quali ha gi&agrave; raggiunto. Anche se durante la malattia sembravano mete irraggiungibili, queste imprese gli hanno dato forza e perseveranza, spiega Roman. La sua prima meta &egrave; stata un pellegrinaggio ad Absam in Tirolo, un progetto che nasce dal suo hobby, il teatro: il pellegrinaggio ad Absam compare nello spettacolo che il gruppo stava recitando al momento del suo primo crollo. Oltre alle persone di riferimento a lui vicine, anche il gruppo teatrale gli ha infuso coraggio e forza: &laquo;Realizzeremo questo spettacolo con te o con nessun altro&raquo;, sono state le parole del gruppo.
<img src="https://adm.altea-network.com/assets/8d60ba1e-0f98-4cbe-95e3-3bb36bd290e3?width=4032&amp;height=3024" alt="2022.08.23 Absam" />
N&deg;&nbsp;1 nella lista di cose da fare di Roman Sch&ouml;ggl: dopo il Long COVID recarsi in pellegrinaggio ad Absam da solo. (Foto: privata)
Il settimo punto della sua lista &egrave; la partecipazione a un altro Ironman, per il quale si sta nuovamente allenando. &laquo;Tutti possono farcela, perch&eacute; anch&rsquo;io ce l&rsquo;ho fatta&raquo;, spiega Roman ad altre persone affette da Long COVID.
Il 31&nbsp;dicembre ha salutato definitivamente il 2022 e questo capitolo della sua vita. Oggi sta di nuovo bene come prima dell&rsquo;infezione, racconta. Ha imparato molto dalla sua vita dopo il Long COVID: ora considera le sue capacit&agrave; in modo differente e affronta diversamente i limiti. &laquo;Prima del Long COVID, il mio limite era l&rsquo;Ironman mentre in determinati giorni anche solo prendere un bicchiere dalla lavastoviglie era gi&agrave; troppo&raquo;. Riconoscere e accettare questo limite individuale &egrave; stato in entrambe le occasioni un successo. Questo &egrave; un prerequisito anche per il metodo del pacing: adeguare il carico all&rsquo;attuale condizione fisica senza spingersi troppo oltre. Ecco cosa consiglia Roman alle altre persone colpite da Long COVID: accettare i propri nuovi limiti di quel momento e riconoscere le piccole esperienze di successo. &laquo;Guardare avanti con ottimismo e non perdere mai la speranza. L&rsquo;ottimismo, la fiducia nell&rsquo;autoguarigione e il concentrarsi costantemente sugli obiettivi, anche i pi&ugrave; piccoli, ti portano avanti: a volte lentamente, ma sempre con costanza! In fin dei conti, il Long COVID &egrave; davvero una maratona&raquo;.

Maratona Long COVID: tornare a livello Ironman dopo un anno di malattia 

Cura di sé e autoriflessione: la soluzione per riconoscere i segnali di un possibile superamento dei limiti ed evitare attivamente i crash

<div class="text pb-none ">
Il telefono ha gi&agrave; squillato diverse volte, quando il signor Schmied afferra la cornetta affannato e risponde. &Egrave; stato molto impegnato negli ultimi due giorni, poich&eacute; ha tenuto due brevi interventi sul tema della depressione alla fiera Swiss Handicap di Lucerna. Come presidente dell&rsquo;associazione &laquo;GLEICH UND ANDERS Schweiz&raquo; (uguali e diversi), che sostiene e mira alla promozione della salute mentale di tutti, &egrave; una persona molto richiesta.
</div>
<section class="infoBox pt-50 pb-50 ">
<div class="row">
<div class="col-12 col-md-10 offset-md-1">
<div class="box">
<div class="text pb-50 ">
Allo stesso tempo, lavora al 40% come &laquo;Peer&raquo;, ossia una persona che si &egrave; ripresa da una malattia mentale e che con le sue esperienze aiuta ora altre persone colpite. &Egrave; sempre stato una persona molto occupata e ambiziosa. Ad esempio, gestiva un proprio hotel con 22 collaboratori, prima che un grave incidente stradale senza colpa gli stravolgesse improvvisamente la vita.
</div>
<div class="quote pb-50 ">
<div class="row">
<div class="col-12 col-xl-10 col-xxl-8">
<blockquote>&ldquo;Ho contratto il COVID mentre affrontavo il disturbo da stress post-traumatico.&rdquo;</blockquote>
</div>
</div>
</div>
<div class="text pb-50 ">
Mentre il corpo si riprendeva dall&rsquo;incidente e le ferite guarivano, a livello mentale il signor Schmied si ritrov&ograve; a lottare con una grave depressione che divent&ograve; un&nbsp;<a href="https://www.msdmanuals.com/it/casa/disturbi-di-salute-mentale/disturbi-da-ansia-e-stress/disturbo-post-traumatico-da-stress" target="_blank" rel="noopener">disturbo da stress post-traumatico</a>&nbsp;(PTSD). Il disturbo da stress post-traumatico pu&ograve; svilupparsi subito dopo un evento grave o, a volte, anche dopo anni. Spesso queste persone si chiudono in s&eacute; stesse o si disinteressano, si sentono estranee alla propria vita e cercano di reprimere l&rsquo;evento traumatico.
Un percorso molto impegnativo dal punto di vista fisico
Il signor Schmied scopr&igrave; di aver contratto il COVID-19 a gennaio 2021. Un percorso lungo e soprattutto difficile gli si delineava di fronte: ancora una volta! Trascorse 21 giorni in isolamento, soffr&igrave; di un&rsquo;embolia polmonare e alla fine dovette essere ricoverato in ospedale per essere collegato a una riserva di ossigeno. Oggi si ritiene fortunato di non essere stato intubato.
</div>
<div class="quote pb-50 ">
<div class="row">
<div class="col-12 col-xl-10 col-xxl-8">
<blockquote>"La combinazione di sintomi psicosomatici e Long COVID era troppo!"</blockquote>
</div>
</div>
</div>
<div class="text pb-50 ">
Il signor Schmied si stava lentamente riprendendo e, nonostante avesse ancora problemi di <a href="https://altea-network.com/it/vademecum/fatigue/" target="_blank" rel="noopener">fatica</a>, si sentiva pi&ugrave; forte di testa. Quindi, riprese a lavorare troppo presto. Il ritorno al mondo del lavoro dopo il COVID sembr&ograve; inizialmente riuscire. Teneva infatti sotto controllo i sintomi del PTSD. Poco meno di 10 mesi dopo, alla fine di novembre del 2021, si verific&ograve; per&ograve; il grande crash: il limite era stato superato.
&laquo;Ho ripreso a lavorare troppo presto&raquo;
Sulla base della sintomatologia, si ipotizz&ograve; inizialmente un burnout. Tuttavia, alcune visite specialistiche evidenziarono una insufficienza polmonare del polmone sinistro, causata dal COVID. Dopo aver ricevuto la diagnosi di Long COVID con affaticamento e depressione, il signor Schmied venne ricoverato nella clinica Barmelweid.
<img src="https://adm.altea-network.com/assets/5ceaba61-bb49-4295-8010-1d9e318f50bd?width=668&amp;height=890" alt="Altea Stories 27 Hans Schmied Foto 8 Update" /> &nbsp; &nbsp; &nbsp; &nbsp;Hans Schmied &egrave; Presidente dell&rsquo;associazione &ldquo;GLEICH UND ANDERS Schweiz&rdquo;, che sostiene e mira alla promozione della salute mentale di tutti. (Foto: privata)
<div class="text pb-50 ">
La degenza nella clinica Barmelweid rinvigor&igrave; gradualmente il signor Schmied. Oltre a un consulto per il Long COVID, frequentava gruppi di educazione psicologica o gruppi di sostegno in cui i partecipanti si confrontavano con le proprie sensazioni di ansia e panico. I suoi disturbi psicosomatici furono affrontati con approcci creativi, come la terapia della pittura o l&rsquo;ergoterapia. Scoprire ed essere consapevole di non essere l&rsquo;unico in quella situazione fu di grande aiuto.
Verso la resilienza grazie ai ceci
Durante le terapie nella clinica, il signor Schmied si &egrave; esercitato anche sull&rsquo;autoriflessione e sulla cura di s&eacute; per aumentare la resilienza nella vita di tutti i giorni. Per riuscirci, ha imparato il trucco dei 10 ceci, che applica ancora oggi con successo: 10 ceci che ogni giorno gli ricordano quanto sia importante conoscere i propri limiti e sapere come evitare di superarli.
</div>
<div class="quote pb-50 ">
<div class="row">
<div class="col-12 col-xl-10 col-xxl-8">
<blockquote>&laquo;Ho imparato a prendermi cura di me e a riflettere&raquo;</blockquote>
</div>
</div>
</div>
<div class="text pb-50 ">
Il trucco dei 10 ceci o delle &laquo;sfere della felicit&agrave;&raquo;
Nella tasca sinistra dei suoi pantaloni, il signor Schmied porta ogni giorno le sue &laquo;sfere della felicit&agrave;&raquo;, ovvero i 10 ceci che gli serviranno nel caso dovesse superare i propri limiti. Quando si accorge di essersi spinto troppo in una situazione e di aver raggiunto i propri limiti, sposta uno dei ceci dalla tasca sinistra a quella destra.
&laquo;La sera si fanno i conti&raquo;
La sera conta i ceci nella tasca sinistra e destra e ripercorre con calma la giornata. Questo gli d&agrave; il tempo di analizzare gli &laquo;eventi particolari&raquo; o la situazione in cui ha &laquo;esagerato&raquo; e riflettere sul perch&eacute; abbia spostato i ceci da una tasca all&rsquo;altra. In questo modo pu&ograve; pianificare in modo pi&ugrave; preciso il <a href="https://www.altea-network.com/it/long-covid/vademecum/fatigue/#pacing" target="_blank" rel="noopener">Pacing</a> o le sue riserve di energia qualora questa situazione specifica si ripresentasse.
</div>
<div class="quote pb-50 ">
<div class="row">
<div class="col-12 col-xl-10 col-xxl-8">
<blockquote>&ldquo;Ho sempre con me le mie sfere della felicit&agrave;: mi ricordano di ascoltare il mio corpo e di riconoscere i miei limiti.&rdquo;</blockquote>
</div>
</div>
</div>
<div class="text pb-50 ">
L&rsquo;importanza dell&rsquo;autoriflessione e della cura di s&eacute;
Il signor Schmied conosce molto bene i <a href="http://altea-network.com/it/vademecum/fatigue/#pem-post-exertional-malaise" target="_self">segnali d&rsquo;allarme del superamento dei limiti</a> ed &egrave; convinto che se non ne presta attenzione, il prossimo crash non si far&agrave; attendere a lungo. Oggi lavora come &laquo;Peer&raquo; al 40% e ciononostante spesso raggiunge il limite. Inoltre, avendo una grande responsabilit&agrave; nei confronti dei pazienti, &egrave; costretto a fare regolarmente delle pause, a volte persino su segnalazione personale del primario. E se tutto questo non basta, sposta un cece dalla tasca sinistra a quella destra, ricordandosi ancora una volta quanto sia importante prendersi cura di s&eacute; stessi e fare autoriflessione quotidianamente.
<img src="https://adm.altea-network.com/assets/4cbde4b9-205a-45d5-a583-5e63b0a1be90?width=1386&amp;height=924" alt="Altea Stories 27 Hans Schmied Foto 3" />Hans Schmied pratica l'autoriflessione e l'autogestione anche nel tempo libero. (Foto: privata)
</div>
</div>
</div>
</div>
</div>
</section>

Ceci, sfere della felicità e l’importanza dell’autoriflessione

Nella gestione del Long COVID entrano in gioco diverse strategie. Monika Grossen ha trovato un modo creativo per affrontare gli alti e bassi della malattia.



La storia di Monika ha inizio a febbraio 2022. L&rsquo;infezione acuta era lieve, ma "gi&agrave; allora la stanchezza si faceva sentire", racconta. "Non pensavo che si trattasse di Long COVID e cos&igrave; ho ripreso presto a lavorare". Tuttavia, la donna, di professione assistente sociale, provava una fatica tale da non riuscire a concentrarsi e soffriva di <a title="Pensiero e percezione" href="https://altea-network.com/it/vademecum/thinking-and-perception/" target="_blank" rel="noopener">nebbia cognitiva</a>.
<img src="https://adm.altea-network.com/assets/bbe5443f-c083-414a-8c99-2a5bfc3f992f?width=961&amp;height=961" alt="Schwindel" />
Vertigini (fonte: LoCo-Diary, Monika Grossen)
Il medico di famiglia consigli&ograve; a Monika di continuare a lavorare con un grado d&rsquo;occupazione massimo del 30% e le disse di avere pazienza. Nemmeno questa riduzione, per&ograve;, agevol&ograve; il rientro. "Mi mancavano semplicemente le forze", afferma Monika. Infine, venne indirizzata all&rsquo;ambulatorio sul Long COVID dell&rsquo;Inselspital di Berna, dove segue tuttora una terapia. I medici riscontrarono una marcata fatica a livello fisico e cognitivo.
Prendere il meglio da ogni terapia
Da quel momento, Monika ha tentato diverse strade: ergoterapia, fisioterapia, agopuntura, massaggio medicale e psicoterapia. "Ho imparato qualcosa da ogni terapia. L&rsquo;ergoterapia, ad esempio, mi ha aiutata tantissimo a imparare la tecnica del <a title="Pacing" href="https://altea-network.com/it/vademecum/fatigue/" target="_blank" rel="noopener">Pacing e a gestire le energie</a>, che oggi sono in grado di dosare meglio". Anche l&rsquo;agopuntura e il massaggio medicale hanno contribuito ad aumentare il senso di benessere di Monika, che sottolinea quanto sia importante individuare le strategie pi&ugrave; adatte alla propria persona.
<img src="https://adm.altea-network.com/assets/1b41cd7f-700f-4779-ba2d-c3cb15035d8e?width=960&amp;height=960" alt="(m)eine Insel" />La (mia) isola (fonte: LoCo-Diary, Monika Grossen)
Monika Grossen ha tratto beneficio non solo dai "classici" metodi terapeutici, ma anche da qualcosa di completamente diverso: un diario fotografico. Da tempo teneva un diario per avere sempre sotto controllo i propri sintomi e individuare l&rsquo;andamento della situazione. "L&rsquo;idea della fotografia mi &egrave; venuta in modo del tutto spontaneo mentre stavo andando a una seduta di fisioterapia", racconta. "Ho tirato fuori il cellulare e ho subito pensato che avrei potuto aggiungere un tocco di creativit&agrave; al mio diario".
Le immagini parlano un&rsquo;altra lingua
La fotografia ha permesso a Monika di ritrovare in se stessa un&rsquo;importante risorsa: la creativit&agrave;. "Quando sono impegnata in attivit&agrave; creative mi sento felice". Alla fine, ha deciso di pubblicare le immagini o tappe pi&ugrave; significative della sua malattia nel "<a title="LoCo-Diary" href="https://larouxla.ch/2022/09/19/locodiary/" target="_blank" rel="noopener">LoCo-Diary</a>" (LoCo sta per Long COVID). "I riscontri che ricevo sono davvero positivi: mi riempiono di gioia e mi danno la forza per continuare su questa strada!", racconta Monika, che evidenzia come le immagini parlino una lingua diversa dalle parole e permettano di esprimersi in tutt&rsquo;altro modo.
<img src="https://adm.altea-network.com/assets/4a6286ad-57ad-41ae-ab01-daf5d0675808?width=240&amp;height=320" alt="Halber Mensch" />
A met&agrave; (fonte: LoCo-Diary, Monika Grossen)
"Il risultato di questo percorso &egrave; ancora ignoto"
Monika documenta con fotografie il decorso della propria malattia da maggio 2022. "Le foto mi aiutano a elaborare la situazione", dichiara. Secondo la donna, le immagini permettono di guardare indietro nel tempo, di vedere cosa ci si &egrave; lasciati alle spalle e di riconoscere i progressi fatti. Per Monika &egrave; bellissimo anche dare spazio alla propria vena creativa e individuare nelle proprie abilit&agrave; un punto di forza, soprattutto in questa situazione complessivamente cos&igrave; difficile. La fotografia &egrave; un&rsquo;attivit&agrave; perfetta per chi ama passeggiare e stare all&rsquo;aperto, altri due elementi che sostengono Monika nel suo percorso di guarigione donandole sempre nuova forza.
Ancora non sa dove la porter&agrave; il diario, ma una cosa &egrave; certa: "Voglio assolutamente continuare finch&eacute; non sar&ograve; guarita. E chiss&agrave; che da questo percorso non nasca qualcosa di nuovo".
<img src="https://adm.altea-network.com/assets/0253998b-c626-4ad4-8169-9a60be80d2fe?width=961&amp;height=961" alt="Hoffnung" />Speranza (fonte: LoCo-Diary, Monika Grossen)

"Le fotografie mi danno la forza di affrontare il Long COVID".

Cosa significa convivere con il Long COVID? Oggi Annette Scholer ci parla della sua voglia di spensieratezza e degli ostacoli quotidiani, come fare la spesa.



<div class="text pb-50 ">
Con il titolo &ldquo;La mia vita con Mr. Long&rdquo;, Altea pubblica in ordine sparso vari contenuti tratti dal diario sul Long COVID di Annette Scholer, che chiama metaforicamente &ldquo;Mr. Long&rdquo; la malattia con cui &egrave; costretta a convivere. Finora sono state pubblicate: &nbsp;<a title="Annette Scholer 1" href="https://altea-network.com/it/stories/annette-scholer-1" target="_self">Parte 1</a>, <a title="Annette Scholer 2" href="https://altea-network.com/it/stories/annette-scholer-2" target="_self">Parte 2</a>,&nbsp;<a href="https://altea-network.com/it/stories/annette-scholer-3" target="_blank" rel="noopener">Parte 3,</a> &nbsp;<a href="https://altea-network.com/it/stories/annette-scholer-4" target="_blank" rel="noopener">Parte 4</a>
&laquo;Di recente sono stata a un concerto. Il primo quarto d&rsquo;ora pensavo che mi scoppiassero le tempie. Non avevo idea di come avrei fatto a sopportare il rumore e a gestire tutti quegli stimoli e la folla. L&rsquo;impatto &egrave; stato cos&igrave; forte che avrei voluto piangere, ma non ci riuscivo.
&Egrave; una cosa che mi capita quando la mia mente &egrave; oberata o affaticata. A distanza di sicurezza sono riuscita a godermi il concerto ancora per un&rsquo;oretta, finch&eacute; la stanchezza non ha preso il sopravvento e il mio viso &egrave; tornato a sembrare un cencio. Cos&igrave; ci siamo diretti verso l&rsquo;uscita e abbiamo cercato un angolino tranquillo. Non la dar&ograve; vinta a Mr.&nbsp;Long e non smetter&ograve; mai di provarci&raquo;.
</div>
<div class="quote pb-50 ">
<div class="row">
<div class="col-12 col-xl-10 col-xxl-8">
<blockquote>&laquo;Per una volta vorrei avere la testa annebbiata per motivi diversi dalla &ldquo;nebbia mentale&rdquo;&raquo;.</blockquote>
</div>
</div>
</div>
<div class="text pb-50 ">
&laquo;Ci sono momenti in cui avrei voglia di fumarmi una canna per non pensare a niente, almeno per un po&rsquo;, soprattutto quando ho forti dolori. Me ne starei lass&ugrave; sulla mia nuvoletta di fumo, felice e contenta. Per una volta il mio cervello sarebbe offuscato per qualcos&rsquo;altro e non per la solita &ldquo;nebbia mentale&rdquo;. Proverei solo allegria e leggerezza e non mi farebbe male niente. Questa s&igrave; che &egrave; vita!
A volte mi piacerebbe alzare un po&rsquo; il gomito per provare quella sensazione di leggerezza. Credo che Mr.&nbsp;Long brinderebbe con me. Ma la paura degli effetti il giorno dopo mi fa sempre desistere: dopotutto il mio cervello &egrave; gi&agrave; abbastanza annebbiato, anche senza bere un goccio di alcol&raquo;.
</div>
<img src="http://dev.movos.perfectartco.com:8055/assets/2c1cfdb8-50c2-42e2-850b-4be2cb7560ff?width=1440&amp;height=1920" alt="Img 5950 Web" />
<section class="imageBlogStory pb-50 "><label>Annette Scholer, che si &egrave; ammalata di COVID-19 nel dicembre 2021, tiene un diario sulla sua nuova vita con &ldquo;Mr. Long&rdquo;. (Foto: privato)</label></section>
<div class="text pb-50 ">&nbsp;</div>
<div class="text pb-50 ">
<div class="text pb-50 ">
<div class="text pb-50 ">
&laquo;Da madre single, per anni sono stata al&nbsp;100% e sono andata avanti come un treno, tenendo sempre tutto sotto controllo da sola. Adesso sto imparando con le maniere forti ad accettare l&rsquo;aiuto degli altri e a mollare la presa. Se non lo faccio arriva Mr.&nbsp;Long e mi ci obbliga lui. Da quando l&rsquo;ho incontrato, anche le incombenze quotidiane come fare la spesa sono diventate un&rsquo;impresa.
Mr.&nbsp;Long non ama gli assembramenti di gente. I luoghi affollati lo stressano parecchio. Quindi devo sempre riflettere bene su dove e quando andare al supermercato per fare la spesa settimanale.
Una volta che abbiamo trovato il luogo e l&rsquo;orario adatto a entrambi inizia la corsa a ostacoli, che affronto a passo di lumaca. Cerco di dosare le forze e poi mi avventuro nei corridoi del supermercato. Ed ecco che incrocio le prime persone sulla mia strada. Perfetto: proprio dove vorrei andare io. Procedo a testa bassa, chiedo scusa, mi butto sul prodotto, lo metto nel carrello e vado avanti&raquo;.
</div>
<div class="quote pb-50 ">
<div class="row">
<div class="col-12 col-xl-10 col-xxl-8">
<blockquote>&laquo;Compro solo quello che c&rsquo;&egrave; sulla lista, sempre che ce la faccia&raquo;.</blockquote>
</div>
</div>
</div>
<div class="text pb-none ">
&laquo;Faccio molta fatica a gestire le persone che chiacchierano e i rumori in generale. A un certo punto capisco che il mio corpo si sta stancando e che ha bisogno di una pausa. Naturalmente nel carrello non c&rsquo;&egrave; nemmeno la met&agrave; delle cose che volevo comprare. Cos&igrave; provo a placare Mr.&nbsp;Long e a scendere a patti con lui. Gli prometto che uscir&ograve; dal negozio il prima possibile. Lui in cambio mi consente di mettere nel carrello un paio di prodotti a portata di mano. Basta con la lista, mi dirigo alla cassa. Grazie a Mr.&nbsp;Long non c&rsquo;&egrave; pericolo che esageri con la spesa.
Alle casse cerco sempre quella con meno coda. Scambio due parole con la cassiera e, allo stremo delle forze, metto la spesa nelle buste e raggiungo a fatica la macchina. Dopo aver sistemato le borse in auto, mi siedo al volante e respiro. Finalmente &egrave; tornato il silenzio: ora non mi resta che calmarmi e aspettare di recuperare le forze per guidare fino a casa. Ce l&rsquo;ho fatta!&raquo;
&raquo; leggere la <a title="Annette Scholer 1" href="https://altea-network.com/it/stories/annette-scholer-1" target="_self">Parte 1</a><a title="Annette Scholer 1" href="/it/stories/annette-scholer-1/" target="_self">, </a><a title="Annette Scholer 2" href="https://altea-network.com/it/stories/annette-scholer-2" target="_self">Parte 2</a><a title="Annette Scholer 1" href="/it/stories/annette-scholer-1/" target="_self">,&nbsp;</a><a href="https://altea-network.com/it/stories/annette-scholer-3" target="_blank" rel="noopener">Parte 3,</a><a title="Annette Scholer 1" href="/it/stories/annette-scholer-1/" target="_self"> &nbsp;</a><a href="https://altea-network.com/it/stories/annette-scholer-4" target="_blank" rel="noopener">Parte 4</a>
</div>
</div>
<div class="text pb-none ">&nbsp;</div>
</div>
<div class="text pb-50 ">&nbsp;</div>

“La mia vita con Mr. Long”: Diario di una paziente – parte 5

Cosa vuol dire convivere con il Long COVID? Nel suo diario Annette Scholer ci parla di dolori sempre nuovi, piani scombussolati e attenzione consapevole.



<div class="text pb-50 ">
Con il titolo &ldquo;La mia vita con Mr. Long&rdquo;, Altea pubblica in ordine sparso vari contenuti tratti dal diario sul Long-COVID di Annette Scholer, che chiama metaforicamente &ldquo;Mr. Long&rdquo; la malattia con cui &egrave; costretta a convivere. Finora sono state pubblicate: &nbsp; <a title="Annette Scholer 1" href="https://altea-network.com/it/stories/annette-scholer-1" target="_self">Parte 1</a><a title="Annette Scholer 1" href="/de/stories/annette-scholer-1/" target="_self">, </a><a title="Annette Scholer 2" href="https://altea-network.com/it/stories/annette-scholer-2" target="_self">Parte 2</a><a title="Annette Scholer 1" href="/de/stories/annette-scholer-1/" target="_self">, </a><a href="https://altea-network.com/it/stories/annette-scholer-3" target="_blank" rel="noopener">Parte 3</a>
&ldquo;Mr. Long vuole di nuovo che parli di lui. Purtroppo &egrave; parecchio egocentrico e ultimamente &egrave; addirittura peggiorato. Prima si accontentava di farsi sentire due volte alla settimana, cos&igrave; che dovevo prendermi almeno un&rsquo;intera giornata di riposo. Ma adesso mi coglie di sorpresa quasi ogni giorno. E io non amo le sorprese. Vorrei tanto sapere cosa mi succede e cosa sono in grado di fare, ma a lui importa ben poco.
Da un po&rsquo; Mr. Long mi fa letteralmente saltare i nervi. Si apposta perlopi&ugrave; vicino alla spina dorsale, causandomi dei dolori lancinanti in diversi punti. Ma ora non gli basta pi&ugrave;, cos&igrave; ha deciso di estendere fitte e bruciori a tutta la schiena. Dopo essersi stancato delle vertebre lombari e toraciche, &egrave; risalito su per la parte alta della schiena fin quasi alla nuca, dove ha deciso di darsi alla pazza gioia.
Gli antidolorifici mi hanno aiutato a malapena a resistere, mentre con il cortisone la situazione &egrave; migliorata rapidamente. Sono andata avanti cos&igrave; per quasi due settimane, poi ho provato a interrompere la cura perch&eacute; mi sentivo meglio. Ma Mr. Long vede tutto e ha pensato bene di vendicarsi... Cos&igrave; mi &egrave; toccato riprendere il cortisone, ma ho potuto almeno ridurre gradualmente gli analgesici&rdquo;.
</div>
<div class="quote pb-50 ">
<div class="row">
<div class="col-12 col-xl-10 col-xxl-8">
<blockquote>&ldquo;Dove mi far&agrave; male la prossima volta? Si accettano scommesse&rdquo;.</blockquote>
</div>
</div>
</div>
<div class="text pb-50 ">
&ldquo;Mi &egrave; venuta un&rsquo;idea imprenditoriale: far scommettere la gente su dove compariranno i miei prossimi dolori. La mattina Mr. Long si accanisce sulla mia gamba destra, poi magari si diverte a passare alla schiena. Uno dei suoi bersagli preferiti &egrave; il mio viso. Conosce a memoria tutti i punti deboli del mio corpo.
L&rsquo;ultima novit&agrave; &egrave; che la parte sinistra del mio viso ha iniziato a vivere di vita propria: se faccio uno sforzo fisico o mentale, Mr. Long ne prende il controllo e mi fa apparire improvvisamente vecchia.
Forse potrei propormi come Frankenstein in qualche casa degli orrori, con quel muscolo del viso che si contrae e poi si gonfia insieme all&rsquo;occhio. Questo &egrave; il segnale che precede la spossatezza. Allora so che devo darmi subito una calmata&rdquo;.
<img src="http://dev.movos.perfectartco.com:8055/assets/121ac742-87e3-4264-aae1-a45185a4b60a?width=1442&amp;height=1920" alt="Img 5490 Web" />Una met&agrave; del viso gonfia, con l&rsquo;occhio sinistro quasi chiuso: Annette Scholer ha immortalato in auto uno dei suoi attacchi. (Foto: privata)
<div class="text pb-50 ">
&ldquo;Sono una perfezionista e mi piace che tutto sia al suo posto, in ordine e pulito. La mia vita, all&rsquo;insegna della disciplina, era scandita da una rigida tabella di marcia. Prima era raro che fossi in ritardo o che cancellassi un impegno. Una madre single non pu&ograve; concedersi pause e deve avere sempre la situazione sotto controllo. Tutto era pensato e organizzato fin nei minimi dettagli.
Non a caso gli imprevisti mi stressano e mi fanno uscire di carreggiata. E ora &egrave; arrivato un tale Mr. Long che sta mandando completamente all&rsquo;aria la mia vita cos&igrave; ben programmata. A volte chiude un occhio (o tutti e due) e mi lascia fare una bella gita con la mia famiglia. Ormai per&ograve; mi serve un secondo autista. Quando Mr. Long perde la pazienza mi fa subito capire che devo dare le chiavi della macchina a qualcun altro. E io obbedisco senza fiatare&rdquo;.
</div>
<div class="quote pb-50 ">
<div class="row">
<div class="col-12 col-xl-10 col-xxl-8">
<blockquote>&ldquo;Mi sento come una donna incinta: in balia degli eventi e senza controllo sul mio corpo&rdquo;.</blockquote>
</div>
</div>
</div>
<div class="text pb-50 ">
&ldquo;Non di rado Mr. Long ed io contrattiamo e sempre pi&ugrave; spesso accetta di scendere a compromessi. Quando arrivo a casa, la mia fase di recupero pu&ograve; essere mooooolto lunga. Le energie mi finiscono di colpo e non mi resta che sdraiarmi: in quei momenti mi sento davvero uno straccio.
Nonostante tutto non mi sento malata; mi paragonerei piuttosto a una donna incinta, in balia degli eventi e senza alcun controllo sul suo corpo. Quando si &egrave; incinte, gli ormoni impazziscono; nel mio caso invece &egrave; Mr. Long a essere imprevedibile&rdquo;.
</div>
<div class="quote pb-50 ">
<div class="row">
<div class="col-12 col-xl-10 col-xxl-8">
<blockquote>&ldquo;Mr. Long ha anche dei lati interessanti: prima non ho mai dovuto confrontarmi cos&igrave; tanto con me stessa&rdquo;.</blockquote>
</div>
</div>
</div>
<div class="text pb-none ">
&ldquo;L&rsquo;attenzione consapevole &egrave; diventata importantissima per me: soppeso cosa riesco a fare, cosa posso inserire nel programma della giornata e per il resto chiudo un occhio. Per la gioia di mia figlia: per lei avere una madre che non funziona pi&ugrave; come prima &egrave; una novit&agrave; assoluta, che le risparmia litigi e discussioni. Anche il mio partner ha la vita pi&ugrave; semplice, perch&eacute; cedo molto di pi&ugrave; e lascio fare a lui.
Tutto sommato, penso che Mr. Long abbia anche dei lati interessanti. L&rsquo;ho detto perfino al mio medico, che ci &egrave; rimasto di sasso e si &egrave; messo a ridere. Ma quando si &egrave; costretti a confrontarsi con se stessi e si impara a conoscersi meglio, cosa che non avevo mai fatto prima perch&eacute; non ne avevo bisogno, si possono fare scoperte davvero istruttive&rdquo;.
&raquo; leggere la&nbsp;<a title="Annette Scholer 1" href="https://altea-network.com/it/stories/annette-scholer-1" target="_self">Parte 1</a><a title="Annette Scholer 1" href="/de/stories/annette-scholer-1/" target="_self">, </a><a title="Annette Scholer 2" href="https://altea-network.com/it/stories/annette-scholer-2" target="_self">Parte 2</a><a title="Annette Scholer 1" href="/de/stories/annette-scholer-1/" target="_self">, </a><a href="https://altea-network.com/it/stories/annette-scholer-3" target="_blank" rel="noopener">Parte 3</a>
</div>
</div>

“La mia vita con Mr. Long”: Diario di una paziente – parte 4

Cosa significa convivere con il Long COVID? Nel suo diario sul Long COVID, Annette Scholer ci parla della sua “Vita con Mr. Long e di “demenza emotiva”, alterazioni olfattive e rumori fastidiosi.



<div class="text pb-50 ">
Con il titolo &ldquo;La mia vita con Mr. Long&rdquo;, Altea pubblica in ordine sparso vari contenuti tratti dal diario sul Long-COVID di Annette Scholer, che chiama metaforicamente &ldquo;Mr. Long&rdquo; la malattia con cui &egrave; costretta a convivere. Finora sono state pubblicate:&nbsp; <a title="Annette Scholer 1" href="https://altea-network.com/it/stories/annette-scholer-1" target="_self">Parte 1</a><a title="Annette Scholer 1" href="/de/stories/annette-scholer-1/" target="_self">, </a><a title="Annette Scholer 2" href="https://altea-network.com/it/stories/annette-scholer-2" target="_self">Parte 2</a>
&ldquo;A dicembre ho compiuto 50 anni. Era da tempo che aspettavo quel momento. Mi dicevo sempre: &ldquo;A 50 anni riparto e inizio a godermi la vita. Ora tocca a me!&rdquo;. Ma nove giorni dopo il mio compleanno mi sono ammalata e tutto &egrave; cambiato. All&rsquo;inizio pensavo che avrei superato la famosa influenza con la C e che poi sarei tornata ai miei piani, ma ben presto mi sono dovuta ricredere. Altro che iniziare un nuovo capitolo e godersi la vita...
Oggi sono felice se ho una giornata in cui non mi sento letteralmente a pezzi. Sono diventata una lumaca e a volte sono grata di riuscire a trascinarmi in bagno da sola. Certe volte vorrei essere imboccata come un uccellino, perch&eacute; non ho nemmeno la forza di masticare&rdquo;.
</div>
<div class="quote pb-50 ">
<div class="row">
<div class="col-12 col-xl-10 col-xxl-8">
<blockquote>&ldquo;Quando sto male, potrei benissimo essere assunta come zombie nella casa degli orrori&rdquo;.</blockquote>
</div>
</div>
</div>
<div class="text pb-50 ">
&ldquo;Mi sento come una mela svuotata con il levatorsoli, a cui hanno tolto una parte del cervello, il centro delle emozioni e la vivacit&agrave;. I miei sentimenti sono scomparsi. Piango, s&igrave;, ma non so se lo faccio per stanchezza o frustrazione. Quando sto male potrei benissimo essere assunta come zombie nella casa degli orrori. Evito il pi&ugrave; possibile di guardarmi allo specchio: mi farei paura da sola.
<img src="http://dev.movos.perfectartco.com:8055/assets/0586c7ac-335d-4114-ad32-a9f1a7158ff6?width=1440&amp;height=1920" alt="Img 5950 Web" />Annette Scholer, che si &egrave; ammalata di COVID-19 nel dicembre 2021, tiene un diario sulla sua nuova vita con &ldquo;Mr. Long&rdquo;. (Foto: privata)
<div class="text pb-50 ">
&ldquo;Quando ci azzardiamo a fare una piccola gita (dopo massimo tre ore e mezza finisco le energie), se non mi sento in forma il mio partner ha il permesso di guidare e riportarmi a casa. In queste situazioni &egrave; il mio salvatore, ma non &egrave; semplice per una come me, abituata a stare al volante da pi&ugrave; di 30 anni, anche per lavoro.
Gliene faccio passare di tutti i colori perch&eacute; non sopporto come guida. Ma lui incassa le mie critiche con una pazienza stoica e mi riporta a casa sana e salva. Se il percorso &egrave; breve, ce la faccio anche da sola, altrimenti aspetto finch&eacute; non mi sono ripresa un po&rsquo;. Pu&ograve; volerci anche un&rsquo;ora&rdquo;.
</div>
<div class="quote pb-50 ">
<div class="row">
<div class="col-12 col-xl-10 col-xxl-8">
<blockquote>&ldquo;Sono diventata come Siri: so descrivere un&rsquo;emozione, ma non sono in grado di provarla. Io la chiamo demenza emotiva&rdquo;.</blockquote>
</div>
</div>
</div>
<div class="text pb-50 ">
&ldquo;Non provo rabbia verso qualcuno o per la mia situazione attuale. Sono diventata come Siri, la voce dell&rsquo;iPhone, che sa descrivere un&rsquo;emozione ma non pu&ograve; provarla. Ecco, io sono uguale. So che si pu&ograve; amare una persona ma non provo pi&ugrave; questo sentimento. Non riesco nemmeno a essere empatica con gli altri.
&Egrave; come se avessi dimenticato tutte le emozioni. Io la chiamo demenza emotiva. Mi auguro che prima o poi i sentimenti riaffiorino. Esistono degli esercizi contro la demenza, se le persone che ti circondano sanno come fare. Ma del resto ho smesso di pensare tanto, perch&eacute; &egrave; troppo faticoso. Alla sera sono gi&agrave; felice se sono riuscita a rispettare tutti gli appuntamenti che avevo&rdquo;.
</div>
<div class="quote pb-50 ">
<div class="row">
<div class="col-12 col-xl-10 col-xxl-8">
<blockquote>&ldquo;A volte gli odori sono cos&igrave; penetranti che non mi escono pi&ugrave; dalle narici&rdquo;.</blockquote>
</div>
</div>
</div>
<div class="text pb-50 ">
&ldquo;Gusto e olfatto sono altri due tasti dolenti. Percepisco gli odori solo se sono forti, mentre per il sapore dei cibi mi aiuto con un sacco di spezie e pepe. Sento anche il profumo degli agrumi, ma a volte gli odori si insinuano nelle mie narici in modo cos&igrave; penetrante che non riesco pi&ugrave; a liberarmene. Cos&igrave; anche quello che mangio sembra sapere di spazzatura. E, come sappiamo, non riesco nemmeno ad arrabbiarmi.
Come se non bastasse, sono diventata ipersensibile ai rumori. Ripeto continuamente a mia figlia e al mio partner di non gridare. Mi d&agrave; fastidio il tintinnio delle posate e non sopporto il rumore delle auto, la musica alta o la TV e perfino una persona che respira affannosamente o fa rumore mentre mangia mi fa saltare i nervi. Faccio molta fatica anche a reggere lo stress delle persone e la gente che parla troppo veloce&rdquo;.
</div>
<div class="quote pb-50 ">
<div class="row">
<div class="col-12 col-xl-10 col-xxl-8">
<blockquote>&ldquo;Faccio pi&ugrave; pause rispetto a prima e ascolto molto di pi&ugrave; il mio corpo&rdquo;.</blockquote>
</div>
</div>
</div>
<div class="text pb-none ">
&ldquo;Mr. Long ha anche dei lati positivi. Percepisco tutto con molta pi&ugrave; attenzione. Faccio pi&ugrave; pause rispetto a prima e ascolto molto di pi&ugrave; il mio corpo. Ormai capisco anche quando la situazione si fa troppo pesante per me. In quei casi cerco di delegare, cosa tutt&rsquo;altro che semplice per me. Sono felice di stare sul sedile del passeggero e di poter ammirare gli alberi rigogliosi, la natura e i fiori. Ho anche riscoperto la scrittura: mi &egrave; sempre piaciuto scrivere, ma era da tempo che mi mancava uno spunto. Ora ho di nuovo dei pensieri che mi va di mettere nero su bianco&rdquo;.
</div>
</div>

“La mia vita con Mr. Long”: diario di una paziente – parte 3

Cosa vuol dire convivere con il Long COVID? Annette Scholer ci parla della sua “Vita con Mr. Long” e degli alti e bassi che affronta ogni giorno.



Con il titolo &ldquo;La mia vita con Mr. Long&rdquo;, Altea pubblica in ordine sparso vari contenuti tratti dal diario sul Long COVID di Annette Scholer, che chiama metaforicamente &ldquo;Mr. Long&rdquo; la malattia con cui &egrave; costretta a convivere. Gi&agrave; pubblicata: <a title="Annette Scholer 1" href="https://altea-network.com/it/stories/annette-scholer-1" target="_self">P</a><a title="Annette Scholer 1" href="https://altea-network.com/it/stories/annette-scholer-1" target="_self">arte 1</a>.
&laquo;Da tre mesi Mr. Long e io facciamo coppia fissa: siamo inseparabili. Ci sono momenti in cui Mr. Long &egrave; davvero mooooooolto tollerante con me. Allora ho i miei giorni s&igrave; e tutto mi sembra quasi come prima.
Tuttavia, sa anche essere diverso. Il giorno in cui avevamo deciso di recuperare la cena di compleanno di mia madre con tutta la famiglia &egrave; stato pessimo. La mattina &egrave; filata liscia come l&rsquo;olio e sono riuscita anche a fare un po&rsquo; di sport. Poi per&ograve; &egrave; andato tutto storto: purtroppo il tecnico della lavatrice &egrave; arrivato in anticipo e io ero un po&rsquo; indaffarata con la preparazione del pranzo. Decisamente TROPPO per Mr. Long, che ha tirato il freno a mano cos&igrave; di colpo da farmi finire dritta sul divano. Non riuscivo pi&ugrave; a fare niente, zero. Ero letteralmente stesa. E adesso? Alle 18.00 avrei dovuto essere pronta e in ghingheri. Mr. Long rideva sotto i baffi: &ldquo;Non pensarci neanche!&rdquo;.&raquo;
<img src="http://dev.movos.perfectartco.com:8055/assets/0586c7ac-335d-4114-ad32-a9f1a7158ff6?width=1440&amp;height=1920" alt="Img 5950 Web" />Annette Scholer, che si &egrave; ammalata di COVID-19 nel dicembre 2021, tiene un diario sulla sua nuova vita con &ldquo;Mr. Long&rdquo;. (Foto: privato)
<div class="text pb-50 ">
&laquo;Sdraiata e sfinita, riuscivo solo a piangere. Di stanchezza o di rabbia? Dovevo davvero disdire la cena? E pensare che ero cos&igrave; felice di uscire. Cos&igrave; ho iniziato a contrattare con Mr. Long. Dopo una lunga discussione interiore ha ceduto e mi ha dato il permesso di andare, anche se ero stravolta.
Tutto sommato &egrave; andata bene, ma dopo neanche due ore si &egrave; rifatto sentire e mi ha sussurrato all&rsquo;orecchio che era ora di tornare a casa. Eppure ci stavamo divertendo. Mr. Long mi ha fatta passare per una vecchietta. Ho pensato: &ldquo;Ci manca solo che ti addormenti sulle patatine per la stanchezza&rdquo;.
Cos&igrave; ho mangiato in fretta e furia il dolce cercando di intrattenere Mr. Long. Poi ho fatto una faccia sfinita per l&rsquo;abbondante cena e, guardando l&rsquo;orologio, ho detto che si era fatto tardi, anche se erano solo le 21.00. Per fortuna, anche gli altri erano d&rsquo;accordo e siamo andati via. Il viaggio verso casa &egrave; stato un incubo. Sono riuscita per un pelo a trascinarmi a letto, dove sono rimasta.&raquo;
</div>
<div class="quote pb-50 ">
<div class="row">
<div class="col-12 col-xl-10 col-xxl-8">
<blockquote>&ldquo;Il weekend successivo Mr. Long era in ferie e me la sono spassata&rdquo;.</blockquote>
</div>
</div>
</div>
<div class="text pb-50 ">
&laquo;S&igrave;, a volte Mr. Long &egrave; davvero perfido, ma il weekend successivo era in ferie e me la sono spassata. Ho sfruttato al massimo la sua assenza: ho fatto lunghe passeggiate, mi sono riposata e goduta la natura.
Purtroppo, luned&igrave; Mr. Long &egrave; tornato. La mattina &egrave; andata bene, finch&eacute; non si &egrave; avvicinata l&rsquo;ora di un appuntamento importante. Poco prima sono andata in tilt: formicolio a braccia e gambe, fiato corto... sono rimasta in auto, stanca e in silenzio, in attesa che la situazione migliorasse. Ci &egrave; voluto parecchio.
Solo dopo pi&ugrave; di un&rsquo;ora il sangue ha ripreso a scorrere e sono riuscita a presentarmi all&rsquo;appuntamento. Dopodich&eacute; ho fatto uno spuntino mentre aspettavo il mio partner. Lenta come una lumaca ho attraversato con lui i corridoi del negozio e mi sono trascinata fino alla macchina. Insieme, nel romanticismo del parcheggio, abbiamo aspettato che stessi meglio. Dopo un po&rsquo; ho sentito tornare le energie e sono potuta rientrare a casa.&raquo;
</div>
<div class="quote pb-50 ">
<div class="row">
<div class="col-12 col-xl-10 col-xxl-8">
<blockquote>&ldquo;Mr. Long non sopporta il rumore, soprattutto quando la gente parla tutta insieme&rdquo;.</blockquote>
</div>
</div>
</div>
<div class="text pb-50 ">
&laquo;Nei giorni seguenti Mr. Long mi ha lasciata in pace e si &egrave; ripresentato solo venerd&igrave;. Avevo deciso di andare all&rsquo;appuntamento dei Samaritani e di passare una bella serata. Mr. Long per&ograve; voleva solo approfittare di una cena gratis e svignarsela il prima possibile. Non sopporta il rumore delle conversazioni, soprattutto se la gente parla tutta insieme. Ho fatto fatica a non finire con la faccia nel risotto.
Cos&igrave; ho salutato biascicando qualche parola in francese. Fuori, mi sono appoggiata prima a una fontana e poi sono rimasta ad aspettare in auto l&rsquo;occasione giusta per prendere la via di casa. Dopo mezz&rsquo;ora mi sono sentita meglio e mi sono messa al volante senza problemi.&raquo;
</div>
<div class="quote pb-50 ">
<div class="row">
<div class="col-12 col-xl-10 col-xxl-8">
<blockquote>&ldquo;In realt&agrave; Mr. Long ha anche delle qualit&agrave;. A volte mi sta quasi simpatico&rdquo;.</blockquote>
</div>
</div>
</div>
<div class="text pb-none ">
&laquo;Era di nuovo l&rsquo;ora di una pausa. Proprio quando volevo andare a letto, Mr. Long ha pensato che fosse l&rsquo;ora di scrivere una nuova storia su di lui. A volte penso che gli piaccia. Ero cos&igrave; sveglia che, volente o nolente, mi sono dovuta sedere al computer a scrivere questo racconto.
Magari un giorno diventeremo famosi e tutto questo avr&agrave; un risvolto positivo. A dire la verit&agrave;, Mr. Long ha anche delle qualit&agrave;. Mi frena e mi obbliga a darmi una calmata, a non pensare troppo a domani. Ammetto che a volte mi sta quasi simpatico, il mio Mr. Long.&raquo;
&raquo; leggere la <a title="Annette Scholer 1" href="https://altea-network.com/it/stories/annette-scholer-1" target="_self">parte 1</a>
</div>

“La mia vita con Mr. Long”: Diario di una paziente – parte 2

Cosa significa convivere con il Long COVID? Come ci si sente? Nel suo diario sul Long COVID, Annette Scholer ci parla della sua “Vita con Mr. Long”.

Con il titolo &ldquo;La mia vita con Mr. Long&rdquo;, Altea pubblica in ordine sparso vari contenuti tratti dal diario sul Long COVID di Annette Scholer, che chiama metaforicamente &ldquo;Mr. Long&rdquo; la malattia con cui &egrave; costretta a convivere.
&laquo;Ormai sono quasi tre mesi che Mr. Long mi comanda a bacchetta e mi segue ovunque. Mi sta sempre appiccicato come una sanguisuga, come un drone mi osserva dall&rsquo;alto senza mai perdermi d&rsquo;occhio. Non riesco a liberarmene nemmeno per un minuto. Al momento Mr. Long &egrave; molto pi&ugrave; forte di quanto pensassi e mi sembra quasi invincibile. Pi&ugrave; cerco di sfuggirgli e pi&ugrave; mi sta attaccato come un francobollo. Con il suo elastico invisibile mi ha catapultata senza piet&agrave; dalla corsia di sorpasso a quella di emergenza, senza curarsi minimamente di ci&ograve; che vorrei.&raquo;
<img src="http://dev.movos.perfectartco.com:8055/assets/a3fc425a-aa88-4352-bb3c-d9aaefbb4484?width=1440&amp;height=1920" alt="Img 5950 Web" />
Annette Scholer, che si &egrave; ammalata di COVID-19 nel dicembre 2021, tiene un diario sulla sua nuova vita con &ldquo;Mr. Long&rdquo;. (Foto: privato)
<div class="text pb-50 ">
&laquo;Se mi oppongo, faccio resistenza e mi inalbero, vengo condannata all&rsquo;immobilit&agrave;. In un attimo mi stende a tappeto, come se mi tirasse un pugno fortissimo. Se sono fortunata, faccio ancora in tempo a sdraiarmi sul divano o sul letto. Se Mr. Long &egrave; cos&igrave; carino da lasciarmi qualche attimo in pi&ugrave;, devo trovare in fretta, altra cosa al momento impossibile, un posto per sedermi, cercare di calmarmi e fare respiri profondi. Ci vogliono 15-20 minuti prima che riacquisti il controllo di braccia e gambe e possa provare lentamente ad alzarmi.&raquo;
</div>
<div class="quote pb-50 ">
<div class="row">
<div class="col-12 col-xl-10 col-xxl-8">
<blockquote>&ldquo;Adesso noto quanto &egrave; stressata la gente che mi circonda&rdquo;.</blockquote>
</div>
</div>
</div>
<div class="text pb-50 ">
&laquo;Mr. Long vuole che cammini pianissimo e in modo consapevole: quando faccio le mie passeggiate mi accorgo di quanto sia stressata la gente che mi circonda. Con mio grande disappunto, vengo sorpassata anche dagli anziani. La maggior parte delle persone che incontro ha un&rsquo;espressione tesa, tiene il cellulare in mano e guarda fissa davanti a s&eacute;... non sia mai che qualcuno volesse fare due chiacchiere. Non hanno tempo n&eacute; tantomeno un secondo di pace. Mangiano, parlano e intanto camminano a passo spedito.
Anche ascoltare per me pu&ograve; diventare davvero faticoso. Mi rendo conto che molti parlano come una mitragliatrice, senza fare mai una pausa. Mi chiedo se prendano fiato tra una frase e l&rsquo;altra. Sembra di no. Chiss&agrave;, forse avranno le branchie! Immagino che non abbiano tempo di parlare pi&ugrave; lentamente perch&eacute; con la testa sono gi&agrave; a fare la spesa o stanno pensando alle cose da fare dopo o a casa e via dicendo.&raquo;
</div>
<div class="quote pb-50 ">
<div class="row">
<div class="col-12 col-xl-10 col-xxl-8">
<blockquote>&ldquo;Mr. Long &egrave; implacabile con me&rdquo;.</blockquote>
</div>
</div>
</div>
<div class="text pb-50 ">
&laquo;Le molteplici forme di stress che scandiscono le giornate della gente &lsquo;normale&rsquo; per me sono diventate inimmaginabili. Mr. Long &egrave; implacabile con me e se tentassi di farlo mi inchioderebbe subito per ore a letto. Quanto a fare programmi, ormai ci ho rinunciato. Desideri, cose da fare, vedere e sperimentare: ho messo tutto da parte. Per ora posso solo vivere nel presente. A &lsquo;Miss Memoria&rsquo; non interessa il passato e tantomeno cosa succeder&agrave; domani. L&rsquo;importante per lei &egrave; non sforzarsi troppo.
Eh s&igrave;, la mia vita &egrave; cambiata in modo radicale. Miss Memoria collabora solo quando ne ha voglia e quando le lascio abbastanza tempo per risvegliarsi dal suo torpore e riattivarsi. In caso contrario continua spietata a scioperare.&raquo;
</div>
<div class="quote pb-50 ">
<div class="row">
<div class="col-12 col-xl-10 col-xxl-8">
<blockquote>&ldquo;Il mio compagno capta i segnali della mia spossatezza molto prima di me&rdquo;.</blockquote>
</div>
</div>
</div>
<div class="text pb-50 ">
&laquo;Mr. Long mi obbliga a piegarmi a ogni sua bizza. A tale riguardo il mio partner &egrave; pi&ugrave; tollerante. Ogni tanto chiude un occhio, ma mi guarda con severit&agrave; e rimugina chiss&agrave; cosa. A quel punto mi accorgo che forse ho messo troppa carne al fuoco.
Il mio compagno me lo legge in faccia quando il mio corpo sta per dire basta. Cos&igrave; mi avvisa: "Guarda che tra cinque o dieci minuti non riuscirai pi&ugrave; a fare nulla". Questi segnali di spossatezza io li percepisco solo molto pi&ugrave; tardi. Per fortuna la mia dolce met&agrave; sta al gioco con grande pazienza e si adatta ai miei ritmi, cosa non facile per una persona iperattiva, abituata ad andare sempre al massimo.&raquo;
</div>
<div class="quote pb-50 ">
<div class="row">
<div class="col-12 col-xl-10 col-xxl-8">
<blockquote>&ldquo;Mollare la presa &egrave; molto pi&ugrave; efficace che dire: voglio fare questo, devo ancora fare quest&rsquo;altro&hellip;&rdquo;.</blockquote>
</div>
</div>
</div>
<div class="text pb-none ">
&laquo;Quanto durer&agrave; tutto questo? Ho smesso di pensarci e di arrovellarmi il cervello. Cerco di imparare a vivere giorno per giorno, accettando quello che viene. Non &egrave; semplice per una come me, che prima era abituata ad avere sempre tutto sotto controllo.
Ogni giorno metto in programma una cosa o un appuntamento e, soprattutto, cerco di fare un minimo di movimento. Se dopo ho ancora le forze per qualcos&rsquo;altro, tanto meglio. Cedere, lasciar andare, fidarsi e accettare la situazione mi d&agrave; pi&ugrave; energia che dire: voglio fare questo, devo ancora fare quest&rsquo;altro... Se ogni giorno mi prefiggo solo piccoli obiettivi, ho buone possibilit&agrave; di raggiungerli. E quando le cose vanno come vorrei sono gi&agrave; pi&ugrave; che soddisfatta.&raquo;
&raquo; leggere la <a title="Annette Scholer 2" href="https://altea-network.com/it/stories/annette-scholer-2" target="_self">parte 2</a>
</div>

“La mia vita con Mr. Long”: Diario di una paziente – parte 1

Vasileios Nittas è un epidemiologo e fa ricerca sul Long COVID. In più, ne è stato colpito lui stesso. Qui parla della sua ricerca e della sua motivazione.

​​​Il Long Covid, com’è noto, ha molti volti. La ricerca in quest’ambito si configura in modo altrettanto complesso. Vasileios Nittas è un ricercatore post-doc presso l’Università e il Politecnico federale di Zurigo e segue due progetti sul Long COVID. Nell’intervista con Altea rivela quali sono gli aspetti interessanti e quali risultano invece talvolta frustranti.

​​​Ricerca sul Long COVID: esplorativa, sfaccettata e complessa | Altea​​

Il Long COVID al momento &egrave; un argomento scottante nella ricerca di tutto il mondo. Chi se ne occupa, per&ograve;, in concreto? Vasileios Nittas, ad esempio. Il ricercatore sta svolgendo un post-dottorato in epidemiologia presso l&rsquo;Universit&agrave; di Zurigo ed &egrave; stato lui stesso una persona affetta da Long COVID.&nbsp;
Vasileios Nittas, come sono stati gli esordi della ricerca sul Long COVID?&nbsp;
Quando abbiamo cominciato la ricerca non avevamo ancora la minima idea della direzione da prendere. Per quanto si sapesse che ci sarebbero potute essere delle conseguenze a lungo termine, non era ancora chiaro cosa ci&ograve; significasse. Descriverei l&rsquo;approccio della ricerca come esplorativo e intuitivo.&nbsp;&nbsp;
Anche oggi, dopo due anni, le evidenze sono lacunose. Restano diverse incertezze. A ci&ograve; si somma il fatto che il Long COVID &egrave; una malattia con un&rsquo;ampia variet&agrave; di sfaccettature e sintomi. Formulare definizioni chiare diventa pertanto ancora pi&ugrave; complesso.
<blockquote>
&ldquo;Il Long COVID ha un&rsquo;ampia variet&agrave; di sfaccettature e sintomi, il che rende la ricerca complessa, ma anche stimolante.&rdquo;
</blockquote>
Non &egrave; frustrante, a volte?<span data-ccp-props="{&quot;201341983&quot;:0,&quot;335551550&quot;:6,&quot;335551620&quot;:6,&quot;335559731&quot;:0,&quot;335559739&quot;:120,&quot;335559740&quot;:300,&quot;469777462&quot;:[3870],&quot;469777927&quot;:[0],&quot;469777928&quot;:[1]}">&nbsp;
In effetti a volte tutto ci&ograve; pu&ograve; essere frustrante e confusionario. Eppure, &egrave; anche affascinante, stimolante e formativo. Proprio questa &egrave; la parte predominante. In pi&ugrave;, tengo sempre a mente il benessere delle persone colpite. Vorrei contribuire a migliorare la loro vita e trovare possibili cure che possano aiutarle. In fondo, anch&rsquo;io ho provato sulla mia pelle cosa significa essere colpiti dal Long COVID, un&rsquo;esperienza che oggi mi motiva.
&Egrave; stato colpito dal Long COVID in prima persona. Come sta adesso e quali sintomi ha o ha dovuto affrontare?<span data-ccp-props="{&quot;201341983&quot;:0,&quot;335551550&quot;:6,&quot;335551620&quot;:6,&quot;335559731&quot;:0,&quot;335559739&quot;:120,&quot;335559740&quot;:300,&quot;469777462&quot;:[2100],&quot;469777927&quot;:[0],&quot;469777928&quot;:[1]}">&nbsp;
Sono tra le prime persone ad aver sviluppato conseguenze a lungo termine. All&rsquo;epoca nessuno parlava ancora di Long COVID. I sintomi sono cominciati poco dopo l&rsquo;infezione acuta e sono durati diversi mesi. Ad esempio, ho sofferto di disturbi sensoriali, formicolii, leggere vertigini e mal di testa. Non sapevo quale fosse il problema e mi sono sottoposto a molti esami. Sono convinto che oggi il trattamento si svolgerebbe meglio e in modo pi&ugrave; coordinato.<span data-ccp-props="{&quot;201341983&quot;:0,&quot;335551550&quot;:6,&quot;335551620&quot;:6,&quot;335559731&quot;:0,&quot;335559739&quot;:120,&quot;335559740&quot;:300,&quot;469777462&quot;:[2100],&quot;469777927&quot;:[0],&quot;469777928&quot;:[1]}">&nbsp;
La fisioterapia mi ha aiutato e oggi sto molto meglio. Ogni tanto i sintomi ricompaiono, ma sono comunque meno frequenti di prima. Il Long COVID &egrave; come le montagne russe ed &egrave; cos&igrave; anche la ricerca in materia!
<blockquote>
&ldquo;Tengo sempre a mente il benessere delle persone colpite e voglio contribuire a migliorare la loro vita.&rdquo;
</blockquote>
Quando ha iniziato a fare ricerca sul Long COVID? Prima o dopo essersi ammalato?&nbsp;
Le due cose sono avvenute pi&ugrave; o meno contemporaneamente. Avevo i sintomi da circa tre o quattro mesi quando ho iniziato a lavorare ai progetti sul Long COVID. All&rsquo;epoca, tuttavia, non pensavo di averlo. Solo dopo sono giunto a questa consapevolezza.
<img src="https://adm.altea-network.com/assets/d50da48d-5b26-454c-ba36-97e186167164?width=612&amp;height=560" alt="Vasileios Nittas fa ricerca sul Long COVID per l&rsquo;Universit&agrave; e il Politecnico federale di Zurigo. (fonte: a dispo.)" />
Pu&ograve; raccontare qualcosa di pi&ugrave; in merito ai progetti a cui sta lavorando?&nbsp;
I progetti in cui sono coinvolto sono sostanzialmente due. Il primo &egrave; un <a href="https://www.bag.admin.ch/dam/bag/de/dokumente/mt/k-und-i/aktuelle-ausbrueche-pandemien/2019-nCoV/Literaturrecherchen/literaturrecherchen_long_covid_20220317.pdf.download.pdf/FOPH_LitReport_Covid-19%20LongCOVID_20220317.pdf">report all&rsquo;attenzione dell&rsquo;UFSP</a> che redigiamo ogni due mesi e in cui riassumiamo le nuove conoscenze disponibili sul Long COVID. Esaminiamo le pubblicazioni pi&ugrave; recenti, le leggiamo ed estraiamo i dati necessari per il report. &Egrave; innanzitutto un lavoro di ricerca della letteratura.&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;
Nel secondo progetto l&rsquo;obiettivo &egrave; coinvolgere nella ricerca le persone colpite dal Long COVID. In quest&rsquo;ottica abbiamo dato vita al primo <a href="https://youtu.be/JR2wQQDL55Q">progetto di &ldquo;Citizen Science&rdquo;</a> e, insieme a 30 persone colpite, abbiamo cercato di definire quelle che dal loro punto di vista sono le pi&ugrave; significative priorit&agrave; della ricerca sul Long COVID. Nel frattempo, <a href="https://altea-network.com/it/blog/72-articolo-lccsb/" target="_self">il progetto</a> &egrave; stato completato e le <a href="https://link.springer.com/article/10.1007/s40271-022-00579-7">raccomandazioni sono state pubblicate</a>.
<blockquote>
&ldquo;Nel trattamento e nella riabilitazione sono ancora tante le lacune da colmare.&rdquo;
</blockquote>
Quali conoscenze &egrave; stato possibile acquisire finora?&nbsp;
A essere sinceri, ci sono ancora diverse lacune da colmare. Sappiamo che circa il 20 per cento delle persone che sono state infettate dal COVID-19 sviluppa sintomi a lungo termine. Ci&ograve; dipende da vari fattori, ad esempio malattie pregresse, entit&agrave; dell&rsquo;infezione acuta, et&agrave;, ecc.&nbsp;
Sappiamo anche che il Long COVID &egrave; una malattia dai mille volti. Di conseguenza, &egrave; difficile affermare &ldquo;questo &egrave; sicuramente Long COVID&rdquo;. Eppure, si hanno gi&agrave; diverse conoscenze sui sintomi e la letteratura scientifica ne presenta un quadro piuttosto chiaro.&nbsp;&nbsp;
Nel campo della prevenzione e del trattamento, tuttavia, le cose sono diverse. Sappiamo ancora troppo poco per poter fare delle affermazioni inequivocabili. Di recente sono stati pubblicati alcuni articoli scientifici in cui si &egrave; studiato come influisce l&rsquo;alimentazione sul Long COVID. Le evidenze sono tuttavia ancora insufficienti per avere delle certezze. Il nostro obiettivo deve essere quello di trovare trattamenti e tipologie di riabilitazione in grado di migliorare la vita delle persone colpite.
Cosa c&rsquo;&egrave; in programma per il futuro? Ci sar&agrave; una collaborazione internazionale?&nbsp;&nbsp;&nbsp;
La collaborazione internazionale &egrave; estremamente importante. Possiamo imparare molto gli uni dagli altri. Entrambi i progetti per cui lavoro sono per&ograve; focalizzati sulla Svizzera. L&rsquo;interesse verso la pandemia si sta un po&rsquo; affievolendo, ma &egrave; importante mantenere la concentrazione e non perdere l&rsquo;occasione per fare ricerca sul Long COVID. A breve si attendono pi&ugrave; pubblicazioni sul tema del trattamento e della riabilitazione. Non vediamo l&rsquo;ora di leggerle!

“Il Long COVID e la relativa ricerca sono come le montagne russe!”

Brigitte Post è stata affetta da Long COVID in fase iniziale. Con il vaccino credeva di essere guarita ma si sbagliava. Oggi combatte con pazienza e umiltà per la sua qualità di vita.

La storia del Long COVID di Brigitte Post non manca di colpi di scena. Altea ha <a href="https://altea-network.com/it/stories/brigitte-post21/" target="_self">gi&agrave; parlato di lei una volta</a>.
Riepilogando, Brigitte Post ha contratto l&rsquo;infezione da COVID-19 all&rsquo;inizio del 2020 ed &egrave; stata una delle prime persone colpite da Long COVID in Svizzera. Nella primavera del 2021 &egrave; giunta la svolta con il vaccino, ma solo temporaneamente. &ldquo;Ho l&rsquo;impressione che siano passati anni da queste poche settimane di tregua: da allora sono successe cos&igrave; tante cose&rdquo;, ci racconta al telefono. &ldquo;I sintomi sono ricomparsi all&rsquo;improvviso dopo sette settimane, pi&ugrave; forti di prima. Avevo circa il 30% della mia energia&rdquo;, conclude Post. &ldquo;Mi sentivo davvero uno straccio&rdquo;.
<blockquote>
&ldquo;Oltre alla terapia, &egrave; importante gestire le energie in modo sistematico&rdquo;.
</blockquote>
Cos&igrave; Brigitte Post ha iniziato a informarsi sulla H.E.L.P. aferesi. L&rsquo;aferesi &egrave; una sorta di lavaggio del sangue che tra le altre cose filtra i coaguli e le sostanze infiammatorie, favorendo cos&igrave; la guarigione. In tal modo Post sperava di contrastare l&rsquo;infiammazione vascolare e l&rsquo;insufficiente afflusso di sangue ai tessuti, secondo lei responsabili dei suoi sintomi. Tuttavia, l&rsquo;efficacia dell&rsquo;aferesi per il Long COVID non &egrave; ancora stata confermata scientificamente (vedi riquadro). All&rsquo;inizio del 2022, Brigitte Post ha ottenuto un posto per sottoporsi alla terapia a Oerlikon. &ldquo;Ero felicissima, era la mia ancora di salvezza in un momento drammatico&rdquo;, ricorda.
Non una mera &ldquo;riparazione&rdquo;
Allo stesso tempo, sapeva bene che l&rsquo;aferesi &egrave; tutt&rsquo;altro che una passeggiata: &ldquo;Non &egrave; come riparare un&rsquo;auto che entra rotta in officina e ne esce come nuova&rdquo;, dice metaforicamente. Bisogna essere in grado di affrontare le estenuanti sessioni di terapia che durano diverse ore, aggiunge. &ldquo;Mi portavo sempre dietro dei succhi di frutta sani per poter recuperare le forze dopo l&rsquo;aferesi e riuscire a tornare a casa&rdquo;. Inoltre, &egrave; necessario sostenere il processo di guarigione riducendo lo stress e applicando con costanza la strategia del <a href="http://altea-network.com/it/vademecum/fatigue/#pacing" target="_self">Pacing</a>. &ldquo;Altrimenti l&rsquo;effetto si annulla immediatamente&rdquo;.
Per di pi&ugrave;, i costi di circa 2000 franchi a seduta sono relativamente alti e possono portare rapidamente il totale alle stelle. Al momento non &egrave; chiaro se l&rsquo;assicurazione sanitaria coprir&agrave; i costi. Potrebbe essere possibile ottenere un rimborso spese parziale avviando un&rsquo;azione legale. Tuttavia, non esistono ancora precedenti in tal senso.
<img src="https://adm.altea-network.com/assets/9843d4a0-eb35-4d14-ad07-b346ec7ab9eb?width=1920&amp;height=1440" alt="Img 9449 Web" />
Attaccata ai tubi per ore: Brigitte Post durante una delle sue sedute di aferesi. (Foto: privata)
&nbsp;
Brigitte Post ha riscontrato diversi miglioramenti: la smemoratezza &egrave; diminuita, la nebbia cerebrale e i problemi di circolazione sono scomparsi e la termoregolazione del corpo ha ripreso a funzionare normalmente.
Problemi di concentrazione
Ma non tutto &egrave; tornato come prima: un test effettuato presso l&rsquo;ospedale cantonale di Aarau ha confermato la persistenza di <a href="http://altea-network.com/it/vademecum/thinking-and-perception/#energy-management-brain-performance-training" target="_self">problemi neurocognitivi</a>. Anche al telefono, dopo un po&rsquo; di tempo, si sente che Post a volte deve cercare le parole, vacilla e perde un po&rsquo; il filo. Tuttavia, lo si nota solo se si &egrave; a conoscenza della sua condizione, in quanto altrimenti &egrave; lucida, spiritosa e racconta la sua storia in modo avvincente.
Sotto controllo con molto impegno
Tuttavia, raggiungere il 70-80% della condizione (come stimato da Brigitte Post) richiede un&rsquo;enorme disciplina. Questo vale, ad esempio, per la gestione dell&rsquo;energia e l&rsquo;alimentazione. Post si astiene rigorosamente dall&rsquo;alcol: &ldquo;Se bevo una birra analcolica che contiene una traccia di alcol residuo me ne accorgo subito&rdquo;, afferma. &ldquo;Devo assicurarmi che si tratti davvero dello 0,0% di alcol&rdquo;. Ieri ha bevuto &ldquo;un mini-sorso&rdquo; di R&ouml;teli per la prima volta dopo mesi perch&eacute; si sentiva bene, ma si &egrave; resa subito conto dell&rsquo;effetto nella sua testa, anche a distanza di un giorno.
<img src="https://adm.altea-network.com/assets/02caa19d-d092-497e-a18a-27f0009831e1?width=1440&amp;height=1920" alt="Img 5680 Web" />
&ldquo;Ho dovuto imparare a non curarmi delle prestazioni&rdquo;: in camper in Danimarca Brigitte si riprende dalle aferesi. (Foto: privata)
Brigitte Post ha dovuto fare un passo indietro anche dal punto di vista professionale e, attualmente, la sua azienda &egrave; in gran parte ferma. &ldquo;Ho 60 anni e per 58 ho sempre mirato alle prestazioni. Ora ho dovuto imparare a non preoccuparmene&rdquo;. Ha ricevuto supporto da una terapeuta occupazionale. Inoltre, ha escogitato anche altre strategie ad-hoc. Quando la sua <a href="http://altea-network.com/it/vademecum/fatigue/#pem-post-exertional-malaise" target="_self">intolleranza allo stress</a> era ai massimi livelli si &egrave; servita di un foglietto con la scritta &ldquo;In questo momento sono intollerante allo stress&rdquo;. Ha potuto darlo alla moglie, che cos&igrave; sapeva che la sua partner era &ldquo;fuori servizio&rdquo;. &ldquo;Non avevo la forza di dare spiegazioni&rdquo;.
Innumerevoli appuntamenti portati a termine
Per Brigitte Post &egrave; rassicurante sapere di potersi sottoporre all&rsquo;aferesi se la situazione peggiorasse di nuovo. Perch&eacute; gli ultimi due anni sono stati un&rsquo;odissea estenuante. &ldquo;Una volta mi sono messa a fare due conti: in 27 mesi ho sostenuto 59 visite mediche e consultazioni e seguito 85 terapie tra terapia respiratoria, terapia pittorica, terapia occupazionale, MTC e osteopatia... Purtroppo molte visite di medicina convenzionale sono state vane perch&eacute; non ci sono ancora terapie approvate. La medicina complementare mi ha aiutato a gestire i sintomi e a prevenire eventuali peggioramenti&rdquo;.
&ldquo;Adesso ho rielaborato e digerito il tutto&rdquo;, sostiene Brigitte Post alla fine della conversazione, quasi un po&rsquo; sorpresa. &ldquo;Ma preferisco guardare avanti, verso il Pacing, la consapevolezza, la creativit&agrave; e la gioia di vivere&rdquo;.
In parte lo si nota gi&agrave;: Brigitte Post ha infatti ripreso la sua lunga attivit&agrave; artistica, recentemente interrotta, e propone le sue espressioni di seta e foulard di seta personalizzati sul suo <a href="https://www.post-direct.ch/postsilkart#c5">sito web</a>.
<img src="https://adm.altea-network.com/assets/7d40ecc4-78b3-48ef-86e8-16f7570210aa?width=2000&amp;height=1491" alt="W Detail Satin Gross1 Img 1779 Web" />
Sfumature di colore incomparabili, lucentezza unica: la seta esercita un fascino magnetico su Brigitte Post. (Foto: privata)

59 visite mediche, 85 appuntamenti di terapie e 6 aferesi in 27 mesi

Malgrado le avvisaglie, Jean-Luc Hadey non ha mollato, fino al crollo che gli ha mostrato i suoi limiti. Ora lotta con ottimismo per tornare alla vita di prima.

&ldquo;Il Long COVID &egrave; una presenza quotidiana. Non siamo buoni amici, ma conviviamo pacificamente&rdquo;. Jean-Luc Hadey descrive cos&igrave; la sua vita con la sindrome. L&rsquo;affinatore di formaggio della Svizzera orientale &egrave; per natura molto orientato alle prestazioni. Per questo, ancora oggi ha difficolt&agrave; ad accettare che la pratica di certe attivit&agrave; non gli &egrave; pi&ugrave; possibile o richiede pi&ugrave; tempo. &ldquo;Ma c&rsquo;&egrave; sempre un&rsquo;alternativa&rdquo;, aggiunge.
Jean-Luc Hadey ama la montagna. Adesso non riesce pi&ugrave; a conquistare le cime, ma pu&ograve; comunque scoprire nuovi sentieri in pianura. &ldquo;&Egrave; sensazionale&rdquo;, dice sorridendo. Inoltre, il Long COVID rende in qualche modo pi&ugrave; rilassati: &ldquo;Quando vedo che il bus &egrave; gi&agrave; alla fermata, so che non devo (o posso) correre. Cos&igrave; mi stresso molto meno.&rdquo; Dall&rsquo;altro lato si perde per&ograve; anche una certa spontaneit&agrave;.
<img src="https://adm.altea-network.com/assets/7d68929a-0e1b-44e5-aeb4-c2a27e8b06a5?width=4032&amp;height=3024" alt="Img 0540" />
Jean-Luc Hadey porta stampata in volto la passione per il suo lavoro. (fonte: a dispo. )
Ripensare la vita
Fino a poco tempo fa Jean-Luc non avrebbe mai detto niente del genere. Gli ci &egrave; voluto un <a href="https://altea-network.com/it/vademecum/fatigue" target="_self">crash (crollo)</a> per capire che doveva ripensare la sua vita. &ldquo;Era un giorno normale. Sono tornato a casa da Zurigo. Giunto al mio appartamento al terzo piano, ero totalmente senza fiato. Mi sono sdraiato sul divano e non mi sono pi&ugrave; mosso.&rdquo;
La storia di Jean-Luc con il Long COVID &egrave; iniziata qualche mese prima. Non sa dove abbia contratto l&rsquo;infezione. Aveva i sintomi di un&rsquo;influenza, con mal di testa e dolori agli arti. Dopo circa tre settimane si &egrave; aggiunta la <a href="https://altea-network.com/it/vademecum/taste-and-smell" target="_self">perdita di gusto e olfatto</a>. &ldquo;Un grosso inconveniente per il mio lavoro di affinatore di formaggio e food-scout. Per tenere alto il morale, ho continuato a cucinare proprio come prima&rdquo;, prosegue. Oggi, per fortuna, sente di nuovo sapori e odori.
<blockquote>
&ldquo;Si impara a risparmiare le energie.&rdquo;
</blockquote>
&ldquo;Volevo farcela da solo&rdquo;
Hadey capisce in fretta di non poter pi&ugrave; tornare alla forma precedente l&rsquo;infezione. Adesso soffre anche di stanchezza estrema e <a href="https://altea-network.com/it/vademecum/breathing" target="_self">difficolt&agrave; respiratorie</a>. Descrive l&rsquo;esperienza come &ldquo;estenuante&rdquo;. Alla fine, va dal proprio medico, che gli raccomanda il programma ambulatoriale Long COVID della <a href="https://www.rehazentrum-valens.ch/it/">clinica di riabilitazione Valens</a>. Solo dopo altri due mesi senza miglioramenti, Hadey si decide a partecipare.
&ldquo;Con il senno di poi, so che avrei dovuto farlo prima&rdquo;, riflette. Cos&igrave;, all&rsquo;inizio di giugno dello scorso anno va alla prima seduta settimanale. &ldquo;Soprattutto nell&rsquo;ergoterapia ho ricevuto molti semplici consigli quotidiani&rdquo;, dice Hadey, che ora ha sempre con s&eacute; uno zaino, si &egrave; procurato un bastone, va a comprare a piedi e torna in bus, con pause fisse nella sua giornata. &ldquo;<a href="https://altea-network.com/it/vademecum/fatigue" target="_blank" rel="noopener">Si impara a risparmiare le energie.&rdquo;</a>
<blockquote>
&ldquo;Volevo tornare pienamente operativo al pi&ugrave; presto.&rdquo;
</blockquote>
Ignorando i segnali
Inizia a migliorare in modo lento ma costante. Presto si ripresenta per&ograve; anche quella sua ansia da prestazione autoindotta. &ldquo;Amo il mio lavoro, il contatto con i fornitori. Per questo volevo tornare pienamente operativo al pi&ugrave; presto.&rdquo; Cos&igrave; Hadey aumenta progressivamente l&rsquo;orario di lavoro, fino all&rsquo;80&nbsp;per cento, ignorando gli avvertimenti di colleghi e famiglia, che notano la sua irritabilit&agrave; e i suoi disturbi del sonno. &ldquo;Dicevo di s&igrave;, ma facevo a modo mio.&rdquo; Pensa che potr&agrave; recuperare durante le vacanze in Florida, per&ograve; non fa a tempo, perch&eacute; arriva prima il crash (crollo), costringendolo ad annullare il volo prenotato per febbraio. Da allora Hadey ha consapevolmente rallentato e prende l&rsquo;ansia da prestazione per quello che &egrave;. Non vuole rischiare un nuovo crash (crollo).
<blockquote>
&ldquo;Adesso ascolto il mio cuore e non lascio pi&ugrave; che sia il mio ego a decidere.&rdquo;
</blockquote>
L&rsquo;accettazione &egrave; tutto
&ldquo;Adesso ascolto il mio cuore e non lascio pi&ugrave; che sia il mio ego a decidere.&rdquo; &ldquo;La riabilitazione a Valens mi ha fornito gli strumenti per organizzare la mia vita in modo diverso. Ora sta a me usarli con coerenza.&rdquo; Tuttavia, dopo il crash (crollo) si &egrave; affidato a uno psichiatra, che lo aiuta ad accettare la situazione e a non volere troppo e troppo in fretta.
Hadey sottolinea che non c&rsquo;&egrave; nulla di cui vergognarsi. Se un&rsquo;auto non funziona, la si porta dal meccanico. Se si avverte il bisogno di riordinare i propri pensieri, si cerca un supporto psicologico o psichiatrico. Almeno altrettanto importante ritiene la comprensione e il sostegno che riceve dalla famiglia, dagli amici e dal datore di lavoro. &ldquo;Ne sono straordinariamente grato.&rdquo;

“Long COVID e io: ci accettiamo a vicenda.”

Ventitré anni, sana come un pesce, all’improvviso deve imparare ad accontentarsi: ecco la storia di Marina Küng con il Long COVID. Una storia da cui ha anche imparato tanto.

​​Il Long COVID può colpire anche le persone giovani. È capitato alla 23enne Marina Küng. Nelle Storie Altea, Marina racconta la sua convivenza con le conseguenze a lungo termine del Covid.​

​​Long COVID in giovane età | Racconti personali | Altea​

&ldquo;Ha scelto una buona giornata&rdquo;, dice Marina K&uuml;ng ridendo al telefono. &ldquo;Oggi va tutto bene&rdquo;. Non &egrave; sempre cos&igrave;, per&ograve;. La ventitreenne potrebbe scriverci su una canzone. Quelle famose montagne russe del Covid le conosce bene anche lei. &ldquo;Sono al campo 5, vado avanti fino al campo 8 e poi vengo ributtata indietro al campo 2&rdquo;. Sono battute d&rsquo;arresto difficili e frustranti. &ldquo;&Egrave; come un brutto calendario dell&rsquo;Avvento: non so mai cosa mi aspetta la mattina dopo&rdquo;.
<img src="https://adm.altea-network.com/assets/df024746-8ce1-4d36-a411-a47e465266dc?width=1653&amp;height=1600" alt="Ama la vita: Marina K&uuml;ng durante un viaggio Interrail nell&rsquo;estate 2020. (foto: privata)" />
Marina K&uuml;ng &egrave; un concentrato di gioia di vivere. &ldquo;Voglio portare il buon umore nel mondo. &Egrave; questo il mio motto di vita: contagiare le persone di buon umore!&rdquo;, afferma. Anche ora la si sente dire che non vuole lasciarsi abbattere, ammettendo comunque che il Long COVID l&rsquo;ha messa KO.&nbsp;
Ho voluto troppo, poi &egrave; arrivato il crollo&nbsp;
Marina K&uuml;ng abita a Immensee nel Canton Svitto. Droghiera diplomata, lavora in una farmacia di Zugo. Due mesi dopo aver contratto l&rsquo;infezione da COVID-19, a fine marzo, sembrava si fosse ripresa. Ha ricominciato a lavorare a pieno ritmo e, parallelamente, ha anche fatto un trasloco. &Egrave; stato troppo: &ldquo;Ho avuto un mancamento e sono dovuta andare in ospedale&rdquo;. Dopodich&eacute; si &egrave; assentata per malattia al 100% per un periodo prolungato.
<img src="https://adm.altea-network.com/assets/53696427-e176-49e9-9015-d8279d131dbb?width=1512&amp;height=2016" alt="Finita la degenza ospedaliera, persino per fare una breve passeggiata doveva raccogliere le forze e la motivazione. (foto: privata)" />
&ldquo;Non ho ascoltato abbastanza i segnali che il corpo mi stava inviando&rdquo;, afferma Marina col senno di poi. &ldquo;Pensavo di farcela, anche se dopo una normale giornata di lavoro ero totalmente distrutta&rdquo;. Intanto &egrave; tornata a <a href="https://altea-network.com/it/vademecum/work" target="_self">lavorare</a> al 20%, anche se a volte deve rinunciare.&nbsp;
Problemi neurologici&nbsp;
Dalla degenza ospedaliera si sono aggiunti problemi neurologici: un intorpidimento occasionale alle braccia e alle gambe. Per questo Marina K&uuml;ng &egrave; andata all&rsquo;ambulatorio sul Long COVID dell&rsquo;Ospedale universitario di Zurigo. &ldquo;L&igrave; mi sono sentita molto ben compresa. Cos&igrave; ho ripreso coraggio e fiducia&rdquo;, afferma. Per questo ora partecipa anche a due studi.
<blockquote>
&ldquo;Mi ha tranquillizzato scoprire di non essere sola e che ci sono tante persone nella mia situazione.&rdquo;
</blockquote>
Marina ha dovuto imparare ad accontentarsi. Se in passato era sempre stata a 1000, ora deve accettare che anche fare la spesa o il bucato sono attivit&agrave; faticose. Cerca di fare cose che la fanno star bene, come l&rsquo;agopuntura o sessioni leggere di yoga. Tra le varie cose che ha provato, le pi&ugrave; utili le sono risultate sinora le gocce di CBD. &ldquo;Hanno un effetto calmante anche in caso di disturbi neurologici&rdquo;, afferma Marina K&uuml;ng. Il CBD la aiuta anche a <a class="Hyperlink SCXW245524127 BCX0" href="https://altea-network.com/it/vademecum/sleep" target="_blank" rel="noreferrer noopener">dormire</a>. &ldquo;Mi capita spesso di essere stanca, ma comunque irrequieta, e dormo male. Il CBD aiuta a trovare un&rsquo;armonia in tutto ci&ograve;&rdquo;.
Il prossimo passo &egrave; la fisioterapia, perch&eacute; ha una gamba a volte un po&rsquo; zoppicante. E poi, soprattutto, dovr&agrave; essere paziente con se stessa. &ldquo;&Egrave; normale a volte sentirsi frustrate&rdquo;, riflette Marina K&uuml;ng. &ldquo;Cosa sta succedendo al mio corpo? Cosa c&rsquo;&egrave; che non va?&rdquo;.&nbsp;
Per fortuna, nessuno &egrave; scettico&nbsp;
&ldquo;Per fortuna nella mia cerchia di amici e conoscenti, nella vita privata e al lavoro, tutti sono molto comprensivi&rdquo;, afferma K&uuml;ng. &ldquo;Non so altrimenti se sarei riuscita a superare cos&igrave; bene questo periodo assurdo. Non voglio neanche immaginarmi cosa sarebbe accaduto se la cassa malati si fosse fatta venire dubbi e problemi&rdquo;.
<blockquote>
&ldquo;Ho capito che le persone sono contente di aiutarti!&rdquo;
</blockquote>
La giovane ha anche dovuto imparare ad accettare l&rsquo;aiuto degli altri. Ora ci riesco meglio: &ldquo;Ho notato che le persone sono contente di aiutarmi!&rdquo;. Certamente una bella cosa da sapere, in tutta questa storia triste... E Marina ha anche imparato a mettere in discussione questa onnipresente pressione a fare e ad essere produttivi.&nbsp;
Trovata una nuova autostima&nbsp;
&ldquo;Ho sempre pensato: sono brava se faccio qualcosa, se non la faccio gli altri mi guarderanno dall&rsquo;alto in basso&rdquo;, racconta Marina. Ma far dipendere l&rsquo;autostima da ci&ograve; che si fa e si raggiunge &egrave; un problema. &ldquo;Sono brava anche quando faccio meno del solito. Il mio corpo ha gi&agrave; abbastanza da fare&rdquo;, afferma. Sembra quasi che le lezioni involontarie degli ultimi mesi le abbiano insegnato qualcosa di positivo. &ldquo;Assolutamente s&igrave;!&rdquo;, risponde con convinzione Marina K&uuml;ng, e conclude dicendo che &ldquo;alcune cose che mi sono successe mi hanno insegnato moltissimo&rdquo;.

Esperienza con il Long COVID: “Le persone sono contente di aiutare”

Tra nostalgia e nuove speranze: Sibylle Imobersteg da ormai più di un anno lotta contro il Long COVID, con ricadute ma anche qualche successo.

​​Gestire le energie, stabilire priorità e allenare il respiro: ecco i consigli di Sibylle Imobersteg a chi condivide con lei questo disturbo. Da oltre un anno la consulente aziendale soffre di Long COVID e ha parlato con Altea delle sue esperienze​

​​​Gestione delle energie con il Long COVID | Allenare il respiro | Altea​​

Dicembre 2020: Sibylle Imobersteg* e le sue colleghe si chiedono se sia il caso di tenere la riunione in presenza. Dopo qualche tentennamento decidono di riunirsi in un locale ampio, spalancando le finestre ogni mezz&rsquo;ora.&nbsp;&nbsp;
Nel trambusto natalizio, non ha fatto caso ai sintomi&nbsp;
Purtroppo, le misure di precauzione non sono bastate: qualche giorno dopo Sibylle Imobersteg e due altre partecipanti scoprono il contagio. Nonostante sintomi piuttosto lievi, con vertigini e febbre, era evidente che qualcosa non andava. &ldquo;Il mio corpo lottava contro un nemico sconosciuto&rdquo;, ricorda. Persa nel tipico stress natalizio, Sibylle Imobersteg non si era resa subito conto di essere esausta. Solo con il rientro al lavoro ha iniziato a notare difficolt&agrave; di concentrazione e &ldquo;di non riuscire a concepire ragionamenti paralleli&rdquo;.
<blockquote>
&ldquo;Il mio corpo lottava contro un nemico sconosciuto.&rdquo;
</blockquote>
Congedo sofferto dallo studio&nbsp;
In qualit&agrave; di consulente sistemica aziendale e coach questi ragionamenti sono cruciali. Lei precisa: &ldquo;In un colloquio di consulenza occorre la massima attenzione e presenza e bisogna essere in grado di tenere le fila dei vari livelli del pensiero, ad esempio cogliere le diverse espressioni verbali e non verbali del cliente, gestire le proprie reazioni ed elaborare allo stesso tempo un metodo adeguato per giungere a una soluzione.&rdquo; Presto &egrave; arrivata alla conclusione di dovere cedere molti dei suoi clienti a colleghi consulenti del suo studio associato, con la scusa di un&rsquo;agenda troppo fitta. &ldquo;Che in realt&agrave; in qualche modo era vero&rdquo;, aggiunge Sibylle Imobersteg. Nel frattempo ha cercato di aumentare nuovamente il suo grado di occupazione, ma con numerose battute d&rsquo;arresto e un conseguente stato di depressione. &Egrave; poi riuscita a riprendersi, ma una settimana fa ha abbandonato il suo studio. &ldquo;&Egrave; un addio sofferto. In realt&agrave; volevo ridurre gradualmente il grado di occupazione fino ai 70 anni&rdquo;, spiega Sibylle, che ora ha 62 anni. &ldquo;Ora esercito al 20 per cento.&rdquo;&nbsp;&nbsp;
Quando le capita di accettare ancora qualche cliente cancella gli impegni del giorno prima e dei due giorni successivi. Il giorno prima si immerge nella natura per concentrarsi sull&rsquo;incarico. Nei giorni successivi, invece, cerca di recuperare le forze. A volte questo tempo &egrave; necessario e altre no. Questa pianificazione fa parte della sua gestione delle energie.
<blockquote>
&ldquo;Mi tengo dei giorni liberi prima e dopo l&rsquo;incontro con un cliente.&rdquo;
</blockquote>
Gestione sistematica delle energie&nbsp;
<a href="https://altea-network.com/it/vademecum/fatigue" target="_self">La gestione delle energie</a> le era stata prescritta nel colloquio sul Long COVID avuto all&rsquo;Ospedale universitario di Zurigo. Nelle quattro sedute individuali si &egrave; dovuta confrontare con domande del tipo: &ldquo;Qual &egrave; il mio approccio alla settimana? Alla giornata? Alla gestione delle forze? Come prendo decisioni? Come trovo il coraggio di rifiutare?&rdquo; Pur conoscendo gi&agrave; molto sulla gestione e la conduzione di s&eacute;, per via del suo lavoro, Imobersteg ammette: &ldquo;Ho imparato a conoscermi meglio grazie alla gestione delle energie. Oggi so che devo ritagliare dei momenti liberi quando voglio fare qualcosa. In questo modo evito situazioni di sovraccarico.&rdquo; A volte bastano piccoli accorgimenti per semplificare la vita, come ad esempio lasciare la padella pesante sui fornelli anzich&eacute; riporla ogni volta nel cassetto.&nbsp;&nbsp;
Quando pianifica, riesce ormai a fare fronte alle sue giornate. &ldquo;Fisicamente sono a circa l&rsquo;80 per cento della condizione pre-COVID&rdquo;, stima. Un esame neurologico mostra che anche le funzioni cognitive sono normali, fatta eccezione per la capacit&agrave; di reazione rallentata.&nbsp; Non la stupisce: &ldquo;Quando qualcosa non va come previsto e perdo il controllo, inizia a mancarmi l&rsquo;aria o mi irrito e inizio a gridare.&rdquo; In queste situazioni Sibylle Imobersteg ricorre all&rsquo;allenamento del respiro cardiovascolare, che ha scoperto grazie alla sua insegnante di pilates.
<blockquote>
&ldquo;Quando qualcosa non va come previsto perdo facilmente in controllo.&rdquo;
</blockquote>
Diagnosi: grave fatica&nbsp;
Come confermato dall&rsquo;esame neurologico si tratta di <a href="https://altea-network.com/it/vademecum/fatigue" target="_self">fatica</a> grave. &ldquo;Anche se prevedibile, &egrave; difficile accettare questa diagnosi messa nero su bianco&rdquo;, ammette. Visto che le sue capacit&agrave; cognitive sono buone e applica sistematicamente la gestione delle energie, la prognosi dei medici per lei &egrave; favorevole. Discuter&agrave; dei risultati con il suo medico di famiglia e dovr&agrave; cercare un &ldquo;nuovo equilibrio&rdquo;.&nbsp;&nbsp;
Poi aggiunge, con un velo di amarezza: &ldquo;&Egrave; triste vedere che alcune cose semplicemente non vanno pi&ugrave;. Mi sento frenata.&rdquo; Cos&igrave;, certi momenti diventano un vero toccasana: di recente si &egrave; fatta convincere dalla nipote a montare a cavallo. &ldquo;Dopo un&rsquo;ora a cavallo la mia mente &egrave; rimasta vigile per sei ore.&rdquo; Sibylle avverte sempre distintamente questo senso di &ldquo;grande presenza&rdquo;. E poich&eacute; questa sensazione &egrave; tanto liberatoria, tornerebbe volentieri pi&ugrave; spesso a cavallo; ma non si fida. Al momento le sembra impossibile anche partire per una vacanza. &ldquo;Avrei bisogno di qualcuno che mi prenda per mano, che organizzi tutto e che sappia come gestire i miei momenti di passivit&agrave;.&rdquo;
<blockquote>
&ldquo;Il gruppo di protezione della natura mi dona stabilit&agrave;.&rdquo;
</blockquote>
La natura come medicina&nbsp;
Sibylle ha trovato, almeno in parte, questo &ldquo;Qualcuno&rdquo; nel gruppo locale di protezione della natura, al quale ha aderito durante il lockdown. &ldquo;Mi aiuta a integrarmi a livello sociale. Il gruppo mi conferisce grande stabilit&agrave;.&rdquo; Se le condizioni fisiche lo consentono si attiva in prima persona, ad esempio nella cura delle siepi. Altrimenti apporta il suo aiuto in altro modo. &ldquo;Questa situazione &egrave; ideale&rdquo;, afferma.&nbsp;&nbsp;&nbsp;
&ldquo;Mi fa bene stare all&rsquo;aperto&rdquo;, racconta Imobersteg. Ecco perch&eacute; da qualche tempo si dedica anche all&rsquo;osservazione della natura e ha posizionato una fototrappola in giardino. Inoltre frequenta un corso online sulla vocalizzazione degli uccelli. &ldquo;In primavera &egrave; meraviglioso&rdquo;, racconta entusiasta. &ldquo;In estate a volte dormo anche fuori, sotto le stelle.&rdquo;
<img src="https://adm.altea-network.com/assets/dd01c484-8c11-460a-8ad3-cf122740c92c?width=969&amp;height=1432" alt="In primavera la fototrappola scatta istantanee sensazionali. (Foto: privata)" />
*Nome modificato dalla redazione. Nome vero noto.

“Il Long COVID mi spinge a conoscermi meglio”

Nonostante abbia contratto il COVID sul posto di lavoro, Alba ha dovuto dimettersi e ora vive dei propri risparmi.

Alba Rossi* lavorava come estetista nel centro di Roma. La sua storia da malata inizia un giorno a fine luglio 2021 quando si sveglia con un forte mal di gola e con la febbre. Lo stesso giorno si sottopone ad un tampone che l&rsquo;indomani risulter&agrave; positivo. Il COVID-19 non colpisce tutti allo stesso modo, ma per Alba ha un impatto devastante. Per una settimana la febbre non scende sotto i 39.9 gradi, e Alba perde cos&igrave; 5 chili. Da l&igrave; inizia un calvario con un caleidoscopio di 20-30 sintomi che si alternano per pi&ugrave; di un mese.&nbsp;&nbsp;
Tra i vari organi sono interessati anche i polmoni e l&rsquo;intestino, che deve essere curato con il cortisone. Anche la parte psicologica ha il suo effetto: la mancanza di fiato e la conseguente claustrofobia fanno paura. L&rsquo;isolamento e la solitudine lasciano segni non visibili, ma comunque non innocui. Alba risulta positiva quattro volte in 35 giorni, situazione che la obbliga a rimanere in isolamento per due mesi interi.
<blockquote>
&ldquo;A livello mentale il Covid ti segna nell&rsquo;anima, hai mille paure, ti lascia cicatrici dentro.&rdquo;
</blockquote>
La ripresa dal Covid &egrave; lunga. I sintomi scompaiono, ma molto lentamente, e solo per far spazio ad una stanchezza assoluta che affligge Alba. Una volta tornata negativa, Alba ritorna al lavoro, malgrado la mancanza di respiro e la stanchezza che continuano ad essere presenti. Alba si sforza, ma deve fare delle pause per poter riprendere fiato e lenire i dolori. I colleghi di lavoro per&ograve; non si rendono conto di cosa vuol dire essere affannati e stanchi, non vedono i tendini che le procurano grandi dolori, ma soprattutto non si sforzano di capire la situazione nella quale si trova Alba.&nbsp;
La pressione fisiologica, e quella psicologica costringono la quarantenne a doversi licenziare proprio dal posto di lavoro (peraltro sicuro), dove aveva inizialmente contratto la malattia.&nbsp; Alba racconta: &ldquo;Ho dovuto reinventarmi la vita, pensare a che tipo di lavoro sarei in grado di fare adesso, sempre con la paura di non farcela.&rdquo;
<blockquote>
&ldquo;Dopo il Coronavirus c&rsquo;&egrave; un altro mostro che ci colpisce, si chiama ignoranza.&rdquo;
</blockquote>
&ldquo;Prima del Covid, ero una persona sicurissima nella vita&rdquo; racconta Alba, &ldquo;oggi non lo sono pi&ugrave;.&rdquo; Da solare e gioiosa, la situazione mentale di Alba l&rsquo;ha fatta diventare quieta e pacata, in larga misura isolata socialmente. &ldquo;La mia vita &egrave; basata sul &laquo;chi va l&agrave;&raquo;&rdquo;. Quando nomina il COVID-19, le persone si gelano, fanno un passo indietro e sembrano pensare &ldquo;famme sta&rsquo; lontano&rdquo;. Di Long COVID, invece, non si parla proprio: &ldquo;Nessuno ti parla del Long COVID, nessuno ti avverte di cosa potrebbe succederti&rdquo; dice Alba. Anche economicamente la situazione di Alba &egrave; difficile: senza lavoro, sta vivendo con i propri risparmi.
<blockquote>
&ldquo;Nessuno ti parla del Long COVID, nessuno ti avverte di cosa potrebbe succederti.&rdquo;
</blockquote>
&ldquo;L&rsquo;unica nota positiva della storia&rdquo;, dice Alba &ldquo;&egrave; che ti fa riconoscere le persone che ti vogliono bene sul serio, i veri amici con la A maiuscola.&rdquo; Originaria dell&rsquo;Umbria, Alba non ha famiglia a Roma. Solo con l&rsquo;aiuto della compagna, con la quale convive, e di pochi veri amici, &egrave; riuscita a sopravvivere all&rsquo;isolamento e a farsi forza. Inoltre, Alba ha avuto la fortuna di avere un medico premuroso e comprensivo che Alba definisce &ldquo;un angelo&rdquo;. &ldquo;Il dottore non mi ha mai abbandonata, ci sentivamo con le videochiamate. Talvolta mi chiamava anche dalla spiaggia, durante il tempo libero&rdquo; ricorda Alba.&nbsp;
Alba cerca di mantenere la positivit&agrave; malgrado i sintomi non siano scomparsi del tutto. Oltre agli amici, Alba ha come sistema di supporto un gruppo online, dove pu&ograve; sfogarsi, trovare consigli ed empatia. Alba oggi affronta il Long COVID passo dopo passo: &ldquo;A Roma si dice: &laquo;piano piano s&rsquo;&egrave; fatta Roma&raquo;&rdquo;. &Egrave; con questo atteggiamento che vivo la vita e mantengo la fiducia&rdquo;. Insomma, piccoli passi e piccole vittorie per far fronte al Long COVID.
*Nome modificato; nome vero noto alla redazione.

“Non riesco a concepire l’ignoranza in confronto a noi malati di Long COVID”

Com'è in realtà, come medico generico, trovarsi di fronte a pazienti con Long COVID? Ce lo dice un medico di famiglia

​​Il post COVID è una novità anche per i medici. Ma com'è effettivamente come medico di famiglia confrontarsi con pazienti con Long COVID? Un medico generico ha condiviso la sua esperienza con Altea.​

​​Long COVID negli studi dei medici di famiglia | un rapporto sul campo | Altea​

&laquo;Sarebbe stato pi&ugrave; difficile per me in uno studio da sola&raquo;, dice Sabrina Guggacher*. Il medico di famiglia lavora in uno studio di gruppo. &laquo;C'&egrave; un intenso scambio, il che aiuta.&raquo; L'esempio di Guggacher lo dimostra: La nuova sindrome porta con s&eacute; innumerevoli sfide, non solo per chi &egrave; affetto da Long COVID, che possono portare alcune persone ai propri limiti. La situazione &egrave; talvolta difficile anche per i medici di famiglia.
Lo scambio con i colleghi d&agrave; a Sabrina Guggacher la fiducia di essere sulla strada giusta. &laquo;Come medico di famiglia, c'&egrave; sempre un po' di paura: Mi sfugge qualcosa? C'&egrave; qualcos'altro che devo chiarire?&raquo;, dice. Una buona squadra aiuta - e in alcuni casi anche una seconda opinione di specialisti.&nbsp;
Felice delle consultazioni Long COVID&nbsp;
Sabrina Guggacher ha avuto il suo primo paziente con Long COVID nel settembre 2020: &laquo;All'epoca, il Long COVID non era ancora un grande problema. Cos&igrave; abbiamo iniziato a cercare, abbiamo controllato i polmoni e il cuore&raquo;, dice. Quando alcuni mesi dopo vari ospedali hanno aperto le consultazioni Long COVID, &egrave; stato un sollievo anche per il medico di famiglia. Ha mandato l&igrave; i suoi due pazienti con Long COVID ed &egrave; stata felice di ricevere la conferma che non aveva commesso errori.
&laquo;I pazienti hanno trovato queste ore di consultazione positive&raquo;, afferma Guggacher. &laquo;Ci sono anche persone che lavorano l&igrave; e che sono affette loro stesse e quindi contribuiscono con le loro esperienze.&raquo; Dopo l'appuntamento con gli specialisti, Sabrina Guggacher rimane responsabile dell'assistenza a lungo termine. &laquo;Il mio ruolo di medico di famiglia &egrave; quindi pi&ugrave; quello di rallentare lo slancio. &Egrave; importante non esaurirsi, fare delle pause&raquo;, riferisce.&nbsp;
Una morte e due casi di Long COVID&nbsp;
La maggior parte dei casi di COVID-19 di cui si &egrave; occupata Sabrina Guggacher sono stati lievi, cosa di cui &egrave; molto felice. La situazione di un paziente &egrave; deteriorata rapidamente ed &egrave; morto dopo tre giorni in terapia intensiva. &laquo;Quella &egrave; stata la mia peggiore esperienza con il COVID.&raquo; E poi solo due casi confermati di Long COVID.&nbsp;
&laquo;A volte i pazienti si erano informati in modo molto completo. Per me, come medico generico, &egrave; stato molto impegnativo essere sempre aggiornata, per quanto  possibile&raquo;, ammette Sabrina Guggacher. Ha quindi anche imparato dai pazienti, sebbene abbia dovuto separare ci&ograve; che era utile dalla pseudo-conoscenza.
<blockquote>
&laquo;Questa &egrave; una situazione completamente nuova. Non posso fare affidamento sulle mie vecchie conoscenze.&raquo;
</blockquote>
&laquo;Il COVID era una situazione completamente nuova&raquo;, dice Guggacher. In altri casi si pu&ograve; attingere a vecchie esperienze - in questo caso non ha funzionato. &laquo;Cos&igrave; ho dovuto guardare ancora di pi&ugrave; ogni caso singolarmente, e anche continuare a dire: "Non lo so proprio!".&raquo; Ammettere di non essere in grado di dare alcune risposte come medico generico &egrave; stato un processo di apprendimento. Questo vale anche per il lato paziente: a volte Sabrina Guggacher si trova di fronte ad aspettative che non sono realistiche.&nbsp;
Mai dubitato del Long COVID&nbsp;
Pi&ugrave; volte, le persone affette da Long COVID hanno riferito di non essersi sentiti presi sul serio dai loro medici. Anche Sabrina Guggacher a volte si &egrave; stata scettica? &laquo;Mai&raquo;, dice lei. Naturalmente, quando la gente &egrave; stanca ed esausta, si chiede come va la vita in generale. &laquo;Come medico di famiglia, devo avere un quadro completo&raquo;, dice. Ma nei suoi casi ha potuto escludere altre cause come la depressione: &laquo;Queste persone sono nel pieno della vita e vogliono disperatamente tornare al lavoro!&raquo; Questo &egrave; gi&agrave; abbastanza stressante per le persone colpite. &laquo;Non c'era assolutamente alcun dubbio.&raquo;
<blockquote>
&laquo;Sono nel pieno della vita e vogliono disperatamente tornare al lavoro!&raquo;
</blockquote>
Come medico generico, vede comunque tutto ci&ograve; come suo compito: &laquo;Dobbiamo prendere sul serio i pazienti nella barca in cui si trovano in quel momento.&raquo;&nbsp;
D'altro canto, vede anche l'altro estremo dello spettro: pazienti che negano completamente il COVID, che hanno teorie di cospirazione e diventano aggressivi sul tema delle vaccinazioni o delle mascherine. &laquo;Devo prendere sul serio anche questi pazienti&raquo;. &Egrave; importante mantenere una mente aperta e non categorizzarli.
Cos&igrave; Sabrina Guggacher cerca di rendere giustizia a tutti il pi&ugrave; possibile, anche se a volte ci&ograve; significa solo essere pazientemente l&igrave; per i pazienti che sono nell'incertezza. &laquo;Spesso non posso semplicemente tirare fuori un piccolo rimedio e tutto torna a posto.&raquo; Questo &egrave; ci&ograve; che distingue i medici generici dagli specialisti, ai quali viene dato un problema specifico che di solito possono risolvere. &laquo;Il sostegno a lungo termine &egrave; la mia routine quotidiana come medico di famiglia. Non c'&egrave; sempre una soluzione immediata per tutto.&raquo; A volte tutto quello che si pu&ograve; fare &egrave; &laquo;sopportare insieme la situazione difficile.&raquo;&nbsp;
Immagine del titolo: Immagine di rappresentanza Adobe Stock
*L'anonimato da Altea&nbsp;
&laquo;Sabrina Guggacher&raquo; non &egrave; il vero nome del medico/terapeuta ritratto qui, ma uno pseudonimo. Lo pseudonimo serve a proteggere la privacy del medico in occasione di un argomento di carattere politico.&nbsp;
Altea pubblica la sua storia perch&eacute; siamo convinti che la prospettiva dei medici sia molto importante: da un lato per altri medici e terapeuti, e dall&rsquo;altro per le persone colpite e i loro famigliari.

«Ho imparato ad ammettere che non posso rispondere a tutte le domande.»

Selina Rutz-Büchel ha investito cinque anni nella preparazione per le Olimpiadi di Tokyo. Poi è arrivato il Long COVID. Ora deve reinventare la sua vita.

​​​Chiunque può essere colpito dal Long COVID. Anche le sportive e gli sportivi più attivi. Nell’ambito delle Storie Altea, l’atleta olimpica Selina Rutz-Büchel racconta la sua esperienza.​​

​​​Sport ad alti livelli e Long COVID | Testimonianza | Altea​​

Al termine di un colloquio di quasi un&rsquo;ora, Selina Rutz-B&uuml;chel pronuncia una frase che spicca in particolar modo: &laquo;Inconsciamente, ero convinta che non sarebbe mai successo a me&raquo;. Sapeva del Long COVID, anche sua sorella, qualche mese prima, aveva dovuto affrontare conseguenze simili. &laquo;Ma io sono una giovane atleta. Nonostante sapessi del Long COVID, ero convinta di poter superare facilmente un&rsquo;infezione&raquo;.&nbsp;
Non c&rsquo;&egrave; da stupirsi. Dopotutto molte persone si lasciano alle spalle l&rsquo;infezione senza grandi problemi e in Svizzera non c&rsquo;&egrave; praticamente nessuno pi&ugrave; in forma e pi&ugrave; sano della due volte campionessa europea di atletica leggera (si veda il riquadro &laquo;Informazioni personali&raquo;). Nessuno si prende cura del proprio corpo meglio di Selina Rutz-B&uuml;chel. Chi, se non lei, pu&ograve; superare un&rsquo;infezione?
<img src="https://adm.altea-network.com/assets/4b0ba9c4-2312-49ec-9ca4-1db8593b4907?width=1920&amp;height=1280" alt="Un&rsquo;atleta modello: Selina Rutz-B&uuml;chel durante un allenamento. (Foto: Diego Menzi)" />
&laquo;&Egrave; un effetto psicologico interessante&raquo;, afferma. &laquo;Ho notato che anche molti altri giovani si sentono invincibili in questo senso&raquo;. Tuttavia, il Long COVID pu&ograve; colpire chiunque, indipendentemente dalla forma fisica. Se da una parte &egrave; una consolazione &ndash; nessuno &egrave; &laquo;colpevole&raquo; di soffrire di Long COVID &ndash; dall&rsquo;altra &egrave; un monito: nessuno &egrave; immune da queste insidiose conseguenze a lungo termine.
Selina Rutz-B&uuml;chel si &egrave; ammalata a inizio aprile. Dopo un decorso leggero e una rapida ripresa, era fiduciosa che sarebbe riuscita a recuperare l&rsquo;allenamento perso in breve tempo, incoraggiata anche dall&rsquo;esito positivo di un controllo cardiaco e polmonare.&nbsp;
&laquo;Ogni tanto bisogna affrontare le questioni scomode&raquo;&nbsp;
Ma dopo 10 giorni &egrave; arrivata la prima battuta d&rsquo;arresto: si sono presentati mal di gola e stanchezza e l&rsquo;allenamento ha dovuto essere interrotto. Rutz-B&uuml;chel ha cercato, pertanto, di affrontare la preparazione in modo pi&ugrave; rilassato. Ma due settimane dopo, di nuovo: &laquo;Da un momento all&rsquo;altro non sono pi&ugrave; riuscita a proseguire. Ero esausta, sfinita, in maniera assolutamente spropositata&raquo;. Questa fase si &egrave; rivelata molto difficile, perch&eacute; pian piano si rendeva conto di dover abbandonare il sogno olimpico.&nbsp;
Nel frattempo, ha elaborato la delusione. Come ha fatto? &laquo;Essendo onesta con me stessa, dando spazio alle emozioni: ogni tanto bisogna affrontare le questioni scomode&raquo;, afferma l&rsquo;atleta di punta.
<img src="https://adm.altea-network.com/assets/ab4f8981-2102-419d-9ec1-19cafa96d367?width=2048&amp;height=1536" alt="Il lato positivo: a causa del Long COVID, Selina Rutz-B&uuml;chel ha ora pi&ugrave; tempo da dedicare al giardinaggio. (foto: privata)" />
Dopo questa delusione, Selina Rutz-B&uuml;chel ha iniziato a vedere anche gli aspetti positivi, a sviluppare un senso di gratitudine. &laquo;Nei 5 anni di preparazione ho imparato molto, sono cresciuta come persona e superato molte sfide. Si tratta di esperienze preziose per la mia vita, anche se non raggiunger&ograve; le vette a cui ambivo&raquo;.&nbsp;
Per la prima volta dopo anni, Rutz-B&uuml;chel ha visitato la casa per le vacanze della famiglia in Ticino anche in estate, avendo molto tempo per s&eacute;. Ha cos&igrave; potuto rispondere a domande che non si era mai posta: cos&rsquo;&egrave; importante per me nella vita? Qual &egrave; la mia strada? Da questo nuovo modo di vedere le cose ora trae la motivazione giusta.
<blockquote>
&laquo;Ho dovuto reimparare molte cose.&raquo;
</blockquote>
La mezzofondista ha anche riscoperto il proprio corpo. &laquo;Ho dovuto reimparare molte cose&raquo;, racconta. In passato, durante una convalescenza, il fattore limitante era sempre il sistema cardiovascolare. Ma ora &egrave; il sistema nervoso a essere scombussolato. Ogni cosa che sollecita la mente la &laquo;consuma&raquo; in modo estremo. &laquo;Per me si tratta di una situazione completamente nuova&raquo;. &Egrave; tutto in linea con il quadro clinico legato al Long COVID, che sconvolge molte certezze.&nbsp;
La grande influenza del ciclo&nbsp;
Selina ha imparato a reinterpretare i segnali del suo corpo. Spesso i giorni del ciclo mestruale sembrano causare una ricaduta: la situazione peggiora e compaiono nuovi sintomi, febbre e dolori articolari. &laquo;Mi &egrave; utile riuscire a inquadrare le cose. In questo modo non mi faccio sorprendere e non mi viene da pensare che non c&rsquo;&egrave; fine&raquo;, spiega Rutz-B&uuml;chel. &Egrave; cos&igrave; che pensa di reagire meglio ai segnali del corpo in futuro.
<img src="https://adm.altea-network.com/assets/e01e5864-5592-4526-86a2-76306883f3b3?width=1024&amp;height=682" alt="Un ricordo e un obiettivo: Selina Rutz-B&uuml;chel allo stadio di Letzigrund durante una gara nel 2018. (Foto: Weltklasse Z&uuml;rich/Urs Jaudas)" />
Dopo una difficile fase di accettazione, Selina Rutz-B&uuml;chel ha ritrovato la sua motivazione. Le prossime Olimpiadi si terranno gi&agrave; fra tre anni: nel 2024 a Parigi. Un mese prima dell&rsquo;infezione, Rutz-B&uuml;chel aveva gi&agrave; deciso di proseguire la sua carriera fino a quel punto. E, dopo lunghe considerazioni, il suo piano non &egrave; cambiato: &laquo;Voglio ancora andare a Parigi!&raquo;. Non &egrave; del tutto chiaro, per&ograve;, quanto tempo ci vorr&agrave; per tornare ai livelli di un tempo. &laquo;Il corpo detta il ritmo. Non posso fare un piano preciso&raquo;.&nbsp;
Bild Header: Weltklasse Z&uuml;rich 2019 / Felix Walker

«A causa del Long COVID ho dovuto riscoprire il mio corpo»

Tim ha 10 anni e soffre di Long COVID. È stato il primo bambino a riceverne la diagnosi presso l’ospedale di Münsterlingen. La sua storia ce la racconta la mamma.

e conseguenze a lungo termine del Covid possono colpire anche i bambini, seppur meno degli adulti. Nelle Storie Altea le persone raccontano la loro esperienza con il Long COVID.​

​​Bambini con il Long COVID | I genitori raccontano | Altea​

&laquo;Tim* &egrave; sempre stato un allievo molto bravo e diligente&raquo;, afferma la madre. &laquo;Ora spesso fa fatica anche solo a seguire una lezione a distanza.&raquo; La famiglia &egrave; preoccupata che Tim finisca per perdere troppe lezioni e debba ripetere l&rsquo;anno. &laquo;Sarebbe la cosa peggiore per lui&raquo;, commenta pensierosa Claudia Stettler*. Per questo cerca di insegnare a suo figlio il pi&ugrave; possibile da sola a casa. Ogni qualvolta si pu&ograve;, fanno insieme i compiti di matematica, inglese e tedesco.&nbsp;
Flessibilit&agrave; da parte della scuola&nbsp;
&laquo;La scuola si &egrave; dimostrata sin dall&rsquo;inizio molto comprensiva e ci ha dato tutto il materiale didattico da portare a casa.&raquo; Anche l&rsquo;insegnamento a distanza funziona in modo flessibile. Se Tim si sente sufficientemente in forma per partecipare, basta una breve telefonata all&rsquo;insegnante e potr&agrave; subito essere presente. Attualmente ci riesce in media due volte a settimana, ma spesso il mal di testa e i dolori alle ossa sono troppo forti.
<blockquote>
&laquo;&Egrave; importante imparare ad accettare il Long COVID e cercare di convivere al meglio con la situazione.&raquo;&nbsp;
</blockquote>
I benefici della terapia giocosa&nbsp;
Attualmente Tim si sottopone a fisioterapia tre volte alla settimana. L&rsquo;attivit&agrave; restituisce un po&rsquo; di struttura alla sua giornata e gli fa molto bene, anche perch&eacute; si &egrave; instaurato un bellissimo rapporto tra lui e il fisioterapista. &laquo;Il terapista lavora includendo il gioco e il divertimento. &Egrave; bello osservarli.&raquo;&nbsp;
Anche se Tim non se ne accorge ancora, nelle ultime settimane il suo battito cardiaco &egrave; leggermente migliorato. &laquo;Prima bastavano attivit&agrave; leggerissime per fargli schizzare in un batter d&rsquo;occhio il cuore ai livelli di un atleta durante un allenamento intervallato&raquo;, spiega Stettler. &laquo;Ma non &egrave; facile trovare il giusto equilibrio. Basta esagerare un pochino con lo sforzo e gi&agrave; il bambino si sente stanchissimo.&raquo;
<img src="https://adm.altea-network.com/assets/6fdea911-8370-49fc-a0f0-82894522deb0?width=5305&amp;height=3537" alt="Il fisioterapista lavora includendo il gioco e il divertimento. (Immagine di rappresentanza: Adobe Stock)" />
La sfida: ritrovarsi soli&nbsp;
Un&rsquo;altra sfida &egrave; rappresentata dal ritrovarsi da soli. I motivi sono due: il primo &egrave; che chi &egrave; affetto da Long COVID &egrave; spesso solo durante il giorno, il secondo che finora (per fortuna) non si sono verificati molti casi noti di bambini affetti da Long COVID. Anche in questo senso ci si sente un po&rsquo; abbandonati a se stessi. Tanto pi&ugrave; la gioia &egrave; stata dunque grande quando, qualche giorno fa, l&rsquo;intera classe si &egrave; presentata alla porta per fargli una visita. &laquo;&Egrave; stata una sorpresa magnifica!&raquo;, racconta Stettler. Sono proprio questi i piccoli gesti che anche la mamma di Tim cerca di inserire nella vita di tutti i giorni. Insieme vanno per esempio dal parrucchiere, appendono l&rsquo;amaca in giardino, prendono un cheeseburger da McDonald&rsquo;s o invitano un amico a casa, &laquo;per fare cose diverse e dare al bambino un po&rsquo; di normalit&agrave;&raquo;.&nbsp;
Finora si sono registrati pochissimi casi di bambini affetti da Long COVID. Di conseguenza, anche le informazioni sull&rsquo;argomento sono scarse, afferma la madre. Stettler legge quindi molti articoli e raccoglie informazioni da sola. Cos&igrave; si &egrave; anche imbattuta in Altea e ha preso contatto con <a href="https://www.altea-network.com/it/stories/4-angelina-brupbacher-vanessa-kleeb-anonym" target="_self">Angelina Brupbacher e il figlio Mattia</a>. &laquo;I due bambini vanno super d&rsquo;accordo! Non si sono mai visti dal vivo, ma si divertono a chattare. Una volta hanno anche giocato insieme a un videogioco. E anche per me &egrave; di grande aiuto poter parlare con Angelina.&raquo;
<blockquote>
&laquo;La gioia &egrave; stata grande quando tutta la classe si &egrave; presentata davanti alla porta per fargli una visita.&raquo;
</blockquote>
Non poterne pi&ugrave;&nbsp;
Sono trascorsi ormai quasi quattro mesi da quel 16 febbraio 2021 in cui tutto &egrave; cominciato. &laquo;All&rsquo;inizio pensi che non pu&ograve; essere vero. Allora vorresti che finisse. Ma &egrave; importante imparare ad accettarlo e cercare di convivere al meglio con la situazione.&raquo; Le conseguenze per Tim sono il mal di testa e i dolori alle ossa nonch&eacute; una sensazione di intensa stanchezza che s&rsquo;irradia rapidamente. &laquo;Mi sento sempre come se fosse mezzanotte&raquo;, racconta il bambino di 10 anni. Sua mamma dice di ammirare Tim per la forza e la pazienza di sopportare tutto ci&ograve; che gli sta capitando. Ma &egrave; chiaro che pian piano il bambino ne abbia abbastanza della situazione.&nbsp;
Bisogna rimanere ottimisti nonostante tutto, dice convinta Stettler. La famiglia parla apertamente di nuove conoscenze, di nuove opportunit&agrave; e dei rischi ad esse connessi. Essere aperti e sinceri &egrave; molto importante, secondo Claudia Stettler. &laquo;Spesso i bambini sanno meglio di chiunque altro cosa li fa stare bene.&raquo;  &nbsp;
&nbsp;
*Nome modificato, nome vero noto alla redazione

«Vogliamo dare a nostro figlio un po’ di normalità, malgrado il Long COVID»

Dopo aver sofferto per più di un anno, Brigitte Post ora sta di nuovo bene - la vaccinazione le ha tolto il malessere.

Brigitte Post &egrave; stata una delle prime ad essere infettata dal COVID-19. &Egrave; stata la prima a condividere la sua storia di Long COVID con Altea. Oggi finalmente c'&egrave; una buona notizia: dopo la sua seconda vaccinazione, sta di nuovo bene. Nell'aggiornamento alla fine dell'articolo ci racconta come ha vissuto gli ultimi due mesi.
Da un certo punto di vista, Brigitte Post &egrave; un caso molto atipico di Long COVID. Potrebbe essere stata una delle prime persone ad essere state infettate in Svizzera - pi&ugrave; di un mese prima del primo caso ufficialmente confermato. Inoltre ha iniziato a soffrire di sintomi di Long COVID in un momento in cui nessuno aveva sentito parlare del fenomeno.
Eruzione cutanea e lingua pelosa
La Svizzera stava entrando nel suo primo confinamento quando Brigitte Post inizi&ograve; a perdere i suoi capelli. Poi l'improvvisa infestazione della sua lingua, che per giorni aveva un rivestimento peloso, seguita da un'eruzione cutanea su tutto il corpo. E tutto questo senza ottenere una spiegazione o una classificazione e quindi nessuna prospettiva.
<blockquote>
&laquo;I miei capelli cadevano a ciocche e io mi chiedevo: "Sar&ograve; calva per il resto della mia vita?"&raquo;
</blockquote>
Molte delle cose che Brigitte Post ha sperimentato oggi sono familiari in altri decorsi di Long COVID. Per esempio, la difficolt&agrave; di concentrazione. &laquo;Stampo una fattura e poi lo rifaccio nel pomeriggio. O preparo qualcosa da portare via, e poi la dimentico comunque&raquo;, dice. Ma appunto: Quando &egrave; stata colpita in modo acuto, si sapeva poco o niente di tutto questo.
<img src="https://adm.altea-network.com/assets/19dcd15a-6cd5-49a5-afd9-502f367adb3a?width=1400&amp;height=830" alt="Ds C08820 Bearbeitet" />
Brigitte Post con il suo cane Abha, che ha salvato dalla Romania con la sua fondazione per la protezione degli animali.
Una terapia di grande aiuto attraverso la pittura
Una delle cose che ha aiutato Brigitte Post ad affrontare le proprie emozioni &egrave; stata la terapia della pittura. Ha dipinto un quadro di come era prima della malattia. E poi uno sulla cesura, il momento peggiore in ospedale. &laquo;&Egrave; stato triste riportare tutto questo a galla - ma anche molto curativo.&raquo;
Messa nell'angolo degli psicopatici
Un'altra cosa che preoccupava Brigitte Post erano le reazioni sempre scettiche - perch&eacute; i suoi dolori non sono visibili dall'esterno. &laquo;Ho avuto i sintomi peggiori, poi una spossatezza insormontabile - e alcune persone ti dicono che &egrave; l'influenza o che dovrei prendere degli psicofarmaci. Uno cosa deve rispondere a tutto ci&ograve;?&raquo;, chiede retoricamente. Anche in una delle consultazioni specialistiche le &egrave; successo che, invece dell'auspicata cura interdisciplinare, le &egrave; stata suggerita la psicoterapia.
.
<div><img src="https://adm.altea-network.com/assets/b52a6739-f3b6-490d-8412-4a672c0e58c4?width=1900&amp;height=926" alt="Lunge B P25 Jan2020" /></div>
<div>
Diagnosi di &laquo;polmonite da COVID&raquo;: radiografia dei polmoni di Brigitte Post del 25 gennaio 2020
</div>
<div>&nbsp;</div>
<div>
La salvezza attraverso la diagnosi
La salvezza &egrave; arrivata finalmente dopo un anno. Poich&eacute; Brigitte Post si &egrave; ammalata cos&igrave; presto, non ha avuto un test positivo. Il test degli anticorpi mesi dopo era negativo. Alla fine, ha sentito parlare di uno <a href="https://www.unibe.ch/aktuell/medien/media_relations/medienmitteilungen/2020/medienmitteilungen_2020/ki_erkennt_covid_19_bei_roentgenbildern_zuverlaessiger_als_der_mensch/index_ger.html">studio all'ospedale universitario di Berna</a>. I ricercatori sono riusciti ad analizzare le immagini a raggi X dei polmoni con l'intelligenza artificiale, e l'hanno fatto in modo tale che il metodo potesse rilevare un polmone COVID con il 97% di precisione. Brigitte Post ha inviato le sue radiografie del 25 gennaio 2020 - e un anno dopo l'infezione ha ricevuto la conferma in bianco e nero: &laquo;Polmonite da COVID.&raquo;
<blockquote>
&laquo;Sembra che la lotta interna sia finita. Sono grata ed estremamente felice!&raquo;
</blockquote>
Presto di nuovo al 100%?
Il sollievo era enorme, una &laquo;rottura dell'argine&raquo; per Brigitte Post. E anche sotto altri aspetti sta sempre meglio. Lavora al 50%. &Egrave; un vantaggio che, come consulente di comunicazione indipendente, pu&ograve; organizzare liberamente il suo orario di lavoro. Spera di poter lavorare di nuovo a tempo pieno gi&agrave; dal mese prossimo. Dopo 14 mesi, ci sono ancora alti e bassi, dice &laquo;ma ho la sensazione che sto lentamente migliorando. Le riprese e le ricadute ci sono ancora, ma non cos&igrave; violente.&raquo;
AGGIORNAMENTO: svolta grazie alla vaccinazione
Questo era lo stato delle cose a fine marzo 2021. Qualche settimana dopo, per&ograve;, &egrave; arrivato il colpo di grazia: &laquo;I miei disturbi cognitivi sono aumentati e la curva sta andando dalla parte sbagliata&raquo;, ha scritto Brigitte Post piuttosto rassegnata a met&agrave; aprile. Non poteva ancora lavorare come previsto.
Tuttavia, un mese dopo, la tanto attesa svolta &egrave; finalmente arrivata. &laquo;C'&egrave; una buona notizia!&raquo; ha scritto Brigitte Post alla fine di maggio. &laquo;La vaccinazione &egrave; stata come un "reset" per me. Gi&agrave; dopo la prima vaccinazione un mese fa la mia condizione &egrave; migliorata. Dopo la seconda vaccinazione, il 17 maggio, le mie condizioni sono migliorate in modo significativo.&raquo; Sembra che la lotta interiore sia finita. &laquo;&Egrave; una sensazione diversa di vivere, posso improvvisamente pensare di nuovo e ho l'energia per vivere&raquo;, scrive Brigitte Post. &laquo;Sono grata ed estremamente felice!&raquo;
Questo effetto, il "reset", potrebbe essere dovuto alla modulazione immunitaria. Maggiori informazioni sulla questione di un effetto terapeutico della vaccinazione possono essere lette nell'intervista con il Professor Jan Fehr.
</div>

AGGIORNAMENTO: La svolta grazie alla vaccinazione

​​Nelle Storie di Altea, le persone raccontano le loro storie personali sulle conseguenze a lungo termine del COVID. Le persone colpite, i parenti e anche gli esperti dicono la loro.​

​​Le persone colpite dal Long COVID raccontano la loro storia | Altea

Brigitte Post &egrave; stata una delle prime ad essere infettata dal COVID-19. &Egrave; stata la prima a condividere la sua storia di Long COVID con Altea. Oggi finalmente c'&egrave; una buona notizia: dopo la sua seconda vaccinazione, sta di nuovo bene. Nell'aggiornamento alla fine dell'articolo ci racconta come ha vissuto gli ultimi due mesi.&nbsp;
Da un certo punto di vista, Brigitte Post &egrave; un caso molto atipico di Long COVID. Potrebbe essere stata una delle prime persone ad essere state infettate in Svizzera - pi&ugrave; di un mese prima del primo caso ufficialmente confermato. Inoltre ha iniziato a soffrire di sintomi di Long COVID in un momento in cui nessuno aveva sentito parlare del fenomeno.&nbsp;
Eruzione cutanea e lingua pelosa&nbsp;
La Svizzera stava entrando nel suo primo confinamento quando Brigitte Post inizi&ograve; a perdere i suoi capelli. Poi l'improvvisa infestazione della sua lingua, che per giorni aveva un rivestimento peloso, seguita da un'eruzione cutanea su tutto il corpo. E tutto questo senza ottenere una spiegazione o una classificazione e quindi nessuna prospettiva.
<blockquote>
&laquo;I miei capelli cadevano a ciocche e io mi chiedevo: "Sar&ograve; calva per il resto della mia vita?"&raquo;
</blockquote>
Molte delle cose che Brigitte Post ha sperimentato oggi sono familiari in altri decorsi di Long COVID. Per esempio, la difficolt&agrave; di concentrazione. &laquo;Stampo una fattura e poi lo rifaccio nel pomeriggio. O preparo qualcosa da portare via, e poi la dimentico comunque&raquo;, dice. Ma appunto: Quando &egrave; stata colpita in modo acuto, si sapeva poco o niente di tutto questo.
<img src="https://adm.altea-network.com/assets/055b686b-b899-4559-91e6-db56b5eb1765?width=2288&amp;height=1520" alt="Brigitte Post con il suo cane Abha, che ha salvato dalla Romania con la sua fondazione per la protezione degli animali." />
Una terapia di grande aiuto attraverso la pittura&nbsp;
Una delle cose che ha aiutato Brigitte Post ad affrontare le proprie emozioni &egrave; stata la terapia della pittura. Ha dipinto un quadro di come era prima della malattia. E poi uno sulla cesura, il momento peggiore in ospedale. &laquo;&Egrave; stato triste riportare tutto questo a galla - ma anche molto curativo.&raquo;
Messa nell'angolo degli psicopatici&nbsp;
Un'altra cosa che preoccupava Brigitte Post erano le reazioni sempre scettiche - perch&eacute; i suoi dolori non sono visibili dall'esterno. &laquo;Ho avuto i sintomi peggiori, poi una spossatezza insormontabile - e alcune persone ti dicono che &egrave; l'influenza o che dovrei prendere degli psicofarmaci. Uno cosa deve rispondere a tutto ci&ograve;?&raquo;, chiede retoricamente. Anche in una delle consultazioni specialistiche le &egrave; successo che, invece dell'auspicata cura interdisciplinare, le &egrave; stata suggerita la psicoterapia.
<img src="https://adm.altea-network.com/assets/93c14abd-2991-4b86-897d-0cdbf5da3db6?width=undefined&amp;height=undefined" alt="Diagnosi di &laquo;polmonite da COVID&raquo;: radiografia dei polmoni di Brigitte Post del 25 gennaio 2020" />
La salvezza attraverso la diagnosi&nbsp;
La salvezza &egrave; arrivata finalmente dopo un anno. Poich&eacute; Brigitte Post si &egrave; ammalata cos&igrave; presto, non ha avuto un test positivo. Il test degli anticorpi mesi dopo era negativo. Alla fine, ha sentito parlare di uno <a href="https://www.unibe.ch/aktuell/medien/media_relations/medienmitteilungen/2020/medienmitteilungen_2020/ki_erkennt_covid_19_bei_roentgenbildern_zuverlaessiger_als_der_mensch/index_ger.html">studio all'ospedale universitario di Berna</a>. I ricercatori sono riusciti ad analizzare le immagini a raggi X dei polmoni con l'intelligenza artificiale, e l'hanno fatto in modo tale che il metodo potesse rilevare un polmone COVID con il 97% di precisione. Brigitte Post ha inviato le sue radiografie del 25 gennaio 2020 - e un anno dopo l'infezione ha ricevuto la conferma in bianco e nero: &laquo;Polmonite da COVID.&raquo;
<blockquote>
&laquo;Sembra che la lotta interna sia finita. Sono grata ed estremamente felice!&raquo;
</blockquote>
Presto di nuovo al 100%?&nbsp;
Il sollievo era enorme, una &laquo;rottura dell'argine&raquo; per Brigitte Post. E anche sotto altri aspetti sta sempre meglio. Lavora al 50%. &Egrave; un vantaggio che, come consulente di comunicazione indipendente, pu&ograve; organizzare liberamente il suo orario di lavoro. Spera di poter lavorare di nuovo a tempo pieno gi&agrave; dal mese prossimo. Dopo 14 mesi, ci sono ancora alti e bassi, dice &laquo;ma ho la sensazione che sto lentamente migliorando. Le riprese e le ricadute ci sono ancora, ma non cos&igrave; violente.&raquo;&nbsp;
AGGIORNAMENTO: svolta grazie alla vaccinazione&nbsp;
Questo era lo stato delle cose a fine marzo 2021. Qualche settimana dopo, per&ograve;, &egrave; arrivato il colpo di grazia: &laquo;I miei disturbi cognitivi sono aumentati e la curva sta andando dalla parte sbagliata&raquo;, ha scritto Brigitte Post piuttosto rassegnata a met&agrave; aprile. Non poteva ancora lavorare come previsto.&nbsp;
Tuttavia, un mese dopo, la tanto attesa svolta &egrave; finalmente arrivata. &laquo;C'&egrave; una buona notizia!&raquo; ha scritto Brigitte Post alla fine di maggio. &laquo;La vaccinazione &egrave; stata come un "reset" per me. Gi&agrave; dopo la prima vaccinazione un mese fa la mia condizione &egrave; migliorata. Dopo la seconda vaccinazione, il 17 maggio, le mie condizioni sono migliorate in modo significativo.&raquo; Sembra che la lotta interiore sia finita. &laquo;&Egrave; una sensazione diversa di vivere, posso improvvisamente pensare di nuovo e ho l'energia per vivere&raquo;, scrive Brigitte Post. &laquo;Sono grata ed estremamente felice!&raquo;

Florian Leitner gioca a pallamano nella Super League Svizzera. Un'infezione al COVID-19 lo ha messo fuori gioco per mesi. Ora è tornato.

​​​Florian Leitner gioca a pallamano nel massimo campionato svizzero. Un'infezione da COVID-19 lo ha messo fuori combattimento per mesi. Grazie al metodo Wim Hof, ora è tornato.​​

​​​Sport e Long COVID | Le tecniche di respirazione possono aiutare | Altea​​

La storia di Florian Leitner &egrave; una storia di incoraggiamento. Perch&eacute; oggi &egrave; di nuovo quasi completamente in forma e ha ripreso lo sport di punta. Cosa che sarebbe stato completamente impensabile solo pochi mesi prima.&nbsp;
Quasi tutta la squadra infettata&nbsp;
Florian Leitner gioca a pallamano per il GC Amicitia Z&uuml;rich nella Super League Svizzera. Il giorno prima di una partita nell'ottobre 2020, si &egrave; svegliato con sintomi influenzali e ha chiamato l'allenatore. Quest'ultimo si &egrave; messo a ridere e gli ha detto: &laquo;Tu hai il COVID!&raquo;. Il telefono dell'allenatore si era infatti gi&agrave; surriscaldato quel giorno: pi&ugrave; di una dozzina di giocatori e membri dello staff si erano contagiati nello stesso momento.
<blockquote>
&laquo;Mezz'ora di allenamento era come correre mezza maratona.&raquo;
</blockquote>
Dopo i dieci giorni di isolamento e una &laquo;forte influenza&raquo;, la squadra &egrave; tornata a giocare. L'obiettivo era quello di recuperare ci&ograve; che si era perso: erano programmati tre allenamenti e due partite in sei giorni. Mentre i suoi compagni di squadra stavano riprendendo la grinta, Leitner, durante la seconda partita, ha notato che il suo motore non era pi&ugrave; in funzione.&nbsp;
Improvvisamente stavo per svenire&nbsp;
Nelle sessioni di allenamento Leitner doveva ora bere il doppio, e una mattina, dopo un quarto d'ora di jogging leggero, improvvisamente stava per svenire. Sono apparsi i sintomi comuni del Long COVID: la sensazione di non avere abbastanza ossigeno quando si respira, difficolt&agrave; di concentrazione, un enorme bisogno di sonno. Il medico della squadra ha quindi controllato Florian Leitner: il cuore era a posto, i polmoni non mostravano anomalie. &Egrave; solo al test dell'asma che Leitner ha improvvisamente reagito.
<img src="https://adm.altea-network.com/assets/e426c415-bb63-45eb-b91e-a69885dbce70?width=1512&amp;height=2016" alt="Equilibrio personale: oltre ai suoi studi di fisica e filosofia, Florian Leitner, ama stare all'aperto. Qui &egrave; con la sua fidanzata Oona. (Immagine: privata)" />
Lo pneumologo gli ha prescritto uno spray al cortisone che avrebbe dovuto eliminare i sintomi entro due mesi. Dato che Florian Leitner non riscontrava nessun miglioramento ha provato una tecnica di respirazione che un collega gli aveva raccomandato: <a href="https://altea-network.com/it/vademecum/mental-health" target="_self">il metodo di Wim Hof</a>.&nbsp;
Dopo due settimane di nuovo in allenamento&nbsp;
Ed &egrave; successo l'incredibile: &laquo;Sono andato avanti per due settimane e poi ho potuto riprendere ad allenarmi ovunque&raquo;, dice Leitner e prosegue: &laquo;Poco tempo dopo sono riuscito a sostenere brevi interventi in campo. Oggi gioco per un intero tempo senza problemi.&raquo;
Florian Leitner fa l'esercizio ogni mattina a stomaco vuoto: sdraiato nel suo letto, sul divano o sul tappetino da Yoga: inspira profondamente ed espira liberamente 40 volte. Durante l'ultima espirazione trattiene il respiro il pi&ugrave; a lungo possibile. Questo &egrave; quasi tutto. &laquo;All'inizio, non potevo trattenere il respiro per pi&ugrave; di un minuto. Ora sono a tre minuti e mezzo.&raquo;, dice Leitner. Inoltre faccio bagni ghiacciati o docce fredde. Anche a gennaio, Leitner andava ogni giorno nella Limmat: &laquo;Il bagno pi&ugrave; lungo a 5 gradi &egrave; durato 10 minuti&raquo;, dice.
<img src="https://adm.altea-network.com/assets/5f5c6fbe-b012-43b7-8858-63e07bcbe0f1?width=4000&amp;height=1824" alt="Bagno ghiacciato nella Limmat: Florian Leitner (a sinistra) con il suo compagno di bagno Nizar (a destra). (Immagine: privato)" />
L'esercizio di respirazione sembra essere cruciale per il miglioramento. &laquo;Quando mi sono sentito significativamente meglio, ho messo in pausa gli esercizi di respirazione per due settimane mentre continuavo con i bagni ghiacciati&raquo;, dice Leitner. Ed ecco: &laquo;Sono peggiorato di nuovo, ho dovuto fare delle pause e non potevo pi&ugrave; allenarmi. Questo auto esperimento mi ha confermato che il miglioramento &egrave; iniziato effettivamente grazie agli esercizi di respirazione&raquo;. Quando ha ripreso gli esercizi, dopo due settimane &egrave; tornato in piena forma. Per Leitner, questa &egrave; la prova che il metodo funziona.&nbsp;
Trasmettere coraggio e conoscenza&nbsp;
Se tale allenamento della respirazione pu&ograve; aiutare tutte le persone affette dal Long COVID rimane una questione sospesa. Dopo tutto, il tipo e la combinazione di sintomi possono variare molto. &laquo;Sono convinto che alcune persone colpite possono beneficiare della terapia respiratoria, ma probabilmente non tutti&raquo;, dice lo pneumologo <a href="https://www.altea-network.com/it/blog/60-expboard-christian-clarenbach/">Christian Clarenbach</a>.
<blockquote>
&laquo;All'inizio riuscivo a malapena a gestire un minuto, ora posso trattenere il respiro per tre minuti e mezzo.&raquo;
</blockquote>
L'esempio di Florian Leitner &egrave; incoraggiante. Ci sono sempre pi&ugrave; resoconti sul fatto che l'allenamento della respirazione pu&ograve; essere molto utile con il Long COVID. Non deve necessariamente essere il metodo di Wim Hof, <a href="https://www.jala.ch/en/blog/2020/4/21/wim-hof-methode-vs-oxygen-advantage-k5g95">anche altri metodi possono essere utili</a>. Questo lo dimostrano anche le esperienze di Brigitte Post con la terapia respiratoria o quelle dell'<a href="https://www.tagesanzeiger.ch/neuer-therapie-ansatz-macht-long-covid-betroffenen-hoffnung-908199304635">ospedale Mount-Sinai</a>. Nel caso di Florian Leitner, i miglioramenti sono stati cos&igrave; evidenti che lui ha voluto condividere la sua esperienza.&nbsp;
Per gli atleti di punta - e per le altre persone affette?&nbsp;
Recentemente &egrave; stato riportato pubblicamente per la prima volta un caso di Long COVID nello sport di punta svizzero: <a href="https://www.srf.ch/sport/allgemein/long-covid-im-spitzensport-jan-lochbihler-und-die-folgen-der-corona-infektion">Jan Lochbihler</a>. Florian Leitner lo ha contattato senza esitare e ha condiviso i suoi successi. Forse il metodo aprir&agrave; la strada ad altri atleti per tornare in punta - e ad altre persone colpite per tornare a una vita senza disturbi.
&nbsp;

Ritorno allo sport di punta grazie alla tecnica di respirazione

Il ricovero in clinica ha fatto bene a Esther Ebnöther. Per evitare ulteriori battute d’arresto nel processo di guarigione, per il momento se l’è pagato da sola.

​​​Il ricovero in clinica ha alleviato le conseguenze a lungo termine del Covid per Esther Ebnöther. Nelle Storie Altea racconta come ha vissuto la degenza e come affronta il Long COVID.​​

​​​Degenza in clinica post-COVID: il racconto di un’esperienza | Altea​​

&laquo;Dopo un&rsquo;ennesima ricaduta, ero a un punto in cui era diventato difficile conciliare Long COVID e lavoro malgrado un grado di occupazione gi&agrave; ridotto.&raquo; Esther Ebn&ouml;ther spiega perch&eacute;, a 5 mesi dall&rsquo;infezione da COVID, si &egrave; organizzata &ndash; inizialmente a proprie spese &ndash; il ricovero presso la &laquo;Clinicum Alpinum&raquo;. Questo perch&eacute; la cassa malati non ha approvato la cura in una clinica di Davos. Ad ogni modo, la sofferenza era troppa. A inizio marzo ha potuto finalmente intraprendere una cura di quattro settimane.&nbsp;
Notevoli progressi&nbsp;
Il soggiorno in clinica &egrave; stato come un toccasana per Esther Ebn&ouml;ther: come ci racconta, ha tratto beneficio da un&rsquo;alimentazione consapevole, fitoterapici e aromaterapici adeguati al COVID, inalazioni, massaggi, tanta attivit&agrave; motoria nella natura e lo scambio con le altre persone affette. &laquo;La stanchezza, in modo particolare, &egrave; diminuita in modo impressionante&raquo;, afferma Esther Ebn&ouml;ther. E ha imparato a trovare risposte alle &laquo;domande stupide&raquo;. Col passare delle settimane, diventa pesante dover continuamente spiegare o addirittura giustificare il proprio stato di salute e la propria situazione.
<img src="https://adm.altea-network.com/assets/f933092e-f316-4f51-bf72-cb2e2540b85c?width=3744&amp;height=5616" alt="Grande passione: da decenni Esther Ebn&ouml;ther suona con ambizione la fisarmonica (foto: privata)" />
Retroscena: alla fine di settembre del 2020, in Svizzera regna ancora l&rsquo;atmosfera rilassata dell&rsquo;estate, prima della seconda ondata di ottobre. Esther Ebn&ouml;ther, <a href="https://www.srf.ch/radio-srf-musikwelle/volksmusik/esther-edith-haben-alles-im-griff">fisarmonicista</a> ambiziosa e appassionata, assiste a un concerto di jodel. Purtroppo, diversi partecipanti erano infetti e tante persone presenti in sala hanno contratto il virus. Tra loro, anche Esther Ebn&ouml;ther.&nbsp;
Una vasta gamma di sintomi&nbsp;
Ai forti dolori articolari sono subentrati febbre persistente, mal di testa e al collo e una terribile stanchezza che ha costretto Esther Ebn&ouml;ther a rimanere a letto. A tormentare la 52enne sono comparsi poi in maniera alterna altri sintomi: tosse, diarrea, caduta dei capelli, eruzioni cutanee e un senso opprimente di fatica. E infine anche problemi agli occhi, intorpidimento al braccio sinistro e alle mani.
<blockquote>
&laquo;Potevo pizzicarmi l&rsquo;avambraccio come volevo, non sentivo nulla. Anche i polpastrelli erano insensibili.&raquo;
</blockquote>
Sono seguiti diversi accertamenti medici. I sintomi neurologici si facevano sempre pi&ugrave; insostenibili. &laquo;Dopo due o tre ore davanti allo schermo mi facevano male gli occhi e le vertigini si facevano sempre pi&ugrave; intense, tanto da non riuscire pi&ugrave; a lavorare&raquo;, racconta Esther Ebn&ouml;ther. Impossibile lavorare normalmente con quella nebbia mentale e la difficolt&agrave; a ritrovare le parole.
<blockquote>
&laquo;Quando sono stanca, dal nulla una &ldquo;forchetta&rdquo; diventa un &ldquo;coltello&rdquo;.&raquo;
</blockquote>
&laquo;Le persone che mi circondano si sono dimostrate molto comprensive nei miei confronti&raquo;, afferma Esther Ebn&ouml;ther. Ciononostante, alcune osservazioni di persone che non conoscono molto bene il Long COVID mi hanno fatto male. &laquo;Mi fa riflettere&raquo;, afferma Ebn&ouml;ther, &laquo;quando mi si dice che capita a tutti di essere stanchi, che sicuramente c&rsquo;entra anche l&rsquo;et&agrave; o, nel peggiore dei casi, che pu&ograve; essere un burnout o una conseguenza del 5G.&raquo;
<img src="https://adm.altea-network.com/assets/8e39df66-b517-4ed0-9fff-0a53ff6fa172?width=1536&amp;height=2048" alt="Un momento di relax: Esther Ebn&ouml;ther sul lago di Costanza con il compagno Hans Nauer. (foto: privata)" />
Esther Ebn&ouml;ther teme ora che le limitazioni neurologiche possano protrarsi ancora per molto tempo e che possa non essere pi&ugrave; capace di sostenere sforzi cognitivi. Teme di non poter pi&ugrave; tornare a svolgere il lavoro da direttrice scolastica cos&igrave; come faceva prima, e a risentirne &egrave; anche il suo hobby pi&ugrave; importante, la fisarmonica.&nbsp;
&laquo;Oggi devo concentrarmi molto di pi&ugrave; per far fare alle dita ci&ograve; che voglio&raquo;, racconta Esther Ebn&ouml;ther. &laquo;I brani che suono da 30 anni mi riescono molto bene. Mi ci vuole invece molta pazienza per studiare quelli nuovi. Devo concentrarmi molto di pi&ugrave; per coordinare testa e dita.&raquo;
<blockquote>
&laquo;C&rsquo;&egrave; un barlume di speranza. A piccoli passi si va avanti.&raquo;
</blockquote>
Il soggiorno in clinica ha fatto bene a Esther Ebn&ouml;ther non solo per le terapie. &laquo;&Egrave; stato molto gratificante anche confrontarsi con altre persone affette.&raquo; Ha imparato ormai ad accettare che la guarigione pu&ograve; richiedere molto tempo. &laquo;Sono diventata anche pi&ugrave; brava a parlare della mia situazione, al lavoro e nella mia cerchia.&raquo;&nbsp;
Speranza riposta nella cassa malati&nbsp;
Per quanto la degenza in clinica abbia fatto bene, il bilancio familiare ne ha risentito pesantemente. Esther Ebn&ouml;ther ha quindi presentato domanda di riesame alla cassa malati e spera ora in una decisione positiva.

«La fisarmonica mi indica quando devo fermarmi, ma mi dà anche forza.»

Per il consulente aziendale Daniel Steiner la settimana lavorativa standard era di 50 ore ma, dopo aver contratto il COVID, ha dovuto mettersi in malattia.

​​​Le conseguenze a lungo termine del COVID-19 sono molteplici e, in parte, talmente gravi da costringere a mettersi in malattia, come nel caso di Daniel Steiner. All'interno delle Storie Altea, Daniel racconta la sua esperienza con il Long COVID.​​

onseguenze a lungo termine del Covid e congedo per malattia | Altea​​​

All'inizio della pandemia, il 38enne Daniel Steiner era una persona attiva e sportiva: tre volte alla settimana percorreva con disciplina le sue 12 corsie in piscina oppure correva a ritmo sostenuto su e gi&ugrave; per la montagna vicino a casa sua, l&rsquo;&Uuml;etliberg. La sua pi&ugrave; grande passione sono i lunghi voli in parapendio. &laquo;Non mi ammalavo praticamente mai&raquo;, racconta Daniel Steiner, che in realt&agrave; ha un altro nome.&nbsp;
Virus veicolato dagli artigiani&nbsp;
Mentre la Svizzera si riprendeva dal primo lockdown, Daniel Steiner incaricava una ditta dei lavori all'interno della propria casa. Ricordiamo che, all&rsquo;epoca, l'uso delle mascherine non era ancora stato prescritto dalle autorit&agrave; e non sorprende quindi che n&eacute; gli artigiani n&eacute; Daniel Steiner le indossassero: &laquo;Uno degli operai tossiva spesso, ma io stavo a due metri di distanza e pensavo fosse sufficiente.&raquo; Stupidamente, le finestre erano quasi sempre chiuse perch&eacute;, proprio in quei giorni, era sopraggiunta un&rsquo;ondata di freddo. Il risultato &egrave; stato che Daniel Steiner ha probabilmente contratto il COVID-19 e si &egrave; ammalato.
<blockquote>
&laquo;Prima scalavo facilmente l&rsquo;&Uuml;etliberg; oggi, quando vado a prendere qualcosa in frigo, raggiungo i 120 battiti.&raquo;
</blockquote>
I primi sintomi si sono manifestati dopo una settimana. &laquo;All&rsquo;epoca non sapevo ancora nulla del COVID-19&raquo;, racconta Daniel Steiner. &laquo;Mi sono messo a letto e ho cercato di curare quella che sembrava un'influenza.&raquo; Steiner si &egrave; sottoposto al test solo tre settimane dopo aver contratto l&rsquo;infezione. Il risultato era negativo.<span data-ccp-props="{&quot;201341983&quot;:0,&quot;335551550&quot;:6,&quot;335551620&quot;:6,&quot;335559731&quot;:0,&quot;335559739&quot;:120,&quot;335559740&quot;:300,&quot;469777462&quot;:[980],&quot;469777927&quot;:[0],&quot;469777928&quot;:[1]}">&nbsp;
&laquo;&Egrave; un po' fuori forma&raquo;<span data-ccp-props="{&quot;201341983&quot;:0,&quot;335551550&quot;:6,&quot;335551620&quot;:6,&quot;335559731&quot;:0,&quot;335559739&quot;:120,&quot;335559740&quot;:300,&quot;469777462&quot;:[980],&quot;469777927&quot;:[0],&quot;469777928&quot;:[1]}">&nbsp;
Per un momento sembrava che Daniel Steiner si stesse riprendendo. Ma le cose sono andate diversamente: il consulente aziendale ha avuto improvvisamente un inaspettato crollo fisico. In pochissimo tempo, il suo battito a riposo &egrave; salito a 130 e il valore dell&rsquo;ossigeno &egrave; sceso pericolosamente. Il medico di famiglia ha quindi mandato Steiner al pronto soccorso dove, dopo alcune ore, &egrave; stato dimesso. &laquo;&Egrave; un po' fuori forma&raquo;, gli hanno detto in ospedale.
<img src="https://adm.altea-network.com/assets/b7096c2a-a353-4693-85d4-5d263f2b832c?width=1536&amp;height=1536" alt="Libert&agrave; all'aria aperta: il parapendio era il grande hobby di Daniel Steiner. (foto: privata)" />
Cos&igrave; ha avuto inizio il travaglio di Daniel Steiner a causa del Long COVID. La maggior parte dei problemi hanno avuto origine a livello cardiaco. Steiner se ne &egrave; accorto subito grazie al fitness tracker, che indossava sempre gi&agrave; prima di ammalarsi. &laquo;Oggi il mio battito schizza a 120 persino quando vado a prendere qualcosa in frigo&raquo;, racconta Daniel Steiner.&nbsp;
I medici non ne sapevano molto&nbsp;
Steiner &egrave; deluso da alcuni medici ai quali si era rivolto durante la sua travagliata storia: del Long COVID non sapevano quasi nulla, mostravano poca comprensione e mettevano addirittura in dubbio la reale esistenza della sindrome. In quel periodo Daniel Steiner era in malattia al 100% e se ne stava a casa in preda a un'estrema stanchezza, tachicardia, forte tosse e segni di perdita della memoria. Un medico ha persino detto che, probabilmente, si trattava solo di depressione.
<blockquote>
&laquo;Probabilmente sarebbe stato meglio non ricominciare a praticare sport cos&igrave; presto. Ma allora nessuno mi aveva avvertito.&raquo;
</blockquote>
Le volont&agrave; erano pronte&nbsp;
&laquo;Se i sintomi persistono e nessuno pu&ograve; aiutarti, inizi a preoccuparti&raquo;, spiega Steiner. Sui social media Steiner seguiva un giornalista del "Guardian", colpito dal Long COVID, che scriveva delle sue esperienze. &laquo;La sua morte mi ha spaventato moltissimo.&raquo; Daniel Steiner ha iniziato quindi a stilare le proprie volont&agrave;.&nbsp;
&Egrave; stato un medico di famiglia innovativo a dare la vera svolta, prescrivendo a Daniel Steiner un antinfiammatorio. In seguito, Daniel si &egrave; ripreso rapidamente. Riusciva infatti a tenere meglio sotto controllo i sintomi e ha cominciato a informarsi personalmente. Bench&eacute; non fosse un medico, Steiner ha letto diversi studi e report sul Long COVID apprendendo molto sulla sindrome.&nbsp;
Oggi Daniel Steiner sta di nuovo bene: non &egrave; guarito, ma grazie ai medicinali riesce a tenere sotto controllo i sintomi e pu&ograve; nuovamente lavorare. Ora spera di potersi vaccinare al pi&ugrave; presto, cosa in cui confida molto.

COVID-19 e conseguenze a lungo termine: consulenza al consulente aziendale

Tutto è iniziato con una salsa di pomodoro che non sapeva di niente. Oggi è la smemoratezza a complicare la vita in cucina, e non solo, di Sandra Bigai.

​​​Nel corso della prima ondata Sandra Bigai ha contratto il Covid. Ancora oggi risente delle conseguenze a lungo termine dell’infezione. Ha condiviso la sua storia con Altea.​​

​​​Senza energie dopo il Covid | Un resoconto personale | Altea​​

Solo un giorno dopo che il Consiglio federale aveva proclamato la &laquo;situazione straordinaria&raquo; nella primavera 2020, Sandra Bigai ha iniziato ad avvertire tosse secca e una nausea insolita. La specialista di comunicazione nel settore sanitario non pensava al COVID-19; si chiedeva semplicemente se si fosse presa un raffreddore da qualche parte o se tutto fosse causato dalla frenesia che regnava nell&rsquo;unit&agrave; di crisi della sua fondazione.&nbsp;
La perdita di olfatto come primo sintomo&nbsp;
Mentre cucinava ascoltando alla radio un&rsquo;infermiera che descriveva la <a href="https://altea-network.com/en/vademecum/taste-and-smell" target="_self">perdita di olfatto</a> come un sintomo tipico della nuova malattia, allora ancora misteriosa, Sandra Bigai si &egrave; resa subito conto di non poter sentire l&rsquo;odore della salsa di pomodoro nella padella davanti a lei. Quindi ha fatto un test: positivo. Quando &egrave; arrivata la chiamata dell&rsquo;ospedale cantonale, Sandra Bigai si &egrave; resa conto dolorosamente dell&rsquo;assenza di rimedi. Aveva soltanto il Dafalgan per combattere la febbre.
<img src="https://adm.altea-network.com/assets/a8c64257-b3bc-4640-97c7-232d94f1f8cb?width=2016&amp;height=1512" alt="Mentre cucinava, Sandra Bigai si &egrave; accorta per la prima volta di non sentire pi&ugrave; gli odori. (foto: privata)" />
&laquo;Durante la notte ho avuto improvvisamente la sensazione che il mio torace venisse compresso, come in una impastatrice&raquo;, ricorda Sandra Bigai. Sono seguiti un aumento della nausea e dolori articolari sempre pi&ugrave; forti. Dopo 10 giorni la quarantena era terminata, ma i sintomi persistevano.
<blockquote>
&laquo;Mi sento come se dovessi attingere continuamente alle mie riserve, ma la mia batteria non si ricarica pi&ugrave;.&raquo;
</blockquote>
Alcune settimane dopo, quando non riusciva pi&ugrave; a camminare a causa di dolori artritici al ginocchio, si &egrave; rivolta a una reumatologa. Quest&rsquo;ultima non vedeva alcuna correlazione tra la malattia COVID-19 e i <a class="Hyperlink SCXW123557166 BCX0" href="https://altea-network.com/it/vademecum/pain" target="_blank" rel="noreferrer noopener">dolori reumatici</a> al ginocchio e al torace. Tuttavia, il trattamento dei dolori articolari e muscolari con alte dosi di cortisone e una serie di antidolorifici non dava i risultati sperati.
<img src="https://adm.altea-network.com/assets/cdd2f70a-d399-4e1a-bf9c-e09af96c872b?width=1512&amp;height=2016" alt="Le passeggiate nella natura sono degli sprazzi di luce nella vita di tutti i giorni. (foto: privata)" />
A distanza di oltre un anno dall&rsquo;infezione, a volte i suoi problemi la spingono sull&rsquo;orlo della disperazione. Gli accertamenti sullo stato di salute sono faticosi, deve discutere con l&rsquo;assicurazione &ndash; anche se il suo datore di lavoro ha classificato la sua malattia come un infortunio professionale &ndash; e continua a soffrire di dolori migranti. A ci&ograve; si aggiungono <a href="https://altea-network.com/it/vademecum/thinking-and-perception" target="_self">problemi di concentrazione, vuoti di memoria</a> e <a href="https://altea-network.com/it/vademecum/fatigue" target="_self">spossatezza</a>.&nbsp;
&laquo;Mentre cucino mi dimentico sempre dei passaggi basilari e mi chiedo cosa devo fare dopo, anche se in realt&agrave; so a memoria le ricette&raquo;, racconta Sandra Bigai. Il suo olfatto &egrave; tornato dopo tre mesi, ma gli altri disturbi sono diventati pi&ugrave; acuti.
<blockquote>
&laquo;Racconto sempre la stessa storia ai medici. Finora non ho ricevuto risposte alle mie domande.&raquo;
</blockquote>
Sandra Bigai spesso non si riconosce pi&ugrave;. &laquo;Sono pi&ugrave; ansiosa, spesso smemorata e la mia batteria &egrave; sempre scarica&raquo;, spiega. &laquo;Mi sento come se dovessi attingere continuamente alle riserve, ma allo stesso tempo la mia batteria non si ricarica pi&ugrave;&raquo;. La cosa pi&ugrave; difficile &egrave; accettare le sue condizioni attuali. &laquo;Mi riesce difficile dimenticare com&rsquo;ero prima. Da un giorno all&rsquo;altro sono diventata un&rsquo;altra persona.&raquo;&nbsp;
Finalmente qualcuno che ascolta davvero&nbsp;
Sandra Bigai non ha cercato risposte solo dalla medicina convenzionale, ma si &egrave; rivolta anche a una naturopata. Pur non sostenendo pienamente tutti gli <a href="https://altea-network.com/it/blog/39-schul-vs-komplementaermedizin" target="_self">approcci alternativi</a>, Sandra Bigai ha avuto almeno per la prima volta la sensazione che la persona dinanzi a lei si fosse presa il tempo di ascoltarla, considerando il corpo nella sua interezza e integrandolo nel trattamento. Il rapporto di fiducia &egrave; molto importante. &laquo;Altrimenti &egrave; meglio cambiare medico&raquo;.

Quando il Covid cambia le persone

Erik Kötter era un classico high perfomer: medico, padre di quattro figli, sportivo. Ma il Long COVID ha reso anche un semplice panino un ostacolo enorme.

​​​Erik Kötter era un classico high perfomer: medico, padre di quattro figli, sportivo. Da quando ha contratto il Covid, le cose sono però cambiate. Nelle Storie Altea parla della grande spossatezza causata dal Long COVID.​​

​​​La grande spossatezza portata dal Long COVID | Altea​​

A volte sono le banalit&agrave; della vita di tutti i giorni a impressionare di pi&ugrave; le persone. &laquo;La scorsa settimana volevo farmi un panino&raquo;, racconta Erik K&ouml;tter al telefono. Quindi tagliare il formaggio, tagliare il pane, spalmare senape e maionese, lavare un po&rsquo; di insalata e fine. &laquo;Sono arrivato solo a met&agrave;. Poi ho avuto bisogno di una pausa&raquo;, ricorda il Dr. K&ouml;tter. &laquo;&Egrave; una sensazione che non ho mai provato prima&raquo;.
<blockquote>
&laquo;Nonostante la mia formazione come medico, non avevo davvero capito la sofferenza che poteva causare il Long COVID.&raquo;
</blockquote>
Esistono dei termini per indicare questa <a href="https://altea-network.com/it/vademecum/fatigue" target="_self">spossatezza generale</a> che si manifesta nelle persone affette da Long COVID. Erik K&ouml;tter li conosce molto bene. Come medico di base li ha studiati e aveva addirittura gi&agrave; assistito pazienti affetti da Long COVID. &laquo;Li ho sostenuti il pi&ugrave; possibile&raquo;, afferma il Dr. K&ouml;tter. &laquo;Tuttavia, nonostante la mia esperienza e formazione, non avevo davvero capito la sofferenza che poteva causare il Long COVID&raquo;, racconta il medico, che usa uno pseudonimo per raccontare la sua storia.&nbsp;
Una incapacit&agrave; indescrivibile&nbsp;
Si tratta di una sensazione completamente nuova, a cui la parola &laquo;fatigue&raquo; non rende giustizia. &laquo;Ho dovuto lottare per parlare, alzare le braccia, tenere in mano il cellulare&raquo;. Se non lo si vive di persona, difficilmente si riesce a capirlo.
<img src="https://adm.altea-network.com/assets/66daa18b-ef00-4814-8792-b963a1b8e959?width=3500&amp;height=2333" alt="Natura e sport: prima di ammalarsi, Erik K&ouml;tter amava andare in bicicletta. (Immagine di rappresentanza: Adobe Stock Photo)" />
Erik K&ouml;tter non pensa di essere particolarmente sensibile o insofferente. E forse era proprio questo il problema. Dopo aver contratto il COVID, si &egrave; ammalato per un paio di giorni e ha poi lavorato da casa durante il periodo di isolamento. Dopo tre settimane, ha ripreso a lavorare a pieno regime.&nbsp;
Un ritorno prematuro&nbsp;
&laquo;Non ero ancora del tutto in forma&raquo;, ricorda Erik K&ouml;tter. Dopo uno sprint in bicicletta, per un attimo ha avvertito una sensazione di stanchezza in tutto il corpo e forti dolori alla muscolatura, che tuttavia sono poi spariti. Dopo le lunghe giornate di lavoro, si sentiva come se avesse un macigno addosso. Ma la mattina dopo, ricominciava da capo. &laquo;Ho semplicemente continuato a premere sull&rsquo;acceleratore. A volte bisogna stringere i denti e andare avanti&raquo;, afferma il Dr. K&ouml;tter.&nbsp;
Ha ignorato i segnali del suo corpo e poi &egrave; arrivato il <a href="https://altea-network.com/it/vademecum/fatigue" target="_self">crash</a>. Da allora le cose sono cambiate. Anche dopo 2 mesi si ritrova disteso il 95% del tempo, racconta il 38enne. &laquo;Ora riesco ad alzarmi e sgomberare la tavola&raquo;, dice con leggera soddisfazione. &laquo;Ma tra una cosa e l&rsquo;altra devo sempre fare una pausa&raquo;.
<blockquote>
Ha ignorato i segnali del suo corpo e poi &egrave; arrivato il crash.
</blockquote>
Fare affidamento sull&rsquo;aiuto di altri anzich&eacute; essere lui stesso la fonte di aiuto lo rende particolarmente stressato. &laquo;Mia moglie merita un trofeo. Tuttavia, mi sento molto in colpa quando vedo quanto &egrave; stressata&raquo;, afferma Erik K&ouml;tter. Prima di ammalarsi, contribuiva alle faccende domestiche e alla gestione dei quattro bambini. Ora la moglie deve fare tutto da sola.&nbsp;
Il tempo con i figli come rimedio&nbsp;
Nei giorni buoni, Erik K&ouml;tter vede comunque un po&rsquo; di luce in fondo al tunnel. &Egrave; contento di poter leggere, fare i compiti e giocare con i bambini. &laquo;Mi aiuta anche a livello psicologico. Senza famiglia sarei caduto in depressione&raquo;. Quando riesce, legge anche gialli la cui lettura ha rimandato per anni e si catapulta in un mondo completamente nuovo, in cui il Covid non &egrave; un problema.
<blockquote>
&laquo;Non siete soli. Non &egrave; solo nella vostra testa, &egrave; una malattia reale.&raquo;
</blockquote>
Alternative al medico&nbsp;
Inoltre, prova trattamenti alternativi, &laquo;anche se sono un medico di base. Mi &egrave; stato consigliato persino da colleghi medici&raquo;. Ad esempio l&rsquo;agopuntura. Non &egrave; ancora chiaro se effettivamente sia efficace. Voleva semplicemente provarla. &laquo;Ma anche in questo caso devo fare attenzione a non esagerare&raquo;.&nbsp;
&laquo;Non siete soli&raquo;&nbsp;
Erik K&ouml;tter ha tratto benefici dagli esercizi di respirazione che ascolta sotto forma di audiolibro (disponibile ad esempio su <a href="https://open.spotify.com/album/3HlC7qhHfcdBvyLw3XYUzb?si=FL13Gx1KQp6qR8OqgRHv6w">Spotify</a>, <a href="https://www.audible.de/pd/Meditation-Atmung-Beruhigung-des-Nervensystems-und-Foerderung-der-Homoeostase-Hoerbuch/B08HSFZVSH">Audible</a> o <a href="https://www.exlibris.ch/de/musik/musik-download-mp3/pierre-bohn-torsten-abrolat-syncsouls/meditation-atmung-beruhigung-des-nervensystems-und-foerderung-der-homoeostase/id/dlmr13122304">exlibris</a>). C&rsquo;&egrave; qualcos&rsquo;altro che il medico vuole dire alle altre persone affette? &laquo;Vorrei che le altre persone affette da Long COVID si rendessero conto di non essere sole. Non &egrave; solo nella vostra testa. &Egrave; una malattia reale&raquo;.&nbsp;
Fonte immagine: <a href="https://stock.adobe.com/ch_de/">Adobe Stock Photo</a>

Le conseguenze del Covid: quando il medico diventa paziente

Tre chilometri in macchina sono troppo per lui e spesso dimentica se si è già lavato i denti. La storia di Ramon Crosina affetto da Long COVID.

​​​​Ramon Crosina ha trovato nell’agopuntura e nelle erbe cinesi un primo sollievo contro i sintomi del Long COVID. Con Altea ha parlato degli alti e bassi da quando ha contratto il virus.​​​

​​​Long COVID a 20 anni | Testimonianza | Altea​​

Fino allo scorso inverno la vita del ventenne Ramon Crosina si &egrave; svolta come da manuale: nella formazione da meccatronico d&rsquo;auto coniugava al meglio professione e passione per le auto; il tempo libero lo trascorreva con gli amici e le amiche.&nbsp;
Sintomatologia da montagne russe&nbsp;
Dopo il test PCR, tutto nella vita di Ramon &egrave; per&ograve; improvvisamente cambiato. I disturbi indotti dal Covid inizialmente erano lievi. &laquo;Con il Covid i sintomi hanno cominciato a impazzire: poteva accadere che mi venisse la febbre e che dopo un&rsquo;ora scomparisse per lasciare il posto a mal di testa e tosse&raquo;, racconta Ramon. Per otto giorni, diversi sintomi si sono alternati con cadenza quasi oraria.
<blockquote>
&laquo;La mia famiglia e i miei amici mi sono vicini e mi sostengono per quanto possibile.&raquo;
</blockquote>
Terminata la malattia, per quattro giorni Ramon &egrave; stato bene. Poi hanno iniziato a farsi sentire i primi segnali delle conseguenze a lungo termine del COVID-19. Ramon ricorda: &laquo;All&rsquo;inizio ho continuato a lavorare in azienda al 50%, ma al massimo a met&agrave; giornata dovevo tornare a casa per sdraiarmi e dormire&raquo;. Presto sono comparsi alcuni dei sintomi del Long COVID: un incredibile senso di spossatezza, respiro corto, nebbia mentale e dolori muscolari di estrema intensit&agrave;.&nbsp;
Solo qualche settimana prima Ramon Crosina aveva conseguito senza problemi la distinzione sportiva durante il reclutamento; ora bastava una passeggiata di 500 metri per portarlo ai limiti dello sforzo. Non c&rsquo;&egrave; da stupirsi, dunque, che Ramon nel frattempo abbia sviluppato anche una leggera depressione e attacchi di panico. L&rsquo;insieme di sintomi&nbsp; ha continuato a crescere: mal di gola e mal di testa, spasmi muscolari, oscillazioni della pressione sanguigna, disturbi del sonno.
<img src="https://adm.altea-network.com/assets/f9fc8c48-41d7-4573-82ea-8e7fbcc644a7?width=2976&amp;height=3968" alt="Un tipo sportivo: prima di ammalarsi, Ramon Crosina era fisicamente molto attivo. (foto: privata)" />
&laquo;Diverse persone nella mia cerchia di conoscenti non riuscivano bene a capire o ad accettare quanto stavo passando, ma la mia famiglia e i miei amici mi sono vicini e mi sostengono per quanto possibile&raquo;, afferma Ramon. Ringrazia soprattutto di poter vivere a casa dei genitori, perch&eacute;, al momento, fare la spesa e trasportare borse &egrave; fuori questione.&nbsp;&nbsp;
Consulto speciale a Coira&nbsp;
Anche il medico di famiglia di Ramon, sebbene molto comprensivo, &egrave; giunto presto al limite delle sue possibilit&agrave; e lo ha indirizzato all&rsquo;ambulatorio sul Long COVID di Gregory Fretz presso l&rsquo;Ospedale Cantonale di Coira, dove Ramon si &egrave; sottoposto a numerosi test ed esami, risultando &laquo;sano dal punto di vista medico&raquo;. Sono state cos&igrave; escluse cause indipendenti dal COVID. Il Dr. Fretz ha quindi fatto tutto il possibile per aiutare Ramon Crosina e lo ha ricoverato per il trattamento presso la Clinica Curativa di Scuol.
<blockquote>
&laquo;So che guarir&ograve;, e questo mi consola, anche se ci vorr&agrave; del tempo.&raquo;
</blockquote>
&laquo;Mi sono gi&agrave; lavato i denti?&raquo;&nbsp;
Era chiaro che Ramon non stava bene. L&rsquo;ultima volta gli &egrave; stato diagnosticato un grave disturbo della memoria. &laquo;A volte non riesco a ricordarmi di cose semplicissime, per esempio se mi sono gi&agrave; lavato i denti&raquo;, racconta Ramon.&nbsp;
Segnali di un&rsquo;inversione di tendenza&nbsp;
L&rsquo;agopuntura e le erbe cinesi hanno portato un primo sollievo dai sintomi. Ramon non &egrave; guarito, &laquo;ma finalmente sento che mi sto riprendendo&raquo;, afferma. Ramon non vede l&rsquo;ora di soggiornare a Scuol, da cui nutre grandi speranze.

Quando un appassionato di auto non osa più guidare per via del Long COVID

Il Long COVID ha stravolto la vita di Yvonne Faller. Dopo l’iniziale assenza di soluzioni fornite dai medici, ora Yvonne ripone le sue speranze in consulti specialistici.

​​​Il Long COVID ha sconvolto la vita di Yvonne Faller, che spera di trovare sollievo attraverso un consulto specialistico per la stanchezza cronica e che ha condiviso la sua storia con Altea.

​​​​L’ipersensibilità come conseguenza a lungo termine del Covid | Altea​​

Mezz&rsquo;ora di cammino per andare al lavoro, mezz&rsquo;ora di ritorno e nel frattempo una giornata intera dedicata all&rsquo;assistenza di due bambini piccoli: questa era la quotidianit&agrave; di Yvonne Faller fino all&rsquo;anno scorso. L&rsquo;educatrice era nel pieno della vita, sprizzava di energia e creativit&agrave;.&nbsp;
Sovraffaticamento? No, Covid&nbsp;
Poco prima del nuovo anno, per&ograve;, nonostante tutte le misure precauzionali, deve aver contratto il COVID-19. Mentre giocava, si &egrave; accorta improvvisamente di avere problemi di memoria. Poi ha cominciato a soffrire di mal di testa. Il suo primo pensiero &egrave; ricaduto sul sovraffaticamento dovuto alle festivit&agrave;. Tuttavia, quando all&rsquo;inizio di gennaio &egrave; arrivata anche la tosse, si &egrave; sottoposta al test: risultato positivo.
<blockquote>
&laquo;Sono una persona estremamente creativa, con idee inesauribili. Ma in quel momento &egrave; come se tutto si fosse spento.&raquo;
</blockquote>
Sono comparsi nuovi sintomi: febbre, brividi, perdita dell&rsquo;olfatto e del gusto, mal di testa sempre pi&ugrave; forti e una tachicardia che la derubava del suo sonno. Yvonne Faller ha quindi telefonato al suo medico di base. &laquo;Non sapeva come gestire la situazione&raquo;, ricorda la Signora Faller. &laquo;Mi ha detto che non si poteva fare molto e che, se non ce l&rsquo;avessi fatta pi&ugrave;, sarei dovuta andare in ospedale&raquo;.&nbsp;
La paresi facciale&nbsp;
Dopo alcune settimane, Yvonne Faller improvvisamente non riesce pi&ugrave; ad alzarsi. Pensava di essere in preda a un ictus, poich&eacute; una parte del viso era paralizzata. Gli accertamenti neurologici hanno evidenziato un&rsquo;infiammazione della ghiandola pituitaria causata da <a href="https://altea-network.com/it/vademecum/skin-and-hair" target="_self">herpes zoster</a>. Il virus dell&rsquo;herpes si era attivato nel corpo indebolito dal Covid, scatenando un fuoco di Sant&rsquo;Antonio e dolori nervosi. Questi sono stati trattati con farmaci antivirali e antiepilettici per prevenire la cronicizzazione.
<img src="https://adm.altea-network.com/assets/e1bcca08-af5c-434f-a226-6bdcc6ef19f9?width=1600&amp;height=1064" alt="Vena creativa: Yvonne Faller dedicava volentieri il suo tempo ad attivit&agrave; creative, ma ora le cose sono cambiate. (foto: privata)" />
A causa della sovreccitazione del cervello, Yvonne Faller &egrave; diventata improvvisamente ipersensibile a odori, rumori e luce. Anche i pi&ugrave; piccoli stimoli la scombussolano. Ora non pu&ograve; pi&ugrave; dedicarsi ad attivit&agrave; creative e le &egrave; impossibile leggere un libro. A detta sua, le riserve energetiche sono al 30% al mattino, la doccia e la colazione ne consumano la met&agrave; e a mezzogiorno le batterie sono gi&agrave; scariche.&nbsp;
Esercizi e calma&nbsp;
Ad aiutare Yvonne Faller sono lo <a href="https://altea-network.com/it/vademecum/mental-health" target="_self">yoga</a> e le <a href="https://altea-network.com/it/vademecum/breathing" target="_self">terapie respiratorie</a>. Con dei leggeri esercizi di stretching, cerca di calmarsi quando il cuore batte troppo forte, il corpo trema o le gambe cedono. &laquo;Cerco di affrontare la situazione con la massima serenit&agrave; possibile o di considerare il tremore, ad esempio, come qualcosa di buono e terapeutico. Mi aiuta&raquo;, spiega Yvonne. &laquo;Bisogna abbassare le proprie aspettative, festeggiare i piccoli successi e <a href="https://altea-network.com/it/vademecum/fatigue" target="_self">concentrarsi su ci&ograve; che si pu&ograve; fare</a>&raquo;.
<blockquote>
&laquo;Voglio guarire, riprendermi ed essere in grado di trascorrere una giornata normale.&raquo;
</blockquote>
Non sono solo i sintomi a complicare la vita a Yvonne Faller, ma anche le reazioni alla malattia. Il suo datore di lavoro l&rsquo;ha licenziata e il suo medico di base dice che non pu&ograve; continuare a rilasciarle certificati di malattia. Tuttavia, al momento non riesce neanche a immaginarsi di lavorare come tata: Yvonne Faller non ha minimamente le energie per una giornata di 12 ore. Il medico le ha proposto di farsi prescrivere dei giorni di malattia da uno psicologo. &laquo;Per me per&ograve; &egrave; fuori discussione. La mia sofferenza non &egrave; psichica!&raquo;, sottolinea.&nbsp;
La speranza &egrave; la neurologia&nbsp;
Yvonne Faller si sente ben assistita dalla sua neurologa e presto avr&agrave; anche un appuntamento con uno specialista in fatica cronica. Spera di sentirsi finalmente presa sul serio e di ricevere risposte alle sue domande. Tuttavia, gi&agrave; ora si preoccupa di come arrivare a Coira. &laquo;Un viaggio pi&ugrave; lungo del normale &egrave; una sfida enorme per me&raquo;, racconta Yvonne Faller, &laquo;ma voglio guarire, riprendermi ed essere in grado di trascorrere una giornata normale&raquo;.

Ipersensibilità improvvisa a odori, rumori e luce

Edith Schwitter è un’infermiera specializzata. Dopo l’infezione da COVID-19 – cui è sopravvissuta per un pelo – è lei stessa ad aver bisogno di cure ospedaliere.

​​Edith Schwitter è un’infermiera specializzata. Dopo l’infezione da COVID-19 – cui è sopravvissuta per un pelo – è lei stessa ad aver bisogno di cure ospedaliere. Nelle Storie Altea racconta la sua storia delle conseguenze a lungo termine del Covid.​

​​​Post COVID: il sistema immunitario non funziona più come dovrebbe | Altea​​

Febbre, dolori muscolari e cefalee colpiscono Edith Schwitter dopo la vaccinazione antinfluenzale nel dicembre 2020; l&rsquo;infermiera specializzata, 52 anni, pensa si tratti di una reazione al vaccino e continua a lavorare.&nbsp;
I primi due test COVID risultano negativi. Vista la scarsit&agrave; di personale, decide nel fine settimana di subentrare in un turno. Dopo un terzo test, questa volta positivo, compaiono forti dolori alla testa, ai muscoli e agli arti che costringono Edith Schwitter ad assumere antidolorifici. Si sente spossata, non riesce a respirare e nota problemi di concentrazione.
<blockquote>
&laquo;A posteriori, so che avrei dovuto insistere e andare subito in ospedale quando mi sono sentita male.&raquo;
</blockquote>
&laquo;Ci si sente impotenti quando il medico ti dice che non vuole vederti e che devi restare a casa finch&eacute; la situazione non si aggrava per davvero&raquo;, rammenta Edith Schwitter. &laquo;A posteriori, so che avrei dovuto insistere e andare subito in ospedale quando mi sono sentita male.&raquo;&nbsp;
L&rsquo;infiammazione si estende&nbsp;
All&rsquo;inizio i sintomi sofferti da Edith Schwitter non erano cos&igrave; gravi come quelli del suo partner, ma le infiammazioni nel corpo andavano estendendosi inesorabilmente. Prima le &egrave; stata diagnosticata una polmonite bilaterale, poi una sinusite (infiammazione della fronte e del seno mascellare). Ancora, l&rsquo;inalazione di farmaci per l&rsquo;asma ha dato origine a un&rsquo;infezione fungina nel distretto della gola e della bocca (mughetto). Successivamente si &egrave; sviluppata un&rsquo;infiammazione della mucosa orale in tutta la zona faringea.
<img src="https://adm.altea-network.com/assets/6b03643f-8831-412f-ba3f-b5a130876ab2?width=1536&amp;height=2048" alt="Una persona attiva: prima dell&rsquo;infezione, Edith Schwitter era un&rsquo;amante delle attivit&agrave; all&rsquo;aria aperta. (foto: privata)" />
Dolori improvvisi al fianco sinistro e febbre a 40 gradi hanno costretto Edith Schwitter a recarsi in ospedale. Una grave infezione della vescica e del bacino renale hanno richiesto la terapia antibiotica, ma l&rsquo;infezione non rispondeva al trattamento. Dopo tre giorni in cui i valori infiammatori continuavano a salire e Edith Schwitter continuava a perdere sangue, i medici sono entrati nel panico. Edith Schwitter era in setticemia.&nbsp;
Una grande fortuna&nbsp;
&laquo;Solo in ospedale mi sono resa conto di quanto sia stata fortunata. L&rsquo;ho scampata per un pelo: l&rsquo;intero sistema era stato colpito da una grave intossicazione da E. coli&raquo;, racconta l&rsquo;infermiera. Fortunatamente con un antibiotico pi&ugrave; potente siamo riusciti a combattere l&rsquo;infezione batterica. Edith Schwitter &egrave; stata dimessa dall&rsquo;ospedale due settimane pi&ugrave; tardi.
<blockquote>
&laquo;Il mio sistema immunitario &egrave; impazzito. Ci sono infiltrazioni ovunque. Si risolve una cosa e ne spunta fuori un&rsquo;altra.&raquo;
</blockquote>
In un consulto per il Long COVID le &egrave; stato spiegato che il sistema immunitario non funziona pi&ugrave; come dovrebbe. Fino a fine maggio &egrave; stata messa in malattia per spossatezza cronica (fatica). Ancora non sa se poi potr&agrave; effettivamente tornare a lavorare. Edith Schwitter consiglia alle persone affette di recarsi il prima possibile a un consulto per il Long COVID. &laquo;Tutte le discussioni e le spiegazioni fatte prima richiedono una grossa dose di energia e comunque non mi hanno portato avanti.&raquo; Anche se specifici valori non presentano anomalie, ci&ograve; non significa necessariamente che le persone affette siano effettivamente sane.&nbsp;
Importantissimo: il Pacing!&nbsp;
Durante il consulto, il medico specializzato in fatica cronica ha ascoltato attentamente le parole di Edith Schwitter e l&rsquo;ha riportata coi piedi per terra: le persone affette da Long COVID non guariscono nel giro di due settimane. Nei mesi successivi si &egrave; resa effettivamente conto che affaticarsi troppo non faceva che peggiorare le cose. La parola d&rsquo;ordine era: Pacing, ovvero utilizzo ragionato delle energie.
<blockquote>
&laquo;So che le persone affette non simulano e che non c&rsquo;&egrave; nulla di cui vergognarsi.&raquo;
</blockquote>
&laquo;Il mio sistema immunitario &egrave; impazzito. Ci sono infiltrazioni ovunque. Si risolve una cosa e ne spunta fuori un&rsquo;altra. Non puoi eludere i dolori muscolari: sono troppo forti&raquo;, spiega Edith Schwitter. &laquo;Da specialista, &egrave; ancora pi&ugrave; brutto accorgersi che dopo mesi si &egrave; ancora costretti a casa dalla malattia. So che le persone affette non simulano e che non c&rsquo;&egrave; nulla di cui vergognarsi.&raquo;

Persone affette da Long COVID: «Non c’è nulla di cui vergognarvi».

Mattia ha 11 anni e soffre di Long COVID. Sua madre ci racconta come continua ad imparare e ridere malgrado tutto.

&Egrave; stato lo scorso ottobre che il figlio di Angelina Brupbacher si &egrave; ammalato di COVID-19. "All'inizio la cosa peggiore era la nausea", racconta la signora Brupbacher al telefono. "Per due mesi, nostro figlio &egrave; andato in giro tutto il giorno con un secchio per il vomit"&raquo;.    &nbsp;
Alti e bassi continui  &nbsp;
Ora le cose vanno meglio da questo punto di vista, ma c'&egrave; ancora la sindrome della Fatica: Mattia si stanca molto in fretta e ha difficolt&agrave; a concentrarsi. Il suo stato rimane imprevedibile. "Ieri &egrave; stato un gran giorno, l'altro ieri &egrave; stato davvero brutto, e oggi va cos&igrave; cos&igrave;", dice la signora Brupbacher. In realt&agrave;, il suo nome &egrave; un altro*. La questione del Long COVID nei bambini &egrave; importante per lei, ma non vuole esporre suo figlio inutilmente. 
Ci&ograve; che spaventa la madre &egrave; che questo stato di esaurimento potrebbe diventare cronico. Per questo si assicura che suo figlio non si sforzi troppo. Va a scuola per una lezione di matematica al giorno. Angelina Brupbacher fa il resto insegnando a distanza da casa. "I bambini di oggi sono gi&agrave; orientati alla performance", dice. "Un undicenne non capisce ancora molto bene i suoi limiti. Ecco perch&eacute; devo fare in modo che ci fermiamo prima che raggiunga il limite di esaurimento". &nbsp;
Esperienza con la Fatica cronica   &nbsp;
Angelina Brupbacher sa per esperienza quanto sia importante dosare lo sforzo. Lei stessa soffre della Sindrome da Fatica Cronica (SFC). Le &egrave; stata diagnosticata poco prima dell&rsquo;inizio della pandemia. Lei aveva una carriera, suo marito era quello pi&ugrave; coinvolto nelle faccende di casa. Ora si sono scambiati i ruoli. Con un sovraffaticamento ripetuto la fatica rischia di diventare cronica. A questo proposito, &egrave; una fortuna che la signora Brupbacher abbia gi&agrave; familiarit&agrave; con questa condizione. Trovare il giusto equilibrio tra fermarsi e incoraggiare rimane comunque una sfida. "&Egrave; intelligente e ha la volont&agrave; - ma gli manca la giusta energia. A volte &egrave; difficile stare l&igrave; a guardare".
<blockquote>
&laquo;Il dottore gli ha detto: "Devi assolutamente rivedere i tuoi amici!". Questo lo fa stare molto meglio psicologicamente&raquo;.
</blockquote>
La famiglia Brupbacher ha avuto buone esperienze con il medico di famiglia e la scuola. &laquo;Il medico di famiglia ci ha sempre presi sul serio e ci ha ascoltati. Quando le parlavo di un nuovo studio di cui avevo letto, lo prendeva in considerazione e indagava di conseguenza.&raquo;  &nbsp;
&Egrave; stato molto importante che il medico dicesse a suo figlio: &laquo;Devi assolutamente rivedere i tuoi amici!&raquo;  Nel primo mese, non osava farlo - dopo tutto, non andava neanche a scuola. Nel suo isolamento, il figlio ha sviluppato sintomi depressivi. Ora, grazie al contatto con i suoi coetanei, sta di nuovo migliorando. 
<blockquote>
&laquo;Continuo a ripetermi: &ldquo;Guarir&agrave;!&rdquo;. Bisogna imparare a diventare ottimisti.&raquo;&nbsp;
</blockquote>
Anche la scuola &egrave; stata accomodante e ha accettato una soluzione individuale. &laquo;A scuola mi conoscevano e mio figlio era diligente. Questo ha certamente aiutato. Ma come avrebbe reagito la scuola con un bambino pi&ugrave; problematico?&raquo; si chiede Angelina Brupbacher. Sta affrontando un tema importante: il riconoscimento istituzionale del Long COVID. &laquo;Questo sar&agrave; uno dei grandi temi del futuro&raquo;, &egrave; convinta la signora Brupbacher. 
La cosa pi&ugrave; importante per Angelina Brupbacher &egrave; rimanere positivi! &laquo;Cerchiamo di ridere molto insieme. Continuo a ripetermi: "Guarir&agrave;!"&raquo;. Bisogna imparare a diventare ottimisti - &laquo;&Egrave; un bene per il bambino e per tutta la famiglia&raquo;.  &nbsp;
Seconda infezione  &nbsp;
Bisogna esserlo anche quando ci sono ricadute lungo il percorso. Mattia ha avuto la sfortuna di contrarre nuovamente il virus a marzo - questa volta con la variante britannica. Nonostante tutto, la famiglia sta anche facendo progetti per il futuro: &laquo;Non vedo l'ora di vivere momenti pi&ugrave; sani - e stiamo sognando le vacanze in famiglia&raquo;.

Bambini e Long COVID: "Cerchiamo di ridere tanto con nostro figlio."

A causa del Long COVID, la fisioterapista Simona Kopp è stata molto limitata per mesi. Allenare il respiro ha segnato una svolta, ma l’olfatto resta alterato.

​​​A causa del Long COVID, la fisioterapista Simona Kopp è stata fortemente limitata per mesi e mesi. Allenare il respiro ha segnato una svolta, ma l’olfatto resta alterato.​​

​​​​Long COVID: l’allenamento con SpiroTiger può essere utile​​​

Simona Kopp &egrave; una sportiva: la trentenne percorre 4500 chilometri all&rsquo;anno in bici. A marzo del 2020 ha contratto una forma relativamente lieve di Covid. &ldquo;Non sono mai stata veramente male&rdquo;, racconta. Anche quando dopo due settimane si sentiva ancora debole e trovava insolitamente faticoso fare persino una semplice passeggiata o due piani di scale, non si &egrave; preoccupata pi&ugrave; di tanto. In fin dei conti, essendo fisioterapista, Simona Kopp sa che serve tempo per rimettersi in forma quando si &egrave; indeboliti da una infezione o da un infortunio.
<blockquote>
&ldquo;Mi chiedevo sempre pi&ugrave; spesso cosa stesse succedendo ai miei polmoni.&rdquo;
</blockquote>
Tuttavia, la situazione non sembrava migliorare. Anche dopo soli 20 minuti di corsa, per ore Simona Kopp aveva la sensazione che le mancasse l&rsquo;aria. &laquo; I medici dicevano che dovevo avere pazienza. Tuttavia, dopo tre mesi senza alcun miglioramento mi chiedevo sempre pi&ugrave; spesso: &ldquo;cosa sta succedendo ai miei polmoni&rdquo; &raquo;, racconta. Anche il suo partner si &egrave; accorto che nei giri in bici lei era molto meno in forma rispetto al passato.&nbsp;
La decisione di effettuare il test da sforzo&nbsp;
Simona Kopp ha deciso di sottoporsi a un test da sforzo, la cosiddetta spiroergometria (informazioni in merito sono riportate <a href="https://altea-network.com/it/blog/27-kurzatmigkeit/" target="_self">in questo blog</a>). In caso di Long COVID, una decisione del genere dovrebbe essere presa assieme a uno specialista: in alcuni casi gli sforzi eccessivi possono portare a un &ldquo;crash&rdquo; (crollo), con conseguenze negative per giorni (<a href="https://altea-network.com/it/vademecum/fatigue/" target="_self">malessere post-sforzo PEM</a>). Probabilmente questo pu&ograve; capitare soprattutto a chi sperimenta gi&agrave; nella vita quotidiana questo tipo di intolleranza agli sforzi.&nbsp;
Tuttavia, non era il caso di Simona Kopp: l&rsquo;insufficienza respiratoria &egrave; sparita 2-3 ore dopo lo sforzo, senza che ne abbia risentito per giorni. &Egrave; comunque riuscita a lavorare come sempre al 90%. Se non vi sono problemi relativamente al PEM, un test da sforzo pu&ograve; essere utile e fornire utili indicazioni diagnostiche (si veda <a href="https://altea-network.com/it/blog/55-spiroergomethrie/" target="_self">il blog dedicato).</a>
<blockquote>
&ldquo;Sono stata felice di sapere che da quel punto di vista andava tutto bene e che non devo evitare gli sforzi&rdquo;.
</blockquote>
Quindi Simona Kopp si &egrave; sottoposta a una spiroergometria: in un protocollo di sforzo definito, avrebbe dovuto incrementare costantemente le proprie prestazioni su un cicloergometro, spingendosi al massimo delle proprie forze. Dalla misurazione del lattato &egrave; emerso che i muscoli esaurivano troppo presto l&rsquo;ossigeno. &ldquo;Ho dovuto interrompere il test molto prima di quanto avevo previsto basandomi sull&rsquo;esperienza&rdquo;, racconta Simona Kopp. L&rsquo;affanno sperimentato nelle ore seguenti non l&rsquo;ha preoccupata: &ldquo;Sapevo ormai che sarebbe stato passeggero.&rdquo;&nbsp;
Organi a posto&nbsp;
Kopp ha potuto discutere dei risultati con un medico. Per quanto riguardava cuore e polmoni, non c&rsquo;era nulla di particolare. &ldquo;Dal suo punto di vista, potevo continuare ad allenarmi. Sono stata contenta di sapere che non correvo alcun rischio&rdquo;. Quindi il test da sforzo &egrave; stato utile per inquadrare la situazione e darle sicurezza. Poco a poco, Simona Kopp ha iniziato con l&rsquo;allenamento a intervalli. Tuttavia, il netto miglioramento &egrave; da ricondurre a un altro metodo.
<img src="https://adm.altea-network.com/assets/48314360-1d7c-4806-aa63-bb6fc0487567?width=3024&amp;height=4032" alt="Allenare i polmoni: Simona Kopp ha esercitato pi&ugrave; volte a settimana i muscoli respiratori con il dispositivo SpiroTiger. (Foto: privata)" />
Lavorando nel reparto di fisioterapia della Clinica universitaria Balgrist, Simona Kopp sapeva che esistono dei dispositivi per allenare la muscolatura respiratoria. Cos&igrave;, pi&ugrave; volte a settimana ha allenato il respiro aumentando sempre di pi&ugrave; la resistenza. In alcuni casi, dopo l&rsquo;allenamento respiratorio ha effettuato un allenamento a intervalli (fasi di sforzo brevi e definite) in bicicletta.&nbsp;
&ldquo;Ero felice di aver trovato un metodo di allenamento che mi faceva percepire dei progressi. Perch&eacute; &egrave; difficilissimo limitarsi ad aspettare e sperare che prima o poi la situazione migliori&rdquo;, racconta.&nbsp;
Ha avuto successo: dopo tre mesi buoni, si &egrave; sentita di nuovo relativamente in forma. Ha effettuato un nuovo test spiroergonomico e dai valori &egrave; emerso un netto miglioramento. &Egrave; riuscita a partecipare persino alla maratona in bici del Parco Nazionale, rimanendo soddisfatta delle proprie prestazioni: &ldquo;I miei polmoni si erano ripresi al 90 percento&rdquo;.
<img src="https://adm.altea-network.com/assets/f7af9506-61c1-4b53-bf98-7183ed3f7cf7?width=1283&amp;height=1920" alt="Ha raggiunto il suo grande obiettivo: Simona Kopp pu&ograve; tornare in sella. (Immagine: a disp.)" />
Dopo circa otto mesi, Simona Kopp si &egrave; sentita di nuovo in forma. Quindi, tutto a posto? Non proprio: a distanza di quasi due anni dall&rsquo;infezione, l&rsquo;olfatto non &egrave; ancora tornato del tutto normale. &ldquo;Adesso sono circa all&rsquo;80%&rdquo;, stima. All&rsquo;inizio lo avevo perso completamente, poi c&rsquo;&egrave; stato un rapido miglioramento, che in seguito si &egrave; fermato. Ora improvvisamente torno a sentire alcuni odori, come quello dell&rsquo;erba appena tagliata.&nbsp;
Non &egrave; pi&ugrave; come prima&nbsp;
Altri odori si sono alterati. &ldquo;Le banane non hanno pi&ugrave; l&rsquo;odore di una volta. &Egrave; qualcosa che non ho mai sentito prima, che non saprei descrivere&rdquo;. Ha dovuto cambiare bagnoschiuma e crema per il corpo perch&eacute; il loro profumo le dava la nausea. Non sopporta le cipolle crude e mangia solo cioccolato fondente; tutto il resto &egrave; troppo dolce. &ldquo;Ora quando cuciniamo &egrave; il mio compagno a condire i piatti&rdquo;, dice Simona Kopp.&nbsp;
Anche se si sente di nuovo bene, le conseguenze a lungo termine dell&rsquo;infezione da Covid non sono del tutto passate. &ldquo;Nessuno pu&ograve; dirmi se <a href="https://altea-network.com/it/vademecum/taste-and-smell" target="_self">gusto e olfatto</a> torneranno mai come prima. Per il momento ho accettato e convivo con queste alterazioni&rdquo;.

Stories

Long COVID: un'incessante ricerca di comprensione e sostegno

Dovete cercare cose che vi diano piacere

Con fiducia e gratitudine contro il Long COVID e la sclerosi multipla

Quando il Long COVID costringe un medico, padre e marito a prendersi una pausa

Con un deciso ottimismo durante il Long COVID

«Dal punto dolente al punto di svolta»: superare il dolore con la poesia

Maratona Long COVID: tornare a livello Ironman dopo un anno di malattia

Ceci, sfere della felicità e l’importanza dell’autoriflessione

"Le fotografie mi danno la forza di affrontare il Long COVID".

“La mia vita con Mr. Long”: Diario di una paziente – parte 5

“La mia vita con Mr. Long”: Diario di una paziente – parte 4

“La mia vita con Mr. Long”: diario di una paziente – parte 3

“La mia vita con Mr. Long”: Diario di una paziente – parte 2

“La mia vita con Mr. Long”: Diario di una paziente – parte 1

“Il Long COVID e la relativa ricerca sono come le montagne russe!”

59 visite mediche, 85 appuntamenti di terapie e 6 aferesi in 27 mesi

“Long COVID e io: ci accettiamo a vicenda.”

Esperienza con il Long COVID: “Le persone sono contente di aiutare”

“Il Long COVID mi spinge a conoscermi meglio”

“Non riesco a concepire l’ignoranza in confronto a noi malati di Long COVID”

«Ho imparato ad ammettere che non posso rispondere a tutte le domande.»

«A causa del Long COVID ho dovuto riscoprire il mio corpo»

«Vogliamo dare a nostro figlio un po’ di normalità, malgrado il Long COVID»

AGGIORNAMENTO: La svolta grazie alla vaccinazione

AGGIORNAMENTO: La svolta grazie alla vaccinazione

Ritorno allo sport di punta grazie alla tecnica di respirazione

«La fisarmonica mi indica quando devo fermarmi, ma mi dà anche forza.»

COVID-19 e conseguenze a lungo termine: consulenza al consulente aziendale

Quando il Covid cambia le persone

Le conseguenze del Covid: quando il medico diventa paziente

Quando un appassionato di auto non osa più guidare per via del Long COVID

Ipersensibilità improvvisa a odori, rumori e luce

Persone affette da Long COVID: «Non c’è nulla di cui vergognarvi».

Bambini e Long COVID: "Cerchiamo di ridere tanto con nostro figlio."

Fisioterapista con Long COVID: di nuovo in forma dopo 8 mesi